L’unico grande aeroporto italiano che quest’anno ha avuto meno passeggeri

Orio al Serio a Bergamo sta mostrando quanto sia dipendente dai voli low cost di Ryanair

(ANSA/ MICHELE MARAVIGLIA)
(ANSA/ MICHELE MARAVIGLIA)
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Secondo i dati dell’ENAC, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, nei primi sei mesi del 2025 tra gli aeroporti medio grandi ce n’è solo uno che ha avuto meno passeggeri rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: è Orio al Serio, a Bergamo, in cui c’è stato un calo del 4 per cento dei passeggeri, in controtendenza rispetto all’aumento generalizzato del 6 per cento negli aeroporti italiani.

È un dato abbastanza anomalo, considerato che Bergamo è il terzo aeroporto italiano per numero di passeggeri, e che non ci sono ristrutturazioni o lavori in corso sulle piste. Secondo un’analisi di Leonard Berberi, giornalista del Corriere che si occupa di aviazione, il motivo è legato al fatto che non è ancora stato trovato un accordo per il rinnovo dell’accordo commerciale tra la società che lo gestisce, la SACBO, e la compagnia aerea low cost Ryanair, da cui l’aeroporto dipende per l’80 per cento dei suoi voli.

L’accordo scade nel 2028 e le parti vorrebbero concluderlo entro la fine del 2025. Ma ci sono alcune divergenze che, secondo Berberi, avrebbero portato la compagnia a dirottare altrove parte dei voli.

Un aereo di Ryanair all’aeroporto di Bergamo (ANSA/MICHELE MARAVIGLIA)

Da una parte la SACBO vorrebbe tentare di diversificare la sua offerta, attualmente di fatto monopolizzata dai voli low cost di Ryanair, per cercare di portare una clientela più ricca e che può spendere di più negli esercizi commerciali dell’aeroporto. Dall’altra Ryanair chiede invece di avere gli stessi incentivi degli scorsi anni, quelli che hanno portato l’azienda a investire tanto su Orio al Serio: per incentivi si intende sconti sui costi operativi, o proprio contributi che le società che gestiscono gli aeroporti danno alle compagnie per sviluppare nuove tratte o per aumentare la frequenza dei voli. Questi incentivi portano le compagnie aeree ad aumentare l’offerta di voli, e aumenta quindi anche il numero di passeggeri che spendono nella struttura.

Secondo l’analisi del Corriere, negli anni tra il 2009 e il 2024 SACBO ha pagato più di mezzo miliardo di euro di questi incentivi: secondo alcune fonti di SACBO citate da Berberi 400 milioni sarebbero andati solo a Ryanair.

L’intenzione di SACBO sembra essere quella di non confermare le stesse cifre per il futuro. Qualche mese fa durante una conferenza stampa con i giornalisti l’amministratore delegato di Ryanair Michael O’Leary avrebbe mostrato una slide con scritto: «Bergamo non incentiva la crescita».

Nel primo semestre dell’anno Ryanair ha ridotto la sua offerta di voli da e per Orio al Serio del 5 per cento, circa 2mila voli in meno che equivalgono a 400mila potenziali viaggiatori. «È la conferma del meccanismo punitivo della low cost irlandese che di certo è bravissima e agilissima a spostare gli aerei in poche ore da una base all’altra se le sue richieste non vengono soddisfatte», ha detto una fonte di SACBO al Corriere. Il meccanismo è tanto più potente quanto la quota di mercato di Ryanair è alta nei singoli aeroporti, e a Bergamo è altissima.

SACBO ha smentito al Corriere questa ricostruzione: ha parlato di una «fase di transizione» e di un «adeguamento infrastrutturale» in corso fino all’autunno, e che un calo era previsto. Ryanair ha detto di aver dato priorità ad altri aeroporti in Abruzzo, in Calabria e in Friuli Venezia Giulia, secondo la compagnia perché in quelle regioni è stata ridotta l’addizionale municipale sui voli, una tassa che rientra nel costo del biglietto e che ne fa salire il prezzo.

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