La Commissione Europea ha detto d’aver preso contatti con i talebani per rimpatriare le persone afghane espulse dai paesi dell’Unione 

pattugliano una strada, a Spin Boldak, il 15 ottobre
Alcuni talebani pattugliano una strada, a Spin Boldak, il 15 ottobre (EPA/QUDRATULLAH RAZWAN)

La Commissione Europea ha dichiarato di avere preso contatti con il regime dei talebani in Afghanistan per discutere delle modalità per rimpatriare i richiedenti asilo afgani che non hanno diritto a stare nei paesi dell’Unione (per esempio perché la loro richiesta è stata rifiutata o perché abbiano ricevuto un decreto di espulsione dopo una condanna). La Commissione ha sostenuto che i contatti siano stati «esplorativi» e «tecnici», e che non conferiscano legittimità al regime, che è estremamente isolato a livello internazionale per le violazioni sistematiche dei diritti umani, specie quelli delle donne. I talebani hanno ripreso il potere in Afghanistan nel 2021 e il loro governo è riconosciuto ufficialmente solo dalla Russia.

I contatti sono stati resi noti durante una conferenza stampa dopo che nel fine settimana 20 paesi, tra cui Germania e Italia, avevano inviato su iniziativa del Belgio una lettera al commissario per gli Affari interni, Magnus Brunner, in cui chiedevano alla Commissione di mettere a punto un sistema per coordinare le espulsioni di cittadini afghani. La lettera era stata preceduta dalle iniziative di alcuni governi: a inizio ottobre quello tedesco aveva detto che è imminente un accordo coi talebani dopo che in più occasioni la Germania aveva rimpatriato persone afghane con condanne. Nella prima metà del 2025 gli afghani sono stati il secondo gruppo per nazionalità tra le richieste d’asilo presentate (42mila) nei paesi dell’Unione, che dal 2022 ha un ufficio diplomatico nella capitale Kabul.