Il nuovo, stretto e discusso circuito di MotoGP
C’era chi considerava il nuovo Balaton Park in Ungheria noioso, chi pericoloso e chi sperava fosse un'occasione per vincere: alla fine ha vinto sempre lo stesso

Sabato e domenica pomeriggio la MotoGP è tornata in Ungheria per la prima volta in 33 anni. Non si è corso, come nel 1992, nell’Hungaroring – la pista di Budapest che fu poi tolta dal calendario del Motomondiale perché considerata troppo pericolosa –, ma al Balaton Park. È un circuito completamente nuovo, eppure non tutti i piloti erano contenti di gareggiarvi: per alcuni di loro la pista era troppo stretta e tortuosa per la MotoGP e il Gran Premio d’Ungheria poteva risultare una gara noiosa o molto pericolosa. Alla fine, queste preoccupazioni si sono dimostrate un po’ eccessive: la gara non ha presentato incidenti gravi, ed è risultata noiosa solo nel senso che a vincere è stato sempre il solito Marc Márquez.
Il Balaton Park si trova vicino al lago di Balaton (il più grande dell’Europa centrale) e dista circa 85 chilometri da Budapest, la capitale ungherese. Fu costruito dal 2019, dopo che un primo progetto, iniziato nel 2008, era stato abbandonato. La pista fu inaugurata solo nel 2023.
I problemi continuarono anche dopo l’apertura. Nel 2024 il Balaton Park avrebbe già dovuto ospitare una tappa del Mondiale di MotoGP e una di Superbike (quello in cui gareggiano delle moto di serie modificate per essere più performanti), ma non fu possibile perché non risultava omologato. Per adeguarsi agli standard richiesti dalla Superbike e dalla MotoGP, furono eseguiti ulteriori lavori: venne migliorato l’asfalto e furono modificate o aggiunte alcune curve.
Oggi la pista del Balaton Park è lunga poco più di quattro chilometri ed è larga solo 12 metri (la media delle altre piste è circa 15 metri). Ha 17 curve (10 che virano a sinistra, 7 a destra), mentre il rettilineo più lungo non supera i 700 metri. Questa conformazione rende molto difficili i sorpassi in gara e costringe i piloti ad alternare brusche frenate e accelerazioni, senza però poter andare troppo veloci. Per questo c’era chi temeva che questa gara sarebbe stata troppo noiosa da vedere.
Come si guida al Balaton Park
Alcune curve sono anche abbastanza pericolose per i piloti di MotoGP, soprattutto le prime due dopo la partenza: lì all’inizio della gara, quando i piloti sono ancora molto vicini tra loro, un singolo errore può facilmente provocare scontri e cadute pericolose. Il campione in carica Jorge Martín, che qualche mese fa ha subito un grave infortunio, ha detto che guidare una moto da corsa di MotoGP (che può superare i 350 chilometri orari) su una pista così piccola gli sembra «una follia».
Tra i piloti, le preoccupazioni erano notevolmente aumentate qualche settimana fa, quando si è corsa la prima gara ufficiale al Balaton Park, il Gran Premio d’Ungheria di Superbike. Proprio alla curva 2 c’era stato un brutto incidente, in cui sono stati coinvolti sette piloti e uno di loro si è rotto un polso.
Tuttavia, c’era anche chi sperava un po’ nel nuovo Balaton Park. In una pista piena di curve le moto non riescono mai ad andare alla massima velocità e la differenza tra una scuderia e l’altra si sente molto meno. È insomma una pista dove, ancora più del solito, contano le capacità tecniche dei piloti rispetto alle loro moto e dove può sperare di vincere anche chi, di solito, non riesce nemmeno ad arrivare tra i primi tre.
Eppure ancora prima della partenza il favorito era sempre lo spagnolo Marc Márquez, della Ducati, che alla fine ha vinto il Gran Premio senza troppi problemi. Márquez, che ha già vinto sei volte la MotoGP, quest’anno sta dominando il Motomondiale: ha quasi 200 punti di vantaggio sul fratello Álex e quasi il doppio dei punti rispetto al suo compagno di squadra Francesco Bagnaia.
Secondo El País, il Balaton Park è, in effetti, una pista perfetta per lui, perché nelle piste sinistrorse (cioè con più curve a sinistra, come questa) si trova spesso a suo agio e perché è molto abile nello stop and go, cioè nell’alternare brusche frenate a potenti accelerazioni tra una curva e l’altra.
Già durante le prove libere, Márquez era arrivato quasi sempre davanti agli altri, e l’unica volta che era arrivato secondo l’aveva fatto solo per sei millesimi di secondo. Alle qualifiche (cioè le gare con cui si determinano le posizioni di partenza) di sabato era arrivato primo e domenica ha quindi iniziato il Gran Premio al primo posto: un grande vantaggio, in una pista dove si può superare poco.
Le qualifiche del Gran Premio d’Ungheria
C’è anche da dire che già dopo le prime prove libere e le qualifiche – che si sono svolte tra venerdì e sabato – alcune preoccupazioni dei piloti sono state un po’ ridimensionate: i punti di sorpasso, secondo Jorge Martín, sono stati più del previsto, seppur sempre pochi. Non si sono nemmeno registrate molte cadute pericolose, anche se la prima curva si è confermata particolarmente insidiosa. Proprio lì c’era stato uno scontro tra il pilota francese Fabio Quartararo (che è caduto) e l’italiano Enea Bastianini (che è rimasto in sella) durante la sprint di sabato, una gara più breve che assegna comunque punti per il Mondiale.



