Consigli pratici per trovare il tempo di leggere

Da persone che lo fanno per lavoro, o nonostante quello

Una donna in piedi legge in mezzo a una piazza, di giorno
Una donna legge in una piazza a Lower Manhattan, New York, il 17 aprile 2025 (AP Photo/Julia Demaree Nikhinson)
Caricamento player

In una pausa tra due set della finale di un torneo recente a Rende, vicino a Cosenza, la tennista serba Lola Radivojevic ha preso un libro dal suo borsone e si è messa a leggere. Lo ha poi riposto, poco prima che l’arbitro annunciasse la ripresa del match, ed è tornata a giocare.

Leggere nelle pause, anche quelle molto brevi come nel caso di Radivojevic, è una delle pratiche più condivise e raccontate quando si chiede a persone che leggono molto come fanno a conciliare i libri col lavoro e il resto degli impegni. Ce ne sono altre.

Una è tenere lontano lo smartphone. C’è chi lo lascia a casa quando può e si porta dietro il libro che sta leggendo, e quindi finisce per leggere in tutti i momenti in cui probabilmente utilizzerebbe lo smartphone. La critica letteraria statunitense Molly Young per esempio dice di leggere in questo modo tra i 60 e i 130 libri all’anno. Legge anche in fila alla cassa del supermercato, e in caso di emergenza si fa prestare il telefono da qualcuno. Lo ha detto alla rivista The Cut, che ha parlato con lei e con altre persone che lavorano in riviste e giornali per sapere quali momenti della giornata dedicano alla lettura.

Un gruppo di persone sedute a leggere all’alba

Un “reading party” di mattina presto organizzato dall’associazione Reading Rhythms nella Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, sulla terrazza panoramica The Edge a Manhattan, il 23 aprile 2024 (Alexi Rosenfeld/Getty Images)

Tra chi non può fare a meno di avere con sé il telefono, alcuni disattivano comunque le notifiche delle app o la connessione dati, quando leggono. Una volta messo via lo smartphone si guadagnano ore ogni giorno, ha detto Young, e leggere diventa un’attività molto facile, «non qualcosa che bisogna sforzarsi di fare».

– Leggi anche: Quelli che non hanno una voce interiore

Tra le persone che leggono molto è abbastanza condivisa anche una certa attitudine a programmare la lettura: molte tengono una lista di libri che hanno letto o che devono leggere. La scrittrice e autrice di newsletter Ochuko Akpovbovbo compila ogni mese una lista di dieci libri che ha intenzione di leggere. Tomi Obaro, redattrice culturale del New York Magazine, ha detto a The Cut che tiene una lista di tutti i libri che legge dal 2018. «Anche se non credo che si debba giudicare quanto si assorbe o si apprezza di un libro in base a quanti se ne leggono in un anno, scoprii che tornarci sopra e contarli periodicamente mi spronava a dirmi “Ok, dopo cena invece di stare al telefono leggo”», ha aggiunto.

Le persone intervistate da The Cut però fanno lavori legati alla lettura e alla scrittura e i loro consigli potrebbero risultare impraticabili da persone che fanno lavori lontani da quel mondo.

Gigi Datome, ex giocatore di basket e attuale general manager delle nazionali maschili, racconta che cerca di leggere almeno un’ora al giorno, ogni sera. Era anche una sua routine pre partita, quando giocava. «Facevo tutto quello che dovevo fare in tempo per avere quei 15-20 minuti per leggere, prima dell’ultima riunione con l’allenatore», racconta. «Era anche un modo per mandare via un po’ di pressione, i miei compagni di squadra lo sapevano, perché se anche in quei minuti rimanevo a pensare ancora al piano partita, agli avversari e al resto, arrivavo veramente bruciato».

Un giocatore legge in panchina

Il giocatore di baseball statunitense Daniel Lynch durante la sospensione di una partita tra i Kansas City Royals, la sua squadra, e i Cleveland Guardians, a Cleveland, l’8 luglio 2023 (AP Photo/Nick Cammett)

In un articolo sulla rivista Time, nel 2024, anche la scrittrice statunitense Gretchen Rubin aveva consigliato un approccio metodico: dedicare alla lettura ogni giorno un tempo prefissato. Almeno 25 minuti, diceva lei: non perché sia «necessario», ma perché in questo modo anche le persone non abituate a leggere riescono ad acquisire un’abitudine e a scoprire quanto sia appagante, giorno dopo giorno. Attenersi a un programma, secondo Rubin, impedisce che la lettura diventi una delle tante attività che rimandiamo di continuo solo perché possono essere svolte in qualsiasi momento.

Una buona idea sarebbe considerare la lettura come tanti considerano la palestra e l’attività fisica: un allenamento, appunto. Lo scrisse a gennaio la rivista Slate, citando diverse ricerche che associano l’abitudine di leggere regolarmente a una maggiore longevità, a un minore declino cognitivo e a un miglioramento della memoria tra le persone anziane, a migliori prestazioni cognitive e a una migliore salute mentale tra gli adolescenti.

Anche se non sempre si ha il tempo o la voglia, scrisse Slate, molte persone «riescono comunque a motivarsi e a ritagliarsi del tempo per allenarsi, perché sanno che ne varrà la pena sia per la salute che per l’umore». Aggiunse che uno dei vantaggi secondari dell’abitudine di leggere almeno mezz’ora al giorno, sistematicamente, è che in questo modo è anche più facile superare le prime pagine dei libri. Spesso sono le più impegnative, ma è più facile concentrarsi se per un certo tempo prestabilito non si può proprio fare altro che leggere.

Una ragazza legge un libro appoggiata al muro

Una modella legge un libro nel backstage prima di una sfilata a Berlino, in Germania, il 3 settembre 2016 (Clemens Bilan/Getty Images/Bread & Butter by Zalando)

Un altro consiglio condiviso da diverse persone è prendere libri in prestito in biblioteca, perché può accelerare la lettura, per effetto di un condizionamento psicologico simile a quello che induce le persone ad andare in palestra una volta che si sono iscritte. «Se prendo in prestito qualcosa dalla biblioteca, mi sento obbligato a leggerlo prima perché poi devo restituirlo», ha detto a The Cut Obaro, la redattrice del New York Magazine. È anche un ottimo modo per risparmiare soldi e per ricevere consigli validi dalle persone che lavorano nelle biblioteche e che ci azzeccano spesso con i gusti dei lettori, come disse al Guardian nel 2024 la scrittrice ed ex bibliotecaria Louise Morrish.

Per chi invece ha perso un po’ la mano con la lettura, un consiglio è ricominciare partendo da un libro già letto e molto amato in passato, ha detto al New York Times Alan Jacobs, professore di discipline umanistiche alla Baylor University a Waco, in Texas. Rileggere non solo è un modo per ricordarsi quanto sia piacevole leggere, ma a volte permette di cogliere aspetti che alla prima lettura erano sfuggiti, o di scoprire che le proprie idee o i propri gusti di lettura nel frattempo sono cambiati.

Spesso è difficile tracciare un confine tra leggere per piacere e leggere per lavoro o perché ci si è imposti di farlo. «Cerco di leggere almeno un libro a settimana, e quando leggo metto il telefono in un’altra stanza», dice Lia Quartapelle, deputata del PD ed ex ricercatrice all’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI), parlando dei libri che legge per piacere. Per lavoro ne legge invece molti di politica internazionale, e dice di avere imparato con il tempo a leggere dei saggi soltanto l’introduzione, la conclusione e i capitoli che le interessano, selezionandoli dall’indice.

Swiatek legge un libro

La tennista polacca Iga Swiatek durante il torneo di tennis di Indian Wells, in California, il 9 ottobre 2021 (Robert Prange/Getty Images)

Becca Rothfeld, critica del Washington Post, ha detto a The Cut che la sua preoccupazione è assicurarsi «di leggere sempre qualcosa che non sia una lettura per lavoro», sia perché è importante «per sopravvivere», sia perché molti dei libri che legge per lavoro sono piuttosto scadenti. Di solito legge libri per piacere al mattino presto, per un’ora prima di alzarsi, come tante altre persone che leggono molto.

Rispetto a dove, come e quando leggere, Kevin Lozano, redattore della rivista The Nation, ha detto a The Cut che preferisce non stare troppo comodo, perché altrimenti si addormenta facilmente: legge seduto alla scrivania, come se lavorasse. Invece il giornalista del New York Times e Premio Pulitzer Carlos Lozada ha detto che per lui non è necessario ritagliarsi ore di lettura ininterrotta: legge anche nei 20 minuti di intervallo di una partita che sta guardando in tv, per esempio, o mentre aspetta che il figlio esca dall’allenamento di baseball.

In vacanza si può anche cenare con il proprio compagno o con la propria compagna ciascuno leggendo il suo libro, dice Quartapelle, che legge spesso in treno, nei weekend, in aereo, appena sveglia o prima di dormire. Cita infine un passaggio del libro Come un romanzo, dello scrittore francese Daniel Pennac: «La questione non è di sapere se ho o non ho tempo per leggere (tempo che nessuno, d’altronde, mi darà), ma se mi concedo o no la gioia di essere lettore».

– Leggi anche: Stiamo tornando analfabeti?