Marc Márquez è tornato quello degli anni migliori
A 32 anni è molto vicino a vincere il suo settimo Mondiale di MotoGP; gli altri sei li vinse tra il 2013 e il 2019

Lo spagnolo Marc Márquez è tornato dopo anni a essere il pilota più forte della MotoGP, la categoria più importante del Motomondiale. Al Gran Premio d’Austria del 17 agosto ha vinto la sua sesta gara consecutiva, una cosa che non gli riusciva dal 2014, ed è da sei gare che vince anche la gara sprint, una corsa più breve che precede il Gran Premio vero e proprio. A 32 anni Márquez è ormai vicinissimo a vincere il suo settimo titolo mondiale in MotoGP, dopo aver vinto i primi sei tra il 2013 e il 2019.
A inizio stagione Márquez era dato per favorito e in molti vedevano in Francesco Bagnaia, suo compagno di squadra in Ducati, il suo principale rivale. Invece, dopo 13 gare su 22, Márquez è praticamente senza rivali: ha quasi 150 punti di vantaggio sul fratello Álex e quasi il doppio dei punti rispetto a Bagnaia. È un risultato notevole, soprattutto se si considera che fino a un paio di anni fa molti ritenevano che la parte migliore della sua carriera fosse finita, dopo una serie di gravi infortuni che lo avevano persino portato a pensare di ritirarsi.
Per tutti gli anni Dieci Márquez è stato uno dei migliori piloti al mondo. Arrivò in MotoGP nel 2013, a vent’anni, dopo aver vinto il titolo mondiale sia in 125 sia in Moto2 (le due classi inferiori). Al suo primo anno in MotoGP, con la casa motociclistica giapponese Honda, vinse subito il titolo e nel 2014 si ripeté arrivando primo davanti a Valentino Rossi.
Per alcuni anni i due – uno a fine carriera e l’altro all’inizio – furono protagonisti di una intensa rivalità. Dopo il terzo posto del 2015 (quando vinse Jorge Lorenzo) tra il 2016 e il 2019 Márquez vinse altri quattro mondiali consecutivi, sempre con la Honda.
Márquez ha avuto anche molti infortuni. È una cosa frequente in uno sport rischioso come la MotoGP: nel suo caso, almeno in un paio di occasioni, gli infortuni sono stati però particolarmente rilevanti e preoccupanti. Già nel 2011 – quando aveva 18 anni ed era alla sua prima stagione di Moto2 – ebbe un grave incidente: sbatté la testa durante una caduta nella prova libera, gli si paralizzò un muscolo dell’occhio e gli fu diagnosticata la diplopia, un disturbo della vista per cui si vede doppio. Fu operato all’inizio del 2012 e in pochissimi mesi tornò a gareggiare riuscendo perfino a vincere il Mondiale di Moto2.
In MotoGP i suoi recuperi furono altrettanto eccezionali. Nel 2014, a un mese dall’inizio del campionato, si fratturò il perone durante un allenamento: riuscì comunque a presentarsi alla partenza del Motomondiale, vincendo i primi Gran Premi della stagione. Tra il 2018 e il 2019 si lussò tre volte la spalla, continuando comunque a vincere. Anzi, la sua stagione del 2019 è considerata da molti la migliore di sempre per un pilota in MotoGP, dato che su 19 gare ne vinse 12, arrivando secondo in 6 occasioni.

Marc Márquez nel 2019 a Barcellona, in Spagna (David Ramos/Getty Images)
Per Márquez le cose cambiarono radicalmente nel luglio del 2020, quando cadde durante il Gran Premio di Spagna e si ruppe l’omero destro. Fu operato subito e solo cinque giorni dopo decise di tornare a gareggiare. Fu una scelta azzardata, che peggiorò notevolmente le sue condizioni: pur ritirandosi dopo le qualifiche Márquez si sforzò a tal punto che la placca in titanio che gli era stata inserita durante l’operazione si ruppe.
Il recupero dalla rottura dell’omero divenne così molto più lungo e complicato. Márquez dovette sottoporsi ad altri due interventi chirurgici e fu costretto a saltare il resto della stagione. Per la prima volta concluse un Mondiale con zero punti in classifica.
Nel 2021 tornò a gareggiare, sempre con la Honda, ma era lontano dal livello del decennio precedente. Tornò a vincere qualche Gran Premio, ma mai a essere competitivo per la vittoria del Mondiale, e gli capitò sempre più spesso di cadere e di ritirarsi da una gara. Tra il 2021 e il 2022 ebbe anche due nuovi episodi di diplopia: uno di questi gli fu diagnosticato dopo una bruttissima caduta nei giorni del Gran Premio d’Indonesia del 2022. Nello stesso anno fu operato per una quarta volta all’omero.
Insomma, gli anni migliori della carriera di Márquez sembravano finiti: tra il 2021 e il 2023 non riuscì mai ad arrivare sopra al settimo posto nella classifica finale del Motomondiale e valutò persino di ritirarsi. Il problema, però, non erano solo i suoi infortuni: nel frattempo, la sua moto Honda non era più in grado di competere con quelle della Ducati.
Per questo nel 2024 Márquez lasciò la Honda e passò a Gresini Racing, il team satellite della Ducati, una squadra con una moto costruita dalla Ducati ma meno potente e aggiornata rispetto a quella della squadra “ufficiale”. Pur gareggiando con la moto del team satellite dimostrò di essere ancora un pilota di altissimo livello: vinse tre Gran Premi e arrivò terzo nella classifica finale del Motomondiale. La Ducati decise quindi di inserirlo nel team principale, il Ducati Lenovo Team, per la stagione 2025 (quella che si sta correndo ora).
Márquez è quindi tornato a essere pressoché imbattibile in MotoGP: perché guida la migliore moto del campionato, ma anche perché è capace di farla rendere al massimo, anche se con uno stile un po’ diverso rispetto a quello con cui guidava la Honda.
Fino a qualche anno fa Márquez era un pilota molto aggressivo e impulsivo, in grado di realizzare sorpassi spettacolari ma anche molto rischiosi. Il modo un po’ spericolato con cui affrontava le curve e i contatti in pista era ammirato da piloti e appassionati, ma allo stesso tempo criticato da molti avversari. Tra questi, il più grande critico di Márquez fu (ed è ancora) Valentino Rossi, cosa che spiega anche in parte perché – nonostante guidi una moto italiana – in Italia è in genere difficile trovare grandi tifosi di Márquez.
La rivalità tra Marc Márquez e Valentino Rossi continua ancora oggi
Da quando è arrivato in Ducati, Márquez guida in modo molto più controllato: è ancora aggressivo, ma in modo meno spavaldo e più strategico. Oltre che alla nuova moto, questo è dovuto anche al fatto che gli infortuni e il passare degli anni lo hanno reso più consapevole di quali siano i rischi giusti da prendere. Anche quando le cose si mettono male riesce a gestire e vincere la gara con una tranquillità notevole. Quest’anno lo ha dimostrato al Gran Premio della Repubblica Ceca: pur essendo caduto durante le qualifiche e pur avendo avuto dei problemi con la pressione delle gomme, è riuscito a vincere sia il Gran Premio sia la gara sprint.



