Giacomo Tortu, fratello del velocista Filippo, è stato squalificato per 3 anni per aver provato a spiare Marcell Jacobs

Marcell Jacobs e Filippo Tortu dopo aver corso la staffetta 4x100 alle Olimpiadi di Parigi, 9 agosto 2024 (ANSA/ETTORE FERRARI)
Marcell Jacobs e Filippo Tortu dopo aver corso la staffetta 4x100 alle Olimpiadi di Parigi, 9 agosto 2024 (ANSA/ETTORE FERRARI)

Il tribunale della Federazione Italiana di atletica leggera ha squalificato per 36 mesi Giacomo Tortu, fratello e manager del velocista italiano Filippo Tortu (di cui il tribunale ha stabilito la completa estraneità alla vicenda). Il tribunale ha riconosciuto che Giacomo Tortu, tesserato come dirigente per la federazione, aveva chiesto alla società informatica Equalize di spiare Marcell Jacobs, velocista italiano vincitore dei 100 metri alle Olimpiadi del 2021 e compagno di nazionale di Filippo, affinché trovasse elementi che dimostrassero che Jacobs facesse ricorso al doping. I sospetti di Giacomo Tortu su Jacobs non sono basati su alcun fatto: Jacobs non è stato mai coinvolto in nessuna indagine per doping.

Essendo dirigente di una società di atletica (è il presidente della Raptors Milano), oltre alla squalifica Tortu è stato anche inibito per 36 mesi: vuol dire che durante questo periodo non potrà svolgere alcuna attività legata alla Federazione né accedere ai campi di gara o di allenamento. La procura federale aveva chiesto la radiazione, ma il tribunale l’ha ritenuta una sanzione eccessivamente grave.

Il tribunale ha stabilito che Tortu aveva pagato 10mila euro a Equalize, che ha avuto accesso illegalmente alle utenze telefoniche di Jacobs, del suo allenatore, del suo manager e del suo nutrizionista. Tortu, però, non ha mai ricevuto il contenuto di questi accessi perché la chiavetta USB passatagli dalla società informatica era vuota. Il tribunale ha stabilito che questo fatto è ininfluente al fine del giudizio, e che la sola richiesta di questo materiale rappresenta un comportamento contrario ai principi dell’ordinamento sportivo.