Alla Casa Bianca si sta davvero parlando di trasformare Gaza in una specie di Dubai
Lo dimostra un piano dell’amministrazione Trump pubblicato dal Washington Post, che prevede la costruzione di grattacieli e resort

Il Washington Post ha pubblicato un piano di 38 pagine (PDF) circolato all’interno dell’amministrazione statunitense di Donald Trump che dà una forma concreta alla proposta assurda ed enormemente problematica fatta qualche mese fa dallo stesso Trump per rendere la Striscia di Gaza un’area simile alle monarchie del golfo Persico, con grattacieli, resort e altri mega-progetti. Il piano prevede anche un programma di «trasferimento volontario», con incentivi economici, per i palestinesi che accetteranno di andarsene dalla Striscia durante i lavori per ricostruirla, di fatto, da zero.
Non è chiaro se il piano sia stato formalmente adottato dalla Casa Bianca oppure se sia stato semplicemente discusso all’interno dell’amministrazione. Alcuni dei suoi autori sono gli stessi che hanno ideato la criticata Gaza Humanitarian Foundation, l’ong creata da Israele per controllare la distribuzione di cibo nella Striscia di Gaza e usare la fame come arma di guerra contro i palestinesi.
Due fonti che hanno lavorato al piano hanno raccontato al Washington Post che il progetto è stato pensato per concretizzare l’idea di Trump di rendere Gaza «la riviera del Medio Oriente».
Le 38 pagine del progetto contengono decine di grafici, immagini generate con programmi di intelligenza artificiale ed enfatiche frasi in grassetto o in un font molto grande, come se servissero ad attirare l’attenzione dello stesso Trump (che ha note difficoltà a leggere testi scritti complessi).
Fra i punti principali del progetto c’è l’idea di trasformare la zona costiera della Striscia in un’enorme area per turisti, con resort e spiagge. L’interno invece ospiterebbe «fra le 6 e le 8 città dinamiche, moderne, ripensate con l’intelligenza artificiale», piene di grattacieli. Nel nord troverebbe spazio un distretto industriale intitolato a Elon Musk, e una strada circolare nominata come il leader autoritario dell’Arabia Saudita, Mohammed bin Salman.

(una pagina del piano, pubblicata dal Washington Post)
Il piano è ancora molto vago. Non contiene dettagli sugli aspetti economici e finanziari dei diversi mega-progetti e non definisce con precisione chi si dovrebbe occupare di governare la Striscia in futuro: dice soltanto che dopo un periodo di gestione condivisa di dieci anni il governo sarà affidato a una «entità palestinese». La gestione condivisa dovrebbe essere affidata a una specie di fondo, che sarebbe il risultato di un accordo bilaterale tra Israele e Stati Uniti ma aperto anche ad altri stati: in sostanza sarebbe una via di mezzo tra un’azienda e un’entità politica.
Per quanto riguarda i palestinesi che oggi vivono nella Striscia, il piano prevede due opzioni: chi sceglie di rimanere verrebbe inizialmente ospitato in «strutture temporanee» da costruire da zero, e poi riceverebbe un appartamento in una delle nuove città della Striscia; chi sceglie di andarsene otterrebbe una somma pari a cinquemila dollari e altri aiuti.
Il piano pubblicato dal Washington Post non è stato commentato né dalla Casa Bianca né dai paesi arabi che ormai da mesi stanno discutendo sul futuro della Striscia dopo la fine dell’invasione israeliana. Tutti questi paesi si dicono contrari a piani che prevedano il trasferimento di palestinesi al di fuori della Striscia, per ragioni sia politiche sia logistiche (pochissimi paesi avrebbero le risorse per ospitare centinaia di migliaia di profughi palestinesi nel proprio territorio). Il trasferimento forzato di persone dal loro territorio è inoltre vietato da diverse norme del diritto internazionale.
A prescindere da piani come questi, la ricostruzione della Striscia di Gaza dopo la fine dell’invasione e dei bombardamenti israeliani è un grosso tema. Almeno due terzi delle strutture della Striscia sono state distrutte dagli attacchi israeliani iniziati nell’autunno del 2023, e per bonificare e ricostruire anche solo una parte del territorio serviranno decine di miliardi di euro.



