Trump ha designato il movimento di estrema sinistra Antifa come «organizzazione di terrorismo interno»

(Leon Neal/Getty Images)
(Leon Neal/Getty Images)

Il presidente statunitense Donald Trump lunedì ha firmato un ordine esecutivo che definisce Antifa (contrazione di anti fascist) «organizzazione di terrorismo interno». Antifa è un termine usato per indicare – negli Stati Uniti ma non solo – un movimento di estrema sinistra noto per il ricorso alla violenza durante manifestazioni e proteste, con tattiche simili a quelle che in Europa vengono associate ai cosiddetti “black bloc”. Del movimento si era parlato molto già nel 2020 durante le proteste per l’uccisione di George Floyd.

In teoria l’ordine di Trump dovrebbe permette alle autorità federali di indagare su Antifa – e intervenire contro persone o gruppi che si dichiarano parte del movimento, arrestandoli e bloccando le loro attività o finanziamenti – con gli strumenti e i poteri previsti dalle leggi antiterrorismo. Negli Stati Uniti però non esiste una lista di organizzazioni di terrorismo interno: esiste quella delle organizzazioni terroristiche straniere, di cui fanno parte per esempio i vari rami dell’ISIS e di al Qaida, ma non c’è un corrispettivo per l’ambito nazionale.

Esistono definizioni di “organizzazioni di terrorismo interno” usate in modo operativo dall’FBI e politico nelle dichiarazioni della Casa Bianca e del Congresso, ed esisteva già ovviamente la possibilità che persone o gruppi venissero perseguiti per le loro azioni: ma Antifa è una sigla ombrello sotto la quale ricadono gruppi diversi e singole persone. Il gruppo non ha un leader specifico né una sede, conti in banca o altri beni da sequestrare.

Trump diceva da anni di voler designare Antifa come gruppo terroristico, e lo aveva ribadito negli ultimi giorni. La decisione è stata interpretata da gran parte della stampa e dall’opposizione come un’ulteriore iniziativa per colpire movimenti e gruppi che considera ostili. La repressione è diventata più intensa dopo l’uccisione dell’attivista conservatore Charlie Kirk, uno dei suoi più noti e importanti sostenitori, avvenuta il 10 settembre.

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