La Cambogia ha approvato una legge per revocare la cittadinanza a chi viene giudicato colluso con un’altra nazione

Deputati cambogiani votano la legge, Phnom Penh, Cambogia (Assemblea Nazionale Cambogiana/AP)
Deputati cambogiani votano la legge, Phnom Penh, Cambogia (Assemblea Nazionale Cambogiana/AP)

In Cambogia il parlamento ha approvato all’unanimità una legge che permette di revocare la cittadinanza cambogiana a chi viene giudicato colluso con un paese straniero o responsabile di azioni considerate dannose per la sovranità, l’integrità territoriale e la sicurezza nazionale. Varie associazioni che si occupano di diritti umani in Cambogia hanno criticato la legge e il modo vago in cui è scritta, temendo che possa essere usata strumentalmente contro avversari politici o persone appartenenti a minoranze etniche. Il paese è governato da decenni in maniera autoritaria dalla famiglia Hun, e i politici di opposizione sono spesso perseguitati.

Il ministro dell’Interno Sar Sokha ha detto prima della votazione che la legge è necessaria perché nel paese sarebbe attivo un gruppo di cittadini cambogiani che agirebbe per conto della Thailandia. Tra Cambogia e Thailandia c’è una decennale disputa territoriale, che a luglio ha causato alcuni giorni di scontri e bombardamenti lungo il confine in cui sono state uccise 30 persone e che hanno costretto oltre 180mila altre a lasciare la propria casa. Il 28 luglio i due paesi hanno firmato un cessate il fuoco. Il progetto della legge, comunque, era stato annunciato prima degli scontri.

La revoca della cittadinanza è una misura prevista in casi eccezionali anche in diversi paesi europei, fra cui l’Italia, sia per chi ha acquisito la cittadinanza per naturalizzazione, sia per chi è cittadino dalla nascita.