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  • Venerdì 19 settembre 2025

A Traversara stanno ancora aspettando

Le foto dei comuni coinvolti dall’alluvione di un anno fa in Emilia-Romagna, tra case pericolanti, persone sfollate e soldi che non sono arrivati

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Una casa di Traversara danneggiata dall’alluvione dell’anno scorso (© Michele Lapini)

In via Torri a Traversara è rimasto tutto com’era un anno fa, quando l’acqua del fiume Lamone sfondò l’argine e distrusse una trentina di case, prima di allagare l’intero paese. Dalla recinzione di metallo che delimita la “zona rossa”, dove nessuno può entrare, si vedono i piani sventrati, detriti ammassati ovunque, armadi e comò spaccati in due, gonfi per l’umidità, termosifoni sospesi nel vuoto. Chi abitava in quelle case scappò di notte, in fretta, senza poter prendere nulla. Da allora gli abitanti sono tornati qui solo per recuperare le poche cose risparmiate dall’alluvione. Alcuni di loro hanno perso tutto.

Via Torri a Traversara (© Michele Lapini)

Tra il 18 e il 19 settembre del 2024 in Emilia-Romagna caddero 350 millimetri di pioggia, una quantità eccezionale in così poche ore. La zona di Bagnacavallo e Faenza, già colpita dall’alluvione del maggio del 2023, fu sommersa di nuovo. Oltre un migliaio di persone furono costrette ad abbandonare le loro case, molte vennero portate in salvo dai soccorritori con i gommoni o in elicottero. Quasi tutte rimasero sfollate pochi giorni, in attesa che il livello dell’acqua calasse. A Traversara, una frazione di Bagnacavallo, non fu possibile tornare così presto per via dei troppi danni: la maggior parte degli abitanti aspettò settimane, altri mesi, mentre chi abitava in via Torri è ancora in attesa.

L’argine del Lamone a Traversara, dopo l’alluvione nel 2024 (© Michele Lapini)

L’argine del Lamone a Traversara, settembre  2025 (© Michele Lapini)

La casa di Piera Alboni e Daniele Fenati fu letteralmente spaccata in due dalla forza dell’acqua. In questi 12 mesi Piera e Daniele hanno vissuto in un appartamento in affitto, non troppo distante da Traversara per seguire la ricostruzione che non è ancora iniziata, e non per colpa loro. Hanno ricevuto aiuti dalle persone, ma pochi dalle istituzioni e ancora nulla dallo Stato.

Negli ultimi mesi la struttura commissariale e la Regione hanno discusso di un’ordinanza per le cosiddette delocalizzazioni, che stabilisce un contributo economico per chi non ha più una casa. Dopo mesi di ritardi, è stata approvata soltanto ieri dalla Corte dei conti.

Piera e Daniele posano di fronte alla loro casa inagibile a Traversara (© Michele Lapini)

Piera e Daniele hanno detto fin da subito che non vogliono andarsene, perché hanno sempre vissuto in quella casa ora spezzata in due. Altri vicini, più anziani, vorrebbero invece spostarsi anche per la paura di nuove alluvioni. L’ordinanza concede un contributo massimo di 2.350 euro al metro quadro, ma solo a determinate condizioni. I soldi potranno essere usati per costruire una nuova casa su un altro terreno di proprietà, comprare un’area edificabile per ricostruire, o per comprare una casa già pronta o da ristrutturare. Per chi abitava in via Torri è una scelta molto difficile.

Il luogo dove il fiume Marzeno confluisce con il fiume Lamone vicino a Faenza e dove nelle scorse alluvioni si sono verificati allagamenti e esondazioni. (© Michele Lapini)

Nel frattempo gli argini del Lamone sono stati riparati e rinforzati, a Faenza invece sono in corso i lavori per costruire un bacino di laminazione, un’enorme vasca per contenere l’acqua del fiume Marzeno in caso di nuove alluvioni. Sono state posizionate barriere in cemento armato e portate via tonnellate di rami e arbusti accumulati sulle rive. Il quartiere Borgo, sommerso dall’acqua per due volte nel giro di un anno e mezzo, sarà così più protetto, o almeno dovrebbe.

Il presidente della Regione, Michele de Pascale, ha detto di non essere contento per come sono state gestite le alluvioni: «A oggi non siamo ancora dove dovremmo e vorremmo essere».

Le barriere di protezione del bacino di laminazione all’entrata del quartiere Borgo a Faenza lungo il fiume Lamone. (© Michele Lapini)

Michele Lapini è un fotografo che vive e lavora a Bologna e si occupa soprattutto di temi sociali e ambientali. Dopo aver fotografato le conseguenze delle alluvioni nella zona nel 2024, è tornato a Traversara e Faenza nei giorni scorsi, occasione in cui ha scattato le fotografie che trovate in questo articolo.