La truffa da un milione e mezzo di euro ad ActionAid Italia
Un'ex dipendente, già condannata per casi simili, è accusata di aver rubato soldi all'associazione cambiando le credenziali dei conti

La procura del tribunale di Milano ha chiesto gli arresti domiciliari per Francesca Marenco, una donna di 47 anni indagata con l’accusa di aver rubato quasi un milione e mezzo di euro all’organizzazione umanitaria ActionAid Italia, dove era assunta con funzioni amministrative e di tesoreria.
La giudice per le indagini preliminari deciderà se disporre la misura cautelare e la settimana prossima sentirà Marenco nell’interrogatorio preventivo. Questa misura, introdotta con l’ultima riforma della giustizia, è un passaggio intermedio pensato come una garanzia in più per l’indagato, che in questo modo può dare al giudice la sua versione dei fatti prima di essere sottoposto a eventuali restrizioni.
Le ipotesi di reato per Marenco sono di appropriazione indebita e accesso abusivo a sistemi informatici, perché la donna avrebbe anche cambiato credenziali e password bancarie dell’associazione per bloccare agli altri dipendenti l’accesso ai conti, e nascondere così i soldi mancanti. A questi si aggiungono anche altri reati fiscali.
Secondo la guardia di finanza, che ha svolto le indagini, i soldi (per la precisione un milione e 488mila euro) sarebbero stati prelevati tra il 2022 e il 2024. Marenco era stata assunta part time al posto di una collega in maternità con compiti amministrativi e di gestione delle finanze di ActionAid. Per questo aveva ricevuto le credenziali per accedere al conto online di ActionAid Italia e della “Fondazione realizza il cambiamento”, un ente creato da ActionAid con il suo stesso scopo umanitario (contrastare povertà, disuguaglianze e ingiustizie sociali), ma che lavora in ambiti e su progetti diversi.
Nell’ottobre del 2022 Marenco sarebbe riuscita a cambiare le credenziali di accesso ai conti correnti. Avrebbe però tenuto nascosti i nuovi dati agli altri dipendenti e in questo modo sarebbe riuscita a sottrarre i soldi senza che nessuno se ne accorgesse, presentando, quando richiesti, estratti conto falsificati. Il giornale Open, che per primo ha parlato di questa storia, scrive che la donna avrebbe usato il denaro per pagare la ristrutturazione della casa, l’acquisto di un’auto e due box, le rette scolastiche dei figli e alcune spese legali.
I primi ad accorgersi della truffa e a segnalare l’assenza del denaro sono stati i revisori contabili di PwC (PricewaterhouseCoopers), una grossa multinazionale che offre ad aziende, società o associazioni servizi di contabilità e consulenza in ambito fiscale e legale. PwC si è occupata della revisione dei conti di ActionAid fino a dicembre del 2024, poi è stata sostituita da EY (Ernst & Young), un’altra grossa multinazionale di consulenza che offre servizi simili a PwC. Le associazioni e le organizzazioni del terzo settore come ActionAid si rivolgono spesso a revisori contabili esterni per questioni di trasparenza, e per garantire di spendere correttamente i loro fondi.
ActionAid ha poi deciso di fare un’indagine interna per quantificare con più precisione la cifra che mancava dai bilanci. Per questo si è rivolta a EY Forensic, una divisione interna a EY che fornisce alle aziende servizi d’indagine in casi di truffe e frodi.
L’anno scorso ActionAid aveva spiegato in un comunicato di aver denunciato e licenziato una dipendente, avviando un procedimento civile che si è concluso lo scorso luglio. Marenco è stata condannata a risarcire ActionAid con più di un milione e mezzo di euro: un milione e 488mila euro che mancavano ai conti dell’associazione e 50mila euro per spese processuali e danni d’immagine. Per garantire il risarcimento, il giudice ha pignorato la casa di Marenco e la metterà in vendita. ActionAid ha spiegato di aver già recuperato gran parte della cifra.
Contemporaneamente al processo civile, è iniziato il procedimento penale (ancora nella fase delle indagini preliminari), che servirà ad accertare se Marenco abbia commesso i reati fiscali contestati.
In passato Marenco era già stata condannata per due truffe: la prima ai danni di uno studio di consulenza a cui aveva sottratto 540mila euro e la seconda ai danni di una donna conosciuta online dalla quale, fingendosi malata, si è fatta consegnare 400mila euro per cure che non ha mai fatto. ActionAid ha detto di non essere stata al corrente di queste informazioni al momento dell’assunzione di Marenco: l’associazione è tenuta verificare se il dipendente ha precedenti solo in alcuni casi specifici, per esempio se la persona dovrà trovarsi a contatto con minorenni.



