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  • Martedì 23 settembre 2025

Il santuario giapponese che viene demolito e ricostruito ogni vent’anni

Da più di un millennio, spendendo ogni volta cifre esorbitanti

(AP Photo/Hiro Komae)
(AP Photo/Hiro Komae)
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Il santuario shintoista di Ise, una città della parte centrale del Giappone, si distingue da tutti gli altri per una particolarità: ogni vent’anni gli edifici che lo compongono vengono demoliti e ricostruiti da zero. È un rito che va avanti da più di 1.300 anni, e che comporta ogni volta spese esorbitanti.

L’ultima ricostruzione del santuario era stata ultimata nel 2013. Quest’anno è cominciata la raccolta della legna che sarà impiegata nella prossima, che si concluderà ufficialmente nel 2033.

Il complesso di Ise si articola in due grandi santuari principali, che comprendono complessivamente 125 edifici: il Naikū (santuario interno), dedicato alla dea solare Amaterasu, e il Gekū (santuario esterno), consacrato a Toyouke, divinità del cibo e dell’abbondanza.

Ciascuno dei due santuari dispone di un’area sacra adiacente, chiamata kodenchi (“luogo del santuario precedente”), che rimane libera e viene utilizzata vent’anni dopo per la nuova costruzione. Quando il nuovo santuario è pronto, la divinità vi viene simbolicamente trasferita con una cerimonia solenne, e quello precedente viene smantellato. Nel punto centrale del sito demolito viene piantato un palo in legno (shin-no-mihashira).

I lavori durano complessivamente 9 anni, coinvolgono i migliori carpentieri, taglialegna, costruttori e artigiani del paese e sono decisamente costosi: secondo le stime di Associated Press, per la prossima demolizione e ricostruzione saranno impiegati più di 390 milioni di dollari.

(AP Photo/Hiro Komae)

Lo Shikinen Sengū (il nome tradizionale del rituale di ricostruzione) prevede non soltanto il ripristino in forma identica di tutti gli edifici del santuario, ma anche delle migliaia di indumenti e degli oggetti sacri che contengono, realizzati secondo antiche tecniche tramandate di generazione in generazione.

Lo Shikinen Sengū è anche un momento importante per il turismo: ogni anno circa 7 milioni di pellegrini visitano il santuario per assistere ai lavori di ricostruzione e alle cerimonie che celebrano i momenti più simbolicamente importanti del ciclo, come il taglio dei cipressi e la consacrazione dei nuovi arredi e indumenti rituali.

Non è chiaro perché il rinnovamento del santuario avvenga proprio ogni vent’anni. Secondo la fotografa Miori Inata, autrice di un libro dedicato al santuario di Ise, questa durata potrebbe richiamare sia il tempo di conservazione del riso sia una concezione che suddivide le fasi della vita umana in fasi ventennali: dalla nascita all’età adulta, dall’età adulta alla maturità, dalla maturità alla morte.

Quello attuale è il 63esimo ciclo di ricostruzione del santuario di Ise: il primo risale al 690, durante il regno dell’imperatrice Jitō. Secondo Yukio Lippit, professore di storia dell’arte e dell’architettura ad Harvard, in oltre un millennio questa tradizione è stata interrotta soltanto durante le guerre civili del XV e XVI secolo e dopo la Seconda guerra mondiale.

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