La saga horror di maggior successo dei nostri tempi

L’ultimo film della serie The Conjuring ha fatto incassi eccezionali al cinema, ma c’è una disputa sul ruolo del suo creatore

Una scena di The Conjuring - Il rito finale, 2025
Una scena di The Conjuring - Il rito finale, 2025
Caricamento player

The Conjuring – Il rito finale è uscito in quasi tutto il mondo il 4 settembre e nel suo primo weekend ha già generato profitti. Costato 50 milioni di dollari, una cifra medio-alta per un film dell’orrore di quel tipo, ne ha incassati 194. E deve ancora uscire in una decina di paesi, tra cui alcuni di buon incasso come la Francia e il Giappone. In Italia ha incassato 4 milioni nel primo weekend e un altro milione e mezzo nei giorni infrasettimanali successivi. Sono numeri alti per l’Italia e altissimi per tutto il mondo, i migliori di sempre se si considerano gli horror.

Fino a una settimana fa il film dell’orrore che aveva incassato di più nel suo primo weekend era stato It – Capitolo uno, nel 2017, atteso adattamento del romanzo omonimo di Stephen King. The Conjuring – Il rito finale ha incassato 4 milioni di più.

Quello che stupisce è che si tratta del decimo film del franchise The Conjuring, cioè dell’universo derivato da L’evocazione – The Conjuring del 2013. Di solito arrivati a questo punto i franchise e le saghe incassano sempre meno. Invece è probabile che The Conjuring – Il rito finale, alla fine, avrà incassato più dell’originale, che in tutto arrivò a 320 milioni di dollari, cifra che giustificò due sequel nel 2016 e nel 2021, e poi tre spin-off dotati anch’essi di sequel, fino a quest’ultimo.

La storia da cui parte tutto è quella dei coniugi Warren, sempre interpretati da Patrick Wilson e Vera Farmiga, occultisti realmente esistiti che sostenevano di essere in contatto con i fantasmi, di indagare il mondo dei demoni e di poter cacciare le presenze paranormali dalle case. I casi che li hanno coinvolti sono molto documentati e le loro storie erano già state fonte di ispirazione per altri film. La saga di The Conjuring è la prima che li rende protagonisti, accettando la loro versione dei fatti. Come spesso accade in questi film, la prospettiva è molto conservatrice: una famiglia che crede fermamente in Dio si oppone alle forze del male per salvare degli innocenti. Nel 2017 si parlò molto di quanto questa prospettiva non sia probabilmente così vicina ai fatti.

Il successo del primo film veniva non solo dalla sua efficacia, ma anche da un tono diverso dalle solite storie di possessione: mescolava la paura di demoni e presenze ultraterrene con una strana tranquillità familiare dei due Warren. Invece che essere avventurieri, nei film i due somigliano più a due genitori, sempre in controllo della situazione, borghesi e compiti, ma anche dotati di dimestichezza e confidenza con il maligno. Lorraine Warren è una medium, come ha sempre sostenuto di essere nella realtà, mentre Ed è la parte più pragmatica della coppia. Il primo e il secondo film, diretti da James Wan, furono considerati da subito dei buoni film di grande valore tecnico e narrativo, anche dalla critica.

Quest’ultimo invece è stato accolto male. La storia ha al centro Judy, figlia dei Warren, medium come la madre e già protagonista nello spin-off Annabelle 3. Lei sta per sposarsi mentre Ed e Lorraine sono tecnicamente in pensione e quindi un po’ defilati. Il critico del Guardian Mike McCahill ha paragonato quest’ultimo film al “dad rock”, cioè una versione annacquata e rassicurante di quel che dovrebbe essere.

Il primo spin-off arrivò subito dopo il primo film, nel 2014: era intitolato Annabelle, come una bambola posseduta da spiriti maligni intravista in The Conjuring – L’evocazione. Annabelle ebbe poi un prequel e un sequel. Dopo il secondo film della serie regolare, The Conjuring – Il caso Enfield, fu realizzato un altro spin-off, The Nun, su un demone che prende la forma di una suora dal volto spaventoso. Anche quello ebbe un suo sequel. Infine, nel 2019, fu girato un terzo film che ruota intorno alle storie dei Warren ma anche al folklore latinoamericano: La Llorona – Le lacrime del male.

Non ci sono altre serie di film horror che abbiano avuto la stessa espansione e, al tempo stesso, incassi paragonabili. Con gli ultimi risultati la serie The Conjuring è arrivata a 2,3 miliardi di dollari in totale. La prima conseguenza di questo risultato è che una serie tv per HBO Max ambientata nel mondo di The Conjuring, ipotizzata già due anni fa, ha avuto l’approvazione necessaria per entrare effettivamente in produzione.

Come lascia intuire il titolo di questo film, The Conjuring – Il rito finale, dovrebbe trattarsi dell’ultimo capitolo della serie, o almeno dell’ultimo con Patrick Wilson e Vera Farmiga. Tuttavia è già noto che, visto il successo, è in lavorazione un prequel di tutta la storia dei Warren. Non è chiaro però se James Wan, l’uomo che ha scritto e diretto il primo e il secondo film e lavorato come produttore a tutti gli altri, riuscirà a mantenere il controllo della saga. Il suo contratto con la Warner Bros., lo studio che produce e distribuisce i film (cioè che mette il grosso del budget e li porta in sala), ha sempre previsto che per qualsiasi film collegato a The Conjuring lui dovesse essere pagato e avere il ruolo di produttore. Ora però Wan vuole rinegoziare l’accordo per un compenso maggiore: chiede il 25% della proprietà del prossimo film e poi il 50% di tutti quelli eventuali successivi. Moltissimo.

Se non si trovasse un accordo, Wan potrebbe portare la sua saga da un altro distributore e interrompere anche le altre collaborazioni con lo studio. La Warner sostiene che il contributo di Wan negli ultimi film sia in realtà marginale e quindi non meriti quel tipo di accordo. Altri sostengono invece che sia sempre stato coinvolto operativamente e abbia influito su scelte di trama e regia. Se davvero la Warner dimostrasse che Wan ha il titolo di produttore ma non ha svolto quel lavoro, potrebbe accusarlo di violazione del contratto e sottrargli il franchise, cioè continuare a produrre film di The Conjuring anche senza di lui. Non è chiaro se questo danneggerebbe futuri film o no, perché non è chiaro quanto il pubblico conosca James Wan e lo percepisca come una garanzia di continuità e qualità.

Quello che rende The Conjuring una saga diversa dalle altre è il fatto che il decimo film sia stato quello di maggiore incasso. Le serie che migliorano le prestazioni di film in film sono solitamente quelle che raccontano un’unica storia, come i film tratti da fumetti, che esistono tutti nello stesso universo e le singole trame contribuiscono a una più grande, o quelle come Harry Potter. I film di The Conjuring invece raccontano tutti storie separate, unite o dalla presenza di Ed e Lorraine Warren o dalla citazione delle loro imprese. E, nonostante l’horror sia il genere cinematografico più importante degli ultimi due decenni, un successo di questa portata a dodici anni dal primo film rimane un caso raro.

– Leggi anche: L’uomo che ha reinventato l’horror

La Warner non intende lasciar andare la saga anche perché l’unico altro franchise paragonabile a The Conjuring, per genere, durata e successo, è quello nato con Saw – L’enigmista, anch’esso composto da dieci film tra sequel, prequel e spin-off, e anch’esso creato e supervisionato da James Wan, sebbene non con la Warner.

Saw – L’enigmista fu l’esordio nel lungometraggio di James Wan che poi, lungo gli anni Duemila e i Dieci è stato uno dei maggiori protagonisti della grande ascesa del cinema horror come genere più redditizio (cioè quello dal miglior rapporto tra costi e incassi), a cui Wan ha contribuito anche con la serie di film Insidious (cinque in totale). Solitamente dirige i primi film, stabilisce le regole di quel mondo dell’orrore e imposta le caratteristiche base. Poi, se i film hanno successo e se ne possono fare altri collegati, diventa produttore e lascia la regia ad altri. È una modalità non diversa da come si lavora alle serie tv, in cui di solito qualcuno imposta toni, stile di regia, ritmo e casting per le prime due puntate, passando poi a un ruolo di supervisione, e tutti gli altri registi devono adeguarsi a quelle scelte per uniformità nelle successive. Wan in particolare ha poi lavorato ad alcuni film della serie Fast & Furious e a due film sul supereroe DC Comics Aquaman, con Jason Momoa.