Buttare la spazzatura a Taormina, solo in piena notte
Da un anno il sindaco ha stabilito che per più di metà anno si possono mettere i sacchi fuori di casa solo dall'1:30 alle 5, ma molti vorrebbero dormire

A Taormina, in Sicilia, ha provocato grosse polemiche una norma voluta dal sindaco Cateno De Luca, per cui si possono mettere fuori di casa i rifiuti per la raccolta porta a porta solo di notte, dall’1:30 alle 5 del mattino. È in vigore da circa un anno ed è valida per sette mesi a partire da aprile: il sindaco l’ha motivata con la necessità di mantenere l’ordine e «il decoro pubblico» nel periodo in cui la città è più frequentata dai turisti (Taormina è uno dei posti più frequentati d’Italia per le vacanze: si trova in una collina vicino all’Etna e ai suoi piedi ha diverse spiagge sabbiose suggestive). Quest’obbligo sui rifiuti sta creando grossi disagi a molte persone, costrette a uscire di casa per esporre i rifiuti in orari in cui preferirebbero dormire.
Una parte degli abitanti si è riunita in un comitato chiamato “Diritto al sonno”, che ha depositato in comune una petizione chiedendo al sindaco di rimuovere l’obbligo di esposizione notturna dei rifiuti: secondo i firmatari, che sono centinaia, l’obbligo è un problema soprattutto per anziani e persone con disabilità, che per esporre i rifiuti potrebbero aver bisogno dell’assistenza di altre persone, ma anche per le famiglie con bambini e bambine piccole, e più in generale perché l’orario stabilito dal sindaco è quello in cui normalmente si dorme.
La questione dell’orario in cui si possono mettere i rifiuti fuori di casa a Taormina va avanti da tempo. Fino all’anno scorso l’obbligo di farlo in piena notte era in vigore solo per alcuni tipi di negozi e attività commerciali, poi da agosto del 2024 il sindaco l’aveva esteso anche ai rifiuti domestici, in più aree del centro storico. Fino a quel momento i rifiuti domestici potevano essere esposti dalle 23 alle 4 d’estate e dalle 21 alle 5 d’inverno: l’ordinanza di agosto aveva stabilito che dal 1° aprile al 30 ottobre i rifiuti domestici in varie aree del centro andavano esposti dall’1:30 alle 5, e dalle 23 alle 5 per il resto dell’anno.
Nonostante le contestazioni, nei mesi successivi De Luca non ha solo mantenuto in vigore la norma, ma l’ha anche resa più severa: ha aumentato le sanzioni per chi non rispetta le regole e organizzato una scenografica ispezione notturna delle strade del centro a cui ha partecipato lui stesso insieme ad agenti della polizia locale, guardie giurate e alcuni assessori. L’ultimo sviluppo della vicenda è stata un’ordinanza emessa a giugno con cui De Luca ha esteso l’obbligo di esposizione notturna dei rifiuti anche in alcune vie meno centrali, in questo caso per i rifiuti non domestici.
Le proteste contro queste decisioni del sindaco si sono ingrandite nelle ultime settimane: oltre alla petizione del comitato “Diritto al sonno”, pochi giorni fa un gruppo di consiglieri comunali dell’opposizione ha presentato anche una mozione per chiedergli di rivedere le regole sull’esposizione dei rifiuti e, nel frattempo, a estendere immediatamente fino alle 7 di mattina l’orario per esporre i rifiuti domestici in centro.
In tutto questo De Luca sta continuando a difendere la propria decisione: in un post su Facebook (ora non più visibile) ha detto di esserne «fiero», di non voler cambiare idea e che siccome «tutto il mondo passa da Taormina», lui non vuole «mostrare al mondo Taormina sporca».
Non è la prima volta che De Luca prende decisioni non solo impopolari ma anche un po’ assurde. De Luca è un politico molto noto in Sicilia e con un buon seguito; si è candidato con il suo partito (“Sud chiama Nord”) sia alle elezioni regionali che alle politiche, con risultati anche sorprendenti.
Durante la pandemia, quando era sindaco di Messina, aveva detto di voler far sorvolare la città da droni per sorvegliare gli spostamenti dei cittadini, con un avviso registrato con la sua voce che diceva «Non si esce! Questo è l’ordine del sindaco De Luca e basta, vi becco a uno a uno». De Luca era riuscito a fare un primo test (senza avvisi vocali), ma poi i droni erano prima stati vietati a livello nazionale per rispettare la privacy dei cittadini e delle cittadine, salvo poi essere sbloccati di nuovo.



