Le nuove proteste delle pastaie di Bari Vecchia

Contro i sequestri e le regole sanitarie per la vendita delle orecchiette; stavolta c'è stata baruffa con alcuni giornalisti locali

(Donato Fasano/Getty Images)
(Donato Fasano/Getty Images)
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A Bari c’è stata una nuova protesta, più turbolenta delle precedenti, delle pastaie che vendono orecchiette fatte a mano in via Arco Basso, nel centro storico, nel quartiere di Bari Vecchia. L’esposizione di orecchiette a Bari Vecchia è una nota attrazione turistica, ma le donne che le producono si stanno scontrando da mesi con l’amministrazione comunale, perché ha imposto loro di seguire regole sanitarie di base e ha avviato controlli più severi. Alcune inchieste giornalistiche avevano documentato condizioni igieniche scarse, e le pastaie erano anche state accusate di vendere senza licenza prodotti industriali.

Questa volta la protesta è avvenuta in risposta a una serie di sequestri fatti nei giorni scorsi dalle forze dell’ordine, che hanno sequestrato alle donne 151 chili complessivi di merce, tra taralli, orecchiette e altri tipi di pasta apparentemente di provenienza industriale, e che quindi sarebbero stati venduti senza autorizzazione. Sono state fatte tre multe da 5mila euro ciascuna per commercio abusivo su suolo pubblico, e una per indebita appropriazione di spazi esterni.

La polizia annonaria, cioè il dipartimento della polizia locale che si occupa, tra le altre cose, della sicurezza del cibo negli esercizi commerciali, ha detto che le pastaie avrebbero riempito sacchetti senza etichetta con orecchiette comprate e di provenienza industriale, con l’obiettivo di spacciarle per pasta fatta a mano. Il problema è l’assenza di tracciabilità e il fatto che non abbiano l’autorizzazione per vendere prodotti non artigianali. Le pastaie negano di vendere prodotti industriali, e sostengono che quelli sequestrati sono fatti da loro.

Il vicolo di Bari Vecchia con le pastaie, a novembre (ANSA/VINCENZO CHIUMARULO)

Mercoledì in segno di protesta contro i sequestri le pastaie hanno bloccato l’accesso al famoso vicolo in cui di solito espongono i loro banchetti coi telai per le orecchiette: hanno usato gli stessi banchetti per impedire il passaggio e sono dovuti intervenire i carabinieri per far tornare l’ordine. Le cose sono poi precipitate con l’arrivo di alcuni giornalisti locali: due di loro, che già in passato si erano occupati spesso e in modo molto critico delle pastaie, in un video pubblicato sui social fanno vedere di essere stati aggrediti dalle donne, che hanno picchiato l’operatore e danneggiato la telecamera. Già negli scorsi mesi le pastaie avevano protestato contro i controlli sempre più rigidi e le regole imposte dal comune.

Da quest’anno infatti devono formalizzare la loro attività con la registrazione alla Camera di commercio, oltre che rispettare una serie di linee guida sulle condizioni igieniche degli ambienti e degli strumenti con cui si fanno a mano le orecchiette: una delle conseguenze è che non possono più vendere le orecchiette che producono per strada, ma potranno continuare a produrle solo a scopo dimostrativo. Non tutte si sono adeguate. Mercoledì le pastaie sono state ricevute dal sindaco di Bari Vito Leccese, che ha ribadito il divieto assoluto del commercio non autorizzato.

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