La Formula 1 non vuole diventare noiosa
Si parla (e basta, per ora) di fare Gran Premi più brevi, di togliere le prove libere e persino di invertire la griglia di partenza

Qualche settimana fa Stefano Domenicali, il presidente e amministratore delegato della Formula 1, ha messo in discussione il formato tradizionale dei weekend di gara, che iniziano il venerdì e terminano la domenica con i Gran Premi. Domenicali ha detto che quel formato potrebbe risultare noioso o poco coinvolgente per il grande pubblico. Ha aggiunto anche che i Gran Premi di Formula 1, che durano circa un’ora e mezza, sono forse troppo lunghi per i giovani. Anche nella Formula 1, così come in molti altri sport, si discute insomma di come fare per restare al passo con i tempi, aprendosi a un numero sempre più grande di persone, possibilmente giovani, che usano certi social.
Un tradizionale weekend di Formula 1 inizia il venerdì con le prove libere, prosegue il sabato con le qualifiche (che servono a determinare la griglia di partenza) e finisce la domenica con il Gran Premio, la gara vera e propria. Secondo Domenicali, però, le prove libere «piacciono solo ai super specialisti» e bisognerebbe puntare di più sui “weekend sprint”, che hanno meno prove libere e dove si corrono due gare anziché una: la Sprint Race il sabato (che è più corta e dura circa mezz’ora) e il Gran Premio la domenica.

Stefano Domenicali al Gran Premio di Monza, 5 settembre 2025 (Joe Portlock/Getty Images)
Almeno fino alla prossima stagione, però, non cambierà nulla: nel 2026 i weekend con Sprint Race saranno 6 sui 24 totali, come quest’anno, e per ora non sembra che il formato delle gare cambierà. Dopotutto la Formula 1 sta andando alla grande così com’è, dato che ha un pubblico sempre più vasto e internazionale, come dimostra anche l’aumento dei Gran Premi in Asia e negli Stati Uniti.
Le parole di Domenicali e il dibattito che ne è seguito mostrano però in che direzione potrebbe andare la Formula 1. Anche se qualcuno ha interpretato le sue parole in questo senso, comunque, Domenicali non ha mai detto che i Gran Premi vanno accorciati.
Ma come ha notato il sito specializzato The Race è comunque significativo che Domenicali non abbia né smentito né precisato meglio le sue dichiarazioni. Probabilmente voleva quindi sondare l’opinione di pubblico e addetti ai lavori sulla possibilità di introdurre gare più brevi, più Sprint Race e altre soluzioni ancora più estreme, come la griglia di partenza invertita.
Per esempio, Domenicali ha sottolineato che c’è una grande parte del pubblico che «vuole solo vedere gli highlights», i momenti più emozionanti di una gara, presentati online in sintesi di pochi minuti. In effetti molti spettatori non hanno tempo, interesse o soldi per seguire una gara completa (spesso trasmessa da canali o piattaforme a pagamento): aumentare il numero di Sprint Race e modificare il formato delle corse permetterebbe alla Formula 1 di generare con maggiore frequenza contenuti di quel tipo.
Anche la Formula 1, ogni tanto, mette video di gattini
L’idea di accorciare i Gran Premi non è piaciuta praticamente a nessuno. Secondo il pilota della Red Bull Max Verstappen, vincitore di quattro Mondiali di Formula 1, non c’è nulla di male con la durata attuale (che di solito corrisponde a circa 300 chilometri a Gran Premio). «Anche in altri sport a volte hai una partita emozionante, a volte assolutamente noiosa e ti addormenti», ha detto Verstappen: «Non puoi renderlo sempre emozionante, perché se fosse sempre emozionante diventerebbe noioso comunque, perché sapresti già che succedono sempre molte cose».
Anche l’ex campione del mondo Fernando Alonso, dell’Aston Martin, è stato molto critico e ha detto che il problema non è lo sport ma la soglia dell’attenzione di chi lo segue, che sta diventando sempre più bassa: «Quando mi siedo di fronte alla TV non mi guardo i 90 minuti [di una partita di calcio, ndr] sempre concentrato. Vado avanti e indietro dalla cucina. Ci sono sempre dei momenti in cui ci si distrae, e nessuno parla di avere partite di calcio da 60 minuti».
Secondo Ayao Komatsu, team principal (cioè capo) della scuderia statunitense Haas, una gara di 300 chilometri risulta più coinvolgente di una Sprint Race (che è lunga 100 chilometri), perché offre maggiori opportunità di sorpassi e strategie più interessanti. In effetti, gare lunghe permettono di avere più possibilità che succedano cose e imprevisti, che sono esattamente quello che serve avere per poter creare highlights interessanti.
Ma con ogni probabilità i Gran Premi continueranno a essere di circa 300 chilometri ancora per molto tempo. Le proposte più concrete di Domenicali, infatti, riguardano soprattutto l’aumento dei weekend con Sprint Race e la progressiva diminuzione delle prove libere.
Le prove libere – trasmesse dai principali canali sportivi – servono ai piloti per prendere confidenza con i circuiti e alle squadre per testare strategie, usura delle gomme e condizioni della pista, ma non sono granché coinvolgenti. Domenicali le considera obsolete e dice che non piacciono a molte persone. Secondo Flavio Briatore, storico dirigente di scuderie di Formula 1, andrebbero proprio cancellate dal Mondiale.
Gli highlights (per l’appunto) delle prove libere del Gran Premio di Monza di questo Mondiale
Anche questa proposta non ha convinto tutti. Gli appassionati più tradizionalisti temono che ridurre le prove libere a favore di un maggior intrattenimento possa semplificare troppo o far perdere molti aspetti interessanti e tecnici dello sport.
Alcuni appassionati e persino alcuni piloti, in particolare Verstappen, non sono nemmeno entusiasti dell’aumento delle Sprint Race. Già nel 2021, quando furono introdotte in tre weekend al posto delle qualifiche, non riscossero grande successo, perché anticipavano spesso il risultato della domenica e perché, pur assegnando dei punti ai primi tre piloti, erano considerate molto rischiose, visto che un errore nella Sprint Race finiva per compromettere anche il Gran Premio del giorno seguente.
Oggi le Sprint Race sono una gara a parte con le loro qualifiche e assegnano un po’ più punti, ma non convincono ancora: sono considerate troppo pericolose e spesso non sono nemmeno così avvincenti. Ma dato che attirano tanti sponsor (e quindi tanti soldi), c’è chi dice che dal Mondiale 2027 potrebbero diventare persino 10.
Domenicali ha fatto anche capire di voler provare le Sprint Race con la griglia di partenza invertita. Questo formato è già utilizzato in Formula 2 e Formula 3 (le due categorie di livello inferiore rispetto alla Formula 1), nelle quali l’ordine di partenza dei primi dieci piloti viene capovolto rispetto ai risultati delle qualifiche, e varrebbe solo per la gara sprint, mentre il Gran Premio della domenica manterrebbe le proprie qualifiche tradizionali. Ma anche questa proposta è stata spesso criticata, perché poco meritocratica e persino antisportiva, dato che alcuni piloti potrebbero rallentare apposta per ottenere un vantaggio.
Non è chiaro, insomma, se e quando ci saranno cambiamenti nel numero o nel formato delle gare. Intanto dal Mondiale del 2026 la Formula 1 sarà comunque diversa: ci saranno nuove scuderie (come quella della Cadillac) e nuove regole, che cambieranno notevolmente le macchine, i motori e persino i sorpassi.



