L’azienda di birra giapponese Asahi, ferma da giorni per un attacco informatico, ha ripreso parzialmente la produzione

Un'addetta in uno stabilimento della Asahi a Fukuoka, 14 agosto 2018 (Eric Lafforgue/Art In All Of Us/Corbis via Getty Images)
Un'addetta in uno stabilimento della Asahi a Fukuoka, 14 agosto 2018 (Eric Lafforgue/Art In All Of Us/Corbis via Getty Images)

L’azienda giapponese Asahi, famosa soprattutto per la sua birra, ha ripreso la produzione in sei dei suoi trenta stabilimenti nel paese: la produzione era stata sospesa lunedì 29 settembre a causa di un attacco informatico che aveva compromesso il sistema per gli ordini e le consegne, oltre alle attività di call center e di servizio clienti. L’azienda aveva detto di aver chiuso la maggior parte dei suoi stabilimenti, senza precisare quanti. Il 6 ottobre un portavoce ha detto che Asahi sta ancora cercando di individuare le cause dell’attacco e di calcolare una stima precisa del suo impatto.

L’Asahi Super Dry è la birra più popolare in Giappone, e l’attacco aveva creato preoccupazione sulle scorte disponibili nei supermercati, nei negozi e negli izakaya, i tipici bar giapponesi dove bere e mangiare qualcosa. Oltre alla birra, Asahi produce bibite in bottiglia, il whisky Nikka e alcuni prodotti alimentari; in Europa è inoltre proprietaria di Peroni Nastro Azzurro, la cui produzione però non ha risentito dell’attacco informatico.

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