Secondo la Cina la società informatica statunitense Nvidia ha violato le norme nazionali sulla concorrenza

L'amministratore delegato di Nvidia Jensen Huang durante una conferenza pubblica a Pechino, Cina, 16 luglio 2025 (AP Photo/Andy Wong)
L'amministratore delegato di Nvidia Jensen Huang durante una conferenza pubblica a Pechino, Cina, 16 luglio 2025 (AP Photo/Andy Wong)

In una indagine preliminare l’amministrazione statale cinese per la regolamentazione del mercato ha stabilito che Nvidia, azienda statunitense che possiede circa il 90 per cento del mercato dei microchip usati per l’intelligenza artificiale, ha violato le norme cinesi sulla libera concorrenza. Nvidia non avrebbe rispettato tutti gli impegni stabiliti con le autorità cinesi quando Nvidia comprò l’azienda israelo-americana Mellanox, fornitrice di alcune importanti aziende tecnologiche cinesi come Alibaba e Baidu.

L’indagine era stata avviata a dicembre, una settimana dopo che gli Stati Uniti avevano imposto maggiori controlli sull’esportazione di alcuni chip verso varie aziende cinesi: per questo l’indagine contro Nvidia era sembrata una sorta di ritorsione, che si inseriva nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Secondo due fonti sentite dal Financial Times la decisione è stata presa alcune settimane fa, ma è stata resa nota solo ora per dare maggiore potere ai negoziatori cinesi: da due giorni è infatti in corso a Madrid un negoziato tra l’amministrazione statunitense e quella cinese per trovare un accordo sui dazi commerciali tra i due paesi.

Nvidia aveva comprato Mellanox per 6,9 miliardi di dollari (oggi equivalenti a circa 5,9 miliardi di euro) nel 2020: l’acquisizione le aveva permesso di migliorare la sua presenza nel settore dei data center, dove è ora una delle aziende principali.