La Francia non ha lasciato correre l’ultima uscita di Salvini su Macron

Ha convocato l'ambasciatrice Emanuela D'Alessandro dopo che il ministro aveva detto che il presidente dovrebbe «attaccarsi al tram»

(Claudio Furlan/Lapresse)
(Claudio Furlan/Lapresse)
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Giovedì la Francia ha convocato l’ambasciatrice italiana Emanuela D’Alessandro per discutere di alcune dichiarazioni definite «inaccettabili» del ministro dei Trasporti Matteo Salvini contro il presidente francese Emmanuel Macron.

Mercoledì, in occasione di un evento a Milano, un giornalista aveva chiesto a Salvini cosa pensasse della proposta di Macron di inviare soldati in Ucraina per proteggerla da un eventuale futuro attacco da parte della Russia, una volta che si dovesse raggiungere un accordo di pace tra i due paesi. Salvini aveva risposto: «A Milano si direbbe “Taches al tram” (attaccati al tram, ndr). Vacci tu se vuoi. Ti metti il caschetto, il giubbetto, il fucile e vai in Ucraina».

L’agenzia di stampa francese AFP ha scritto che all’ambasciatrice è stato ricordato che le dichiarazioni di Salvini vanno «contro il clima di fiducia e le relazioni storiche tra i nostri due paesi, ma anche contro i recenti sviluppi bilaterali, che hanno evidenziato forti convergenze tra le due capitali, in particolare per quanto riguarda il sostegno incrollabile all’Ucraina».

Il riferimento è in particolare alle operazioni diplomatiche che hanno portato all’incontro alla Casa Bianca avvenuto lo scorso lunedì, dove Macron, la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni e altri leader europei sono andati per convincere Donald Trump ad allontanarsi dalle posizioni della Russia dopo l’incontro che aveva avuto con l’omologo russo Vladimir Putin a Ferragosto.

Le parole di Salvini comunque non sono una novità. L’ultima volta (ma non la prima) in cui Salvini se l’era presa pubblicamente con Macron era stato il 7 marzo scorso, quando gli aveva dato del «matto» generando trambusto sia in Italia sia all’estero: i giornali francesi, di ogni orientamento, avevano messo in risalto le parole del leader della Lega, e anche allora il ministero degli Esteri francese aveva convocato D’Alessandro, per protestare formalmente.