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  • Martedì 26 agosto 2025

Cosa sono gli attacchi “double tap”

Cioè i bombardamenti doppi per colpire anche i soccorritori: hanno una lunga storia, e Israele li ha usati spesso nella Striscia di Gaza

Persone palestinesi trasportano il corpo di uno dei giornalisti uccisi nell'attacco israeliano dell'ospedale Nasser, 25 agosto 2025
Persone palestinesi trasportano il corpo di uno dei giornalisti uccisi nell'attacco israeliano contro l'ospedale Nasser, 25 agosto 2025 (Abed Rahim Khatib/dpa)
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Lunedì l’esercito israeliano ha ucciso almeno 20 persone tra cui cinque giornalisti in quello che è stato a tutti gli effetti un bombardamento double tap, cioè un attacco “doppio tocco”: dapprima ha colpito il quarto piano dell’ospedale Nasser di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza; poi, dopo pochi minuti e quando i soccorritori e i giornalisti erano già sul posto, ha colpito ancora.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito l’attacco «un tragico incidente», sostenendo che non fosse intenzione dell’esercito colpire deliberatamente soccorritori e giornalisti. Ma è una versione assai poco credibile: già in passato Israele aveva usato ampiamente questo tipo di attacchi nella Striscia di Gaza. Gli attacchi double tap sono considerati crimini di guerra: il diritto internazionale vieta di colpire i civili, i feriti e, in circostanze di combattimento, le persone che non sono più in grado di combattere.

Breve storia degli attacchi double tap
Gli attacchi double tap – che consistono nel bombardare lo stesso punto a distanza di pochi minuti, per uccidere sia l’obiettivo iniziale sia chi arriva dopo – esistono praticamente da quando esistono l’artiglieria e i bombardamenti aerei. Anche l’idea di attaccare i soccorritori non è nuova: durante la Seconda guerra mondiale, per esempio, sia la Germania nazista sia gli Alleati usarono bombe ad azione ritardata, che scoppiavano anche ore dopo essere cadute per colpire le squadre di salvataggio. Questi attacchi sono però stati perfezionati nel corso del Ventunesimo secolo.

Durante la guerra civile in Siria, cominciata nel 2011 e finita nel 2024, sia le forze del dittatore siriano Bashar al Assad sia l’esercito russo, intervenuto al fianco di Assad, fecero diversi attacchi double tap. In Siria l’esercito di Assad usava attacchi scaglionati per colpire deliberatamente i membri dei Caschi Bianchi, l’organizzazione di volontari che soccorse centinaia di persone durante la guerra: furono 282 i membri dei Caschi Bianchi uccisi, la maggior parte dei quali durante attacchi double tap. Anche la Russia ha usato questo tipo di attacchi in Siria, a volte facendo perfino triple tap, cioè colpendo tre volte.

Uno dei più famosi attacchi double tap in Siria fu probabilmente quello che nel 2012 uccise Marie Colvin, una celebre giornalista del quotidiano britannico Sunday Times.

Colvin si trovava a Homs, al tempo assediata dalle forze di Assad. Un primo bombardamento colpì un piccolo centro per giornalisti che era stato creato in città; e quando Colvin andò a vedere cos’era successo, arrivò il secondo attacco che la uccise. Un tribunale negli Stati Uniti, anni dopo, concluse che l’uccisione di Colvin fu intenzionale.

I caschi bianchi in Siria cercano di salvare delle persone da un edificio crollato, febbraio 2022

I Caschi Bianchi in Siria cercano di salvare delle persone da un edificio crollato, febbraio 2022 (Syrian Civil Defense White Helmets via AP)

La Russia ha usato attacchi double tap anche nell’invasione su larga scala dell’Ucraina. Un attacco recente, raccontato dal Post, è stato fatto a Dobropillia, nella regione orientale del Donetsk, quando a un primo missile contro un condominio è seguito un altro bombardamento che ha colpito pompieri e medici del pronto soccorso.

Anche gli Stati Uniti hanno compiuto attacchi double tap. Nel corso degli anni Dieci la CIA, cioè l’agenzia d’intelligence esterna, creò un programma di attacchi con droni contro presunti terroristi internazionali in Pakistan, Afghanistan, Yemen e Somalia. Molto spesso, per assicurarsi che l’obiettivo fosse ucciso, i droni colpivano due volte, uccidendo anche civili e soccorritori.

Amnesty International in Pakistan documentò per esempio l’uccisione nel 2012 di una donna di 68 anni colpita da un missile Hellfire mentre coltivava il suo orto e di un ragazzino di 14 anni, entrambi in attacchi multipli. Inchieste giornalistiche hanno mostrato che gli Stati Uniti hanno ucciso almeno 50 civili in attacchi double tap durante le loro campagne con i droni nel paese.

I gruppi terroristici usano attacchi molto simili ai double tap. Al Qaida, i talebani (nel periodo in cui non governavano l’Afghanistan) e lo Stato Islamico nei loro attentati hanno spesso usato due bombe, che esplodevano a pochi minuti l’una dall’altra. La seconda bomba serviva a uccidere passanti accorsi e soccorritori.

Il risultato di questi attacchi è molto spesso devastante, e non soltanto per l’alto numero delle persone uccise. Sapendo che c’è il rischio di bombardamenti doppi, spesso i soccorritori sono costretti ad aspettare 10 o 20 minuti prima di entrare in azione, e molte persone che avrebbero potuto essere salvate muoiono.

Israele
L’utilizzo di double tap da parte di Israele è ampiamente documentato, sia nella guerra in corso nella Striscia di Gaza sia nella campagna militare precedente, nel 2014. Secondo la rivista israelo-palestinese +972 Magazine, questi attacchi sono «una procedura standard» dell’esercito.

Israele li ha usati in situazioni molto diverse. Anzitutto per uccidere obiettivi che riteneva importanti, come esponenti di alto grado di Hamas. In questi casi l’obiettivo del double tap non era tanto quello di uccidere i soccorritori, ma di impedire i soccorsi. In questo modo, se l’obiettivo non era stato ucciso dal bombardamento, sarebbe stato schiacciato dalle macerie o sarebbe morto a causa delle ferite o dai gas esalati.

Un caso straordinario è stato l’uccisione nel luglio del 2024 di Mohammed Deif, leader militare di Hamas. Allora l’esercito israeliano ammise apertamente di aver impiegato attacchi double tap: fu probabilmente una delle prime volte nella storia, visto che solitamente le accuse sull’uso di questo tipo di bombardamenti vengono negate. Secondo una ricostruzione fatta dai media israeliani, «il primo attacco colpì la parte dell’edificio in cui si trovava Deif. Il secondo era un missile che distrusse l’intero edificio. Il terzo attacco creò una cintura di fuoco attorno a tutta l’area per impedire ai soccorritori di arrivare e di aiutarlo». Nell’attacco, oltre a Deif, furono uccise più di 90 persone, e 300 furono ferite.

L’esercito israeliano ha usato il double tap anche in situazioni diverse, nelle quali non aveva individuato obiettivi importanti da uccidere.

Uno dei casi documentati più impressionanti risale all’ottobre del 2024 nel campo profughi di Jabalia e fu registrato in video dalla giornalista palestinese Wafaa Thaher. Nel video si vede un ragazzino di 13 anni, Mohammed Salem, appena colpito da un bombardamento israeliano. È a terra, non riesce a muoversi, e si dimena per chiedere aiuto. Una decina di persone arriva per aiutarlo, ma pochi secondi dopo i soccorritori vengono colpiti da un secondo missile. Oltre a Salem fu ucciso un altro ragazzino di 14 anni.

Mentre gli attacchi double tap come quello contro Deif sono chiaramente programmati e approvati dalle gerarchie politiche e militari israeliane, non è chiaro se i double tap senza obiettivi militari apparenti, come quello del 2024 contro Salem o di lunedì contro l’ospedale Nasser, abbiano ricevuto un’approvazione formale o siano il risultato dell’iniziativa di singoli soldati o di singoli ufficiali. Nonostante le promesse di Israele di avviare indagini interne, ad oggi nessun soldato o ufficiale è mai stato condannato dai tribunali militari israeliani per questo tipo di attacchi.