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  • Mercoledì 20 agosto 2025

Un uomo che nel 2021 fuggì con i figli nei boschi della Nuova Zelanda ancora non si trova

Ricerche della polizia e avvistamenti sono stati inutili: per la prima volta la famiglia ha dato un’intervista per invitarlo a tornare

Waikato, Nuova Zelanda (©Oliver Bolch/Anzenberger/Contrasto)
Waikato, Nuova Zelanda (©Oliver Bolch/Anzenberger/Contrasto)
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I familiari di Tom Phillips,  un uomo neozelandese che da dicembre del 2021 è scomparso insieme ai tre figli minorenni nei boschi vicino alla sua casa di Marokopa, un paese con meno di 100 abitanti nella isolata regione di Waikato, in Nuova Zelanda, hanno parlato pubblicamente per la prima volta, nel tentativo di convincerlo a tornare a casa.

Tom Phillips era fuggito pochi giorni prima di Natale, portando con sé i suoi tre figli Ember, che ora ha 9 anni, Maverick (10) e Jayda (12), dopo un apparente litigio con la moglie. È una situazione decisamente anomala: sono 3 anni e 8 mesi che Phillips vive nascosto nei boschi insieme ai tre bambini. La polizia li sta cercando da anni senza successo, nonostante siano stati avvistati molte volte e anche immortalati da alcune telecamere di sicurezza.

Il giornalista Paddy Gower del sito di informazione neozelandese Stuff ha intervistato la sorella dell’uomo, Rozzi Phillips. Lei ha detto che la famiglia è disponibile ad aiutare l’uomo in tutto quello di cui ha bisogno, e vuole che lui e i figli tornino a casa. Durante la diretta Rozzi Phillips ha anche letto un testo in cui la madre di Tom si augura che tutti e quattro tornino il prima possibile.

Tom Phillips era inizialmente scomparso con i figli per 19 giorni a settembre del 2021 nelle zone vicino a casa a Marokopa. Al suo ritorno disse che aveva portato i ragazzi a fare un periodo prolungato di campeggio, e che aveva bisogno di schiarirsi le idee, forse per delle difficoltà nella relazione con la madre dei bambini. Pochi mesi dopo, a dicembre, i quattro sparirono di nuovo e definitivamente. L’uomo era ricercato dalla polizia, e quando a gennaio del 2022 non si presentò in tribunale venne emesso un mandato di arresto.

La polizia ritiene che nel maggio del 2023 Phillips abbia cercato di rapinare una banca con uno dei figli prima di fuggire con un quad rubato a Te Kuiti, una cittadina a circa 40 chilometri di distanza da Marokopa. A novembre dello stesso anno una telecamera di sicurezza aveva filmato due persone entrare in un negozio e provare a rapinarlo a Piopio, nella stessa zona. Anche in questo caso secondo la polizia le due persone erano Phillips e uno dei figli. In precedenza Phillips era anche stato visto da solo dalla madre, che l’aveva segnalato alla polizia.

A giugno 2024 la polizia aveva offerto una ricompensa da 80mila dollari neozelandesi (circa 40mila euro) per qualsiasi informazione che portasse al ritrovamento di Phillips e dei figli: quando l’offerta è scaduta, due settimane dopo, erano arrivate 50 segnalazioni considerate significative, ma nessuna decisiva. I quattro sono stati avvistati l’ultima volta a ottobre del 2024, quando incontrarono un gruppo di cacciatori, con cui parlarono brevemente. Nonostante questo la polizia non è ancora riuscita a rintracciarli.

Le ricerche sono complicate dalla conformazione dell’area. La regione di Waikato si trova nella parte nord-occidentale dell’Isola del Nord (la seconda isola più grande della Nuova Zelanda) ed è composta da lunghe coste, boschi molto fitti e una rete di grotte calcaree. La densità abitativa è di circa 20 abitanti per chilometro quadrato (per fare un confronto, il dato è quasi la metà di quello della Valle d’Aosta, che con 38 abitanti per chilometro quadrato è la regione italiana con la minore densità).

Vari elementi suggeriscono che Phillips sia una persona capace di sopravvivere all’aperto. Nell’intervista la sorella l’ha definito un bushman, un termine che in inglese identifica un tipo di persona molto solitario e in grado di cavarsela anche in zone isolate, aggiungendo che spesso andava a cacciare con il padre e che durante la scuola aveva partecipato a un programma di sei mesi in cui aveva imparato come sopravvivere all’aperto.

Al momento non ci sono elementi che possano far ritenere che la sua famiglia o altre persone della zona possano aver aiutato le quattro persone a sopravvivere in condizioni così disagevoli. Nell’intervista la sorella ha ammesso un doppio sentimento, in parte contraddittorio: spera che qualcuno possa averli aiutati in questo periodo, così da rendere loro la vita meno complessa, ma allo stesso tempo le provocherebbe molta rabbia non avere ricevuto alcuna notizia sulla loro situazione.