Non ci sono prove che l’uomo turco arrestato nei Paesi Bassi abbia progettato un attentato a papa Francesco

Aggiornamento del 30 agosto: in una prima versione di questo articolo abbiamo erroneamente riportato che l’uomo turco estradato in Italia ad aprile è accusato di aver progettato un attentato a papa Francesco; la questura ha smentito questa versione. Ci scusiamo per l’errore.
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Un uomo turco di 46 anni è stato arrestato il 3 aprile nei Paesi Bassi ed estradato in Italia il 27 giugno. È accusato di porto e detenzione abusiva di armi: secondo la procura il 6 luglio 2024 l’uomo aveva lasciato in un bar della stazione di Trieste un trolley in cui poi erano state trovate una pistola insieme a 14 cartucce. Il giorno dopo, il 7 luglio, era prevista una visita di papa Francesco in città, perciò vennero svolte indagini per capire se fosse una coincidenza o se le due cose fossero collegate, e si attivò anche l’intelligence. Il 7 agosto del 2024 venne emesso un mandato d’arresto internazionale per l’uomo, che ha portato poi all’arresto dello scorso aprile.
La notizia dell’arresto è stata data venerdì 29 agosto dal quotidiano triestino Il Piccolo, che cita una nota dei servizi segreti in cui si parla di «possibile progetto di attentato contro il Sommo Pontefice» organizzato dall’ISIS-K, un gruppo terroristico affiliato all’ISIS e attivo principalmente in Afghanistan. Al momento questo è l’unico legame tra la visita di Francesco a Trieste del 2024 e le accuse all’uomo turco. Sempre venerdì la questura ha diffuso un comunicato in cui precisa che non sono emerse prove del fatto che l’uomo, ora in carcere a Trieste, abbia progettato un attentato a Francesco: «Per contro, il responsabile sembrerebbe essere inserito in circuiti criminali non correlati al terrorismo di qualsivoglia matrice», scrive la questura.


