Alla fine Michele Emiliano ha rinunciato a candidarsi in Puglia

Lo aveva chiesto Antonio Decaro per accettare di candidarsi a presidente della regione, ma la questione non è ancora chiusa

Antonio Decaro e Michele Emiliano durante una manifestazione, Bari, 23 marzo (ANSA / DONATO FASANO)
Antonio Decaro e Michele Emiliano durante una manifestazione, Bari, 23 marzo (ANSA / DONATO FASANO)
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La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha detto che Michele Emiliano non si candiderà alle elezioni regionali in Puglia, previste a novembre. E ha dato il suo pieno appoggio a quella che ha definito «la candidatura più competitiva», cioè quella a presidente regionale di Antonio Decaro, ex sindaco di Bari ed europarlamentare. Per candidarsi Decaro aveva posto due condizioni: che non si candidassero in consiglio regionale né Michele Emiliano nelle liste del PD, né Nichi Vendola nelle liste di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS). Ora la prima condizione è stata soddisfatta, mentre non è chiaro che cosa deciderà di fare Vendola né, di conseguenza, lo stesso Decaro.

Emiliano e Vendola sono le due persone che hanno guidato l’amministrazione della regione negli ultimi vent’anni e sono anche due personalità molto ingombranti, che Decaro vede come un possibile intralcio al suo eventuale governo (è molto probabile che vinca, se si candida). Qualche giorno fa Decaro aveva chiesto la loro rinuncia dicendo di voler essere «un presidente libero» e di non voler fare il «presidente a metà». Per Decaro, insomma, le candidature di Emiliano e Vendola delegittimerebbero la sua proposta rendendo difficile promuovere provvedimenti in contrasto con le precedenti gestioni.

Commentando la decisione di Emiliano, che ha governato la regione per dieci anni e che rimane uno dei politici pugliesi più noti, Decaro ha subito fatto riferimento a Vendola: «Mi auguro che lo stesso gesto di generosità possa arrivare anche da Nichi Vendola e da AVS, che considero alleati fondamentali per il governo della regione, in modo da avviare la campagna elettorale». Vendola, dalla festa dell’Unità di Reggio Emilia, ha però replicato che la generosità «non c’entra niente» e che c’entra piuttosto l’autonomia dei partiti: «Io sono il presidente di Sinistra Italiana che è un altro partito e rispondo alla mia comunità politica. E quindi se la mia comunità politica mi ha chiesto di impegnarmi nelle forme in cui me lo ha chiesto o me lo chiederà, io sono a disposizione».

Non è ancora chiaro se, per la candidatura di Decaro, la rinuncia di Emiliano sarà sufficiente oppure no. «In Puglia si è sciolto un nodo importante. Ora ci sono tutte le condizioni perché Antonio sia il candidato» ha spiegato il responsabile organizzativo del PD, Igor Taruffi. Diversi giornali, citando persone vicine a Decaro, scrivono invece che entrambe le condizioni da lui poste dovranno essere rispettate, altrimenti il centrosinistra dovrà scegliere di candidare alla presidenza un’altra persona.

Se la posizione di Decaro dovesse rimanere questa, e se Vendola nelle prossime ore sceglierà di candidarsi, le cose potrebbero complicarsi per la coalizione di centrosinistra. Mercoledì sera a Roma Schlein, Giuseppe Conte del Movimento 5 Stelle, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di AVS parleranno insieme proprio alla festa di AVS.

Non è chiaro nemmeno se la decisione di Emiliano di farsi da parte avrà qualche forma di ricompensa dal partito. Da giorni si parla di un suo possibile ruolo da assessore in regione o da parlamentare a livello nazionale. Schlein ha contribuito ad alimentare queste ipotesi nel comunicare la rinuncia di Emiliano, dicendo che «continuerà a dare un contributo imprescindibile alla costruzione del futuro della regione» e che «la sua competenza» continuerà a essere una risorsa «ben oltre i confini della regione che ha guidato in questi anni».

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