Durante una protesta contro l’immigrazione all’Aia, nei Paesi Bassi, è stata attaccata la sede di un partito centrista

Un'auto della polizia incendiata durante la protesta, all'Aia il 20 settembre
Un'auto della polizia incendiata durante la protesta, all'Aia il 20 settembre (EPA/JOSH WALET)

All’Aia, nei Paesi Bassi, c’è stata una violenta protesta contro l’immigrazione, organizzata dall’attivista di estrema destra nota come “Els Rechts”. Durante la protesta è stata incendiata almeno un’auto della polizia ed è stata attaccata e danneggiata con lanci di sassi la sede del partito centrista Democratici 66 (D66). A un certo punto una parte dei manifestanti ha cercato di raggiungere il complesso del Binnenhof, dove ha sede il parlamento (che al momento è chiuso per lavori di ristrutturazione), ma gli è stato impedito. Ci sono stati scontri con le forze dell’ordine, che hanno disperso la protesta con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni.

La sede del partito viene riparata dopo l’attacco

Il leader di D66, Rob Jetten, ha detto che il partito non si farà intimidire. Per le modalità violente, la protesta è stata condannata trasversalmente dalla politica nederlandese (e in un secondo momento dalla stessa Els Rechts). Lo ha fatto anche Geert Wilders, il leader del principale partito di estrema destra (il PVV), che ha definito «idioti» i manifestanti per aver aggredito gli agenti e aver fatto un blocco stradale. Il prossimo 29 ottobre nei Paesi Bassi ci saranno elezioni anticipate, convocate dopo che a giugno proprio Wilders si era ritirato dal governo, facendolo cadere per propri calcoli politici: la sua tattica era incentrare la campagna elettorale sull’immigrazione, il tema identitario del suo partito.

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