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  • Venerdì 3 ottobre 2025

Alle elezioni in Cechia Andrej Babiš ci riprova

L’ex primo ministro è diventato ancora più populista e di destra: ha buone possibilità di tornare al governo

Andrej Babiš durante un selfie con un suo sostenitore, a Praga, il 30 settembre
Andrej Babiš durante un selfie con un sostenitore, a Praga il 30 settembre. Sul cappellino c'è scritto «Cechia forte» (Gabriel Kuchta/Getty Images)
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Venerdì e sabato in Cechia ci sono le elezioni parlamentari ed è favorito il partito sovranista dell’ex primo ministro Andrej Babiš. È stato in carica dal 2017 al 2021 ma non è mai uscito di scena, al contrario: è tutt’oggi il politico più noto e più divisivo del paese. Nel 2023 si era candidato alle presidenziali, perdendole al ballottaggio. Stavolta invece ha buone possibilità di tornare al governo.

Babiš ha 71 anni e nella sua carriera è stato paragonato a Silvio Berlusconi (in passato) e a Donald Trump (oggi): un po’ perché è un miliardario con uno stile populista entrato in politica anche per tutelare il suo impero economico; un po’ per i processi e le accuse di conflitto d’interessi. Gli accostamenti a Trump sono particolarmente azzeccati: negli ultimi anni Babiš, oltre a copiargli i cappellini rossi, ha estremizzato le sue posizioni spostandole sempre più a destra.

Per dare un’idea: fino alla scorsa legislatura del Parlamento Europeo il partito di Babiš, Azione dei cittadini insoddisfatti (ANO), faceva parte dei centristi di Renew. In questa è stato tra i fondatori dei Patrioti per l’Europa, il gruppo di estrema destra del primo ministro ungherese Viktor Orbán, con cui Babiš ha ottimi rapporti (a differenza del governo ceco uscente). Di Patrioti per l’Europa fanno parte anche il partito di estrema destra francese Rassemblement National, Vox in Spagna e la Lega in Italia.

Manifesti elettorali in una stazione di Praga, il 26 settembre

Manifesti elettorali in una stazione di Praga, il 26 settembre (AP Photo/Petr David Josek)

La riconversione di ANO a partito euroscettico e sovranista è diventata evidente da quando è all’opposizione, quindi dal 2022 in poi. Ciò ha allontanato alcuni dei suoi esponenti moderati, ma ha funzionato in termini elettorali: ANO ha vinto le elezioni regionali del 2024 (in cui veniva rinnovato anche un terzo del Senato) ed è arrivato con un netto vantaggio sugli altri partiti nelle intenzioni di voto per le elezioni di oggi, in cui vengono eletti i membri della Camera, il più influente dei due rami del parlamento.

Questi livelli di consenso si spiegano anche con l’impopolarità del governo uscente, guidato dal primo ministro conservatore Petr Fiala.

Nei sondaggi la coalizione di Fiala – che si chiama Spolu (“Insieme”) e di cui fanno parte partiti di destra e centrodestra – è staccata di circa dieci punti da ANO. Anche il Partito dei sindaci e degli indipendenti (STAN), alleato di Fiala, ha perso consensi. Ne hanno invece recuperati i Pirati, un partito progressista, dopo che lo scorso autunno avevano abbandonato la maggioranza di Fiala.

L’insoddisfazione di un pezzo rilevante dell’elettorato, deluso dalla situazione economica e dalle politiche di rigore fiscale di Fiala, ha fatto passare in secondo piano le controversie di Babiš. Ce ne sono di politiche, legate alle proposte del partito, e di giudiziarie legate ad accuse di conflitti di interesse.

Partiamo dalle prime. Babiš ha intensificato le critiche all’Unione Europea e al Green Deal, l’insieme di leggi sul clima approvato durante la scorsa legislatura ma che poi è stato parecchio ridimensionato, fomentando le proteste degli agricoltori. Fino a qualche anno fa ANO proponeva di adottare l’euro come valuta, oggi non vuole saperne (in Cechia ci sono le corone). Babiš ha sempre escluso, però, eventuali referendum per uscire dall’Unione Europea o dalla NATO, cioè quelli chiesti dai partiti ancora più radicali del suo.

Un comizio del primo ministro uscente, Petr Fiala, il 3 settembre a Praga

Un comizio del primo ministro uscente, Petr Fiala, il 3 settembre a Praga (AP Photo/Petr David Josek)

Babiš inoltre ha adottato posizioni sempre più filorusse, avvicinandosi tra l’altro a Orbán. Ha detto di voler interrompere, definendolo «marcio», il programma di acquisto congiunto di munizioni d’artiglieria per l’Ucraina coordinato dal governo ceco, attraverso cui finora ne sono state procurate 2,5 milioni. Babiš se l’è anche presa con i profughi ucraini, sostenendo che assisterli costi troppo: in Cechia ce ne sono 373mila, il numero più alto in rapporto alla popolazione (quasi 11 milioni) tra i paesi dell’Unione Europea.

Ci sono poi le accuse di conflitto d’interessi: tra le altre cose, Babiš possedeva delle quote nel gruppo mediatico che controlla due dei principali giornali cechi, cosa per cui fu paragonato a Berlusconi (anche con la crasi “Babisconi“). Le ha cedute nel 2023. Non ha risolto, però, il caso legato alla proprietà di Agrofert, un grosso conglomerato alimentare e chimico con 30mila dipendenti che l’ha reso una delle persone più ricche della Cechia. Babiš si rifiuta di vendere Agrofert, che riceve sussidi nazionali ed europei: da lì il conflitto di interessi.

È in corso un processo d’appello sull’accusa di aver distratto due milioni di euro di questi fondi a beneficio del gruppo. È praticamente certo che alle elezioni Babiš verrà rieletto deputato: in questo modo riacquisirà l’immunità parlamentare che in questa legislatura gli era stata revocata, consentendo le indagini. Un’alternativa, per lui, potrebbe essere accontentarsi di fare il ministro e rinunciare a guidare il governo, lasciando l’incarico al fedelissimo Karel Havlíček: è un’idea per cui Babiš ha espresso qualche simpatia, per prendere tempo, ma che è considerata poco plausibile.

Sostenitori di Andrej Babiš col cappellino che dice «Cechia forte», durante un comizio a Praga, il 30 settembre

Sostenitori di Andrej Babiš col cappellino che dice “Cechia forte”, durante un comizio a Praga, il 30 settembre (Gabriel Kuchta/Getty Images)

Storicamente Babiš ha puntato sul suo successo come imprenditore per raccontarsi come l’unico leader con le competenze per rilanciare l’economia, e lo ha fatto anche in questa campagna elettorale.

Ha anche cercato di svecchiare la sua immagine con iniziative sui social, per esempio girando filmati in felpa (e non con abiti più ingessati), con l’obiettivo di intercettare i consensi e l’attenzione dei giovani. Nel merchandising ANO ha riproposto i cappellini rossi, ispirati a Trump, con la scritta “Cechia forte”. Non è una cosa nuova: nel 2021 Babiš era stato criticato, e aveva smesso d’indossarli, dopo l’attacco al Campidoglio a Washington del 6 gennaio.

Un video sul profilo di Babiš che promuove il merchandising:
in questo caso, una felpa con le sue iniziali

Secondo i sondaggi dalle elezioni dovrebbe uscire un parlamento frammentato, in cui con ogni probabilità ANO dovrà formare alleanze per arrivare alla maggioranza. Le liste della coalizione dell’attuale primo ministro Fiala hanno anticipato che non collaboreranno con Babiš. I suoi interlocutori saranno dunque i partiti più estremi: i nazionalisti ancora più a destra di ANO, come Libertà e Democrazia Diretta (SPD), e la sinistra radicale di Stačilo! (“Basta!”).

I piani di una coalizione tra partiti così radicali verrebbero controbilanciati dal presidente, l’europeista Petr Pavel (quello che aveva battuto Babiš nel 2023). Pavel ha già detto che metterà il veto alla nomina a ministri di politici che chiedono di uscire dall’Unione Europea o dalla NATO, come fanno i dirigenti di SPD e di Stačilo!.

Durante la campagna elettorale ci sono stati almeno un paio di casi curiosi. A fine maggio il ministro della Giustizia, Pavel Blažek, si era dimesso per uno scandalo: il suo ministero aveva accettato una donazione da 40 milioni di euro, in Bitcoin, da una persona che in passato era stata condannata per riciclaggio di denaro. In estate invece la deputata di ANO Margita Balaštíková, considerata una possibile ministra, è stata esclusa dalle liste del partito quand’è venuto fuori che aveva cercato di commissionare l’uccisione del cane del suo ex marito.

– Leggi anche: Il reato di fare propaganda comunista, in Cechia