Il partito centrista NSC ha tolto il sostegno al governo dei Paesi Bassi per un disaccordo sull’opportunità di imporre sanzioni a Israele

Venerdì il ministro degli Esteri dei Paesi Bassi Caspar Veldkamp, del partito centrista Nuovo Contratto Sociale (NSC), ha annunciato le proprie dimissioni dopo una riunione di gabinetto in cui non ha ottenuto il sostegno dei suoi alleati di governo per imporre sanzioni nei confronti di Israele: dopo il suo annuncio anche gli altri membri di governo dell’NSC hanno annunciato il ritiro del proprio sostegno alla coalizione, in cui ora restano solo il partito di centrodestra Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD) e il partito populista e di destra Movimento dei contadini e dei cittadini (BBB).
Il governo di cui faceva parte l’NSC era già caduto a giugno dopo il ritiro dalla coalizione del partito di estrema destra Partito per la Libertà (PVV), che aveva accusato gli altri partiti di non avere posizioni abbastanza dure sulle politiche di immigrazione. Attualmente il governo dimissionario è in carica ad interim, e sempre a giugno aveva convocato elezioni anticipate per il prossimo 29 ottobre.
Le sanzioni volute da Veldkamp sarebbero state in risposta ai piani israeliani di occupare la città di Gaza e di costruire una nuova colonia per dividere in due la Cisgiordania. Veldkamp ha motivato le dimissioni con l’impossibilità di prendere decisioni politiche che da ministro degli Esteri ritiene necessarie. Da tempo il governo dei Paesi Bassi subisce pressioni per adottare misure contro Israele per via di come sta conducendo la guerra nella Striscia di Gaza: l’ultima protesta per questa ragione è stata a giugno, all’Aia, con oltre 100mila partecipanti.


