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  • Giovedì 11 settembre 2025

Abbattere un drone è complicato

Tra le altre cose, anche perché i sistemi per farlo sono molto più costosi dei droni stessi

Soldati di un'unità anti-droni dell'esercito ucraino, nel maggio del 2024
Soldati ucraini sorvegliano il cielo per individuare e abbattere droni russi, nel maggio del 2024 (AP Photo/Francisco Seco)
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Dopo che diversi droni russi sono entrati nello spazio aereo della Polonia, nella notte tra il 9 e il 10 settembre, si è tornati a discutere di quanto i paesi dell’Unione Europea (e in particolare quelli che si trovano a est, e sono quindi più esposti a un possibile attacco da parte della Russia) siano davvero preparati a intercettare e ad abbattere attacchi con droni provenienti dalla Russia. Il governo polacco ha detto di averne abbattuti in totale quattro, su una ventina, dimostrando che intercettarli e abbatterli per tempo non è semplice, e che soprattutto è molto costoso. I droni non hanno provocato né morti né feriti, anche se uno ha colpito una casa a Wyryki-Wola, una cittadina nell’est della Polonia.

Un drone è, semplificando un po’, un veicolo aereo senza equipaggio, che viene quasi sempre telecomandato da remoto. I droni possono essere usati per vari scopi: tra le altre cose possono lanciare missili oppure contenere esplosivi che detonano quando il drone si schianta contro il proprio obiettivo. Secondo le prime ricostruzioni, almeno alcuni di quelli che hanno violato lo spazio aereo polacco erano Gerbera: sono droni piccoli e poco costosi che possono trasportare piccoli ordigni, e che spesso vengono usati per distrarre le difese antiaeree in preparazione di un attacco più grande.

Intercettare e abbattere un drone militare è un’operazione complicata. I droni possono essere molto piccoli, volare molto vicini al suolo, ed essere fabbricati quasi completamente con materiali non metallici, tutte cose che rendono più difficile individuarli con i radar. Un altro grosso problema è che spesso i droni possono essere prodotti a costi tutto sommato contenuti, mentre i missili usati per abbatterli sono molto più costosi. Questa differenza ha un grosso impatto quando si tratta di progettare sistemi di difesa che siano sostenibili nel lungo periodo.

– Leggi anche: I missili ucraini per abbattere i droni russi costano molto più dei droni

L’esercito tedesco, che ha un contingente di soldati a protezione dell’aeroporto polacco di Rzeszów con sistemi di difesa Patriot, che avrebbero potuto essere usati per intercettare e abbattere i droni, ha raccontato di avere ricevuto un’allerta che riguardava i droni, ma di non essere intervenuto per ragioni economiche: un missile Patriot costa tra i 250mila e i 3 milioni di euro, mentre i droni che hanno violato lo spazio aereo polacco hanno un costo di circa 40mila euro.

Questa differenza di costo è ritenuta «un enorme problema» dall’esercito tedesco. Anche un analista dell’aviazione britannica ha spiegato al Times che non ha molto senso usare un missile Patriot per distruggere un drone armato con una piccola bomba, quando in teoria basterebbe usare una mitragliatrice per abbatterlo.

Alcune persone osservano dei droni russi danneggiati a Kiev, in Ucraina, nel giugno del 2025

Alcune persone osservano dei droni russi danneggiati a Kiev, in Ucraina, nel giugno del 2025 (AP/Efrem Lukatsky)

Il primo ministro polacco Donald Tusk ha spiegato che l’esercito ha abbattuto i droni che considerava più minacciosi tra quelli che erano entrati in Polonia: per farlo, sono stati impiegati aerei militari polacchi e di paesi alleati della NATO. Alcuni esperti però hanno notato che anche questo è un metodo costoso e inefficace, e che i sistemi di difesa della Polonia sono ancora insufficienti soprattutto nel caso in cui sia necessario affrontare un attacco su larga scala: cioè un attacco in cui centinaia di piccoli droni vengono lanciati per impegnare le difese di un paese, prima di colpirlo con droni e missili più potenti.

Da qualche anno la Polonia sta investendo molto nella propria difesa, e parte di questi investimenti, che fanno parte di un piano più ampio chiamato “East Shield”, riguarda anche sistemi più efficaci per proteggersi dai droni. Per realizzarli però ci vorrà tempo: per esempio, ha acquistato nuovi radar dagli Stati Uniti, che però verranno consegnati solamente nel 2027. Anche i paesi baltici e la Finlandia hanno iniziato programmi simili.

Una possibilità è anche quella di utilizzare a propria volta dei droni per intercettare quelli russi, una misura che sta avendo buoni risultati in Ucraina. La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e il commissario europeo per la Difesa e lo Spazio, il lituano Andrius Kubilius, hanno detto che l’Unione Europea deve realizzare «un muro di droni» lungo la propria frontiera orientale, quella più esposta a eventuali attacchi russi. Si tratta comunque di un piano che richiederebbe qualche tempo per essere attuato, dal momento che l’Unione in questo momento non ha a disposizione una quantità di droni sufficiente ad affrontare un attacco su larga scala.