I magistrati Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro sono stati condannati anche in appello per rifiuto d’atti d’ufficio nel caso ENI-Nigeria

La Corte d’appello di Brescia ha confermato la condanna a 8 mesi di reclusione per il procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale e il pubblico ministero Sergio Spadaro: erano accusati di rifiuto d’atti d’ufficio in relazione al caso di una presunta tangente che l’azienda petrolifera ENI avrebbe pagato alla Nigeria. Secondo l’accusa, De Pasquale e Spadaro avrebbero deliberatamente deciso di non depositare alcune prove ritenute favorevoli agli imputati nel cosiddetto processo Eni-Nigeria.
Il processo, nel quale erano imputati Paolo Scaroni e Claudio Descalzi, ex e attuale amministratore delegato di ENI, si era concluso nel marzo del 2021 con l’assoluzione di tutti gli imputati, e nel luglio del 2022 la procura generale aveva rinunciato al ricorso presentato in appello dalla procura di Milano, rendendo definitiva la sentenza di primo grado.


