• Sport
  • Martedì 12 agosto 2025

La Serie A di basket sarà trasmessa dalla Serie A di basket

Sarà la prima lega sportiva italiana di rilievo a farsi una propria piattaforma, e probabilmente non l'ultima

Il logo della LBA Serie A (Emanuele Cremaschi/Getty Images)
Il logo della LBA Serie A (Emanuele Cremaschi/Getty Images)
Caricamento player

Dalla prossima stagione la LBA (o Lega Basket, che gestisce la Serie A maschile italiana di basket) avrà una propria piattaforma di streaming. Si chiamerà LBATV e trasmetterà da sé tutte le partite di campionato, oltre alle altre due competizioni legate alla massima serie, la Coppa Italia e la Supercoppa. Dopo alcune leghe minori, la Serie A di basket sarà il primo campionato italiano di rilievo a dotarsi di un “canale di lega”, come viene anche chiamata la piattaforma. Non cederà, cioè, i suoi diritti di trasmissione a una tv o a una piattaforma di streaming, come avviene di solito, ma li gestirà direttamente. Lascerà solo qualche partita a Sky, ma né in streaming né tantomeno in esclusiva.

È una notizia significativa, perché fino a pochi anni fa si riteneva che un “canale di lega” fosse ingestibile in Italia, per i costi e per la concorrenza delle emittenti tradizionali. Ci provarono nel 2003 alcune squadre minori della Serie A e B di calcio, ma il loro canale chiuse dopo solo un mese di attività per problemi finanziari. Rinunciare ai soldi della vendita dei diritti televisivi è infatti abbastanza rischioso, dato che rappresentano una grande parte dei ricavi di una lega (e quindi delle squadre che la compongono).

La nascita di LBATV è quindi emblematica di un cambiamento nella gestione dei diritti televisivi nello sport. Le offerte delle emittenti sono sempre più basse (dato che i loro guadagni stanno diminuendo) e sono comunque più vincolanti; per le leghe un proprio canale sta iniziando a essere quindi una soluzione preferibile, se non necessaria. Non sta succedendo solo in Italia: quest’anno la Ligue 1, il principale campionato francese di calcio, era rimasta senza offerte da parte di piattaforme e tv e per questo dalla prossima stagione trasmetterà da sola le sue partite (è probabile che si accorderà anche con alcune emittenti, ma solo come distributori della sua piattaforma).

Talvolta, comunque, farsi un “canale di lega” può diventare pure conveniente, e non solo una scelta obbligata. La Lega Basket, infatti, ha scelto di avocare a sé l’utilizzo dei propri diritti televisivi non solo perché ha ritenuto troppo basse le offerte delle emittenti, ma anche perché Deltatre (un fornitore di servizi tecnologici per lo sport) le ha offerto parecchi soldi per fare e gestire una piattaforma di streaming tutta sua.

Deltatre è una società torinese che collabora con alcune delle leghe sportive più importanti al mondo, come NFL, Champions League e Premier League, per cui raccoglie e analizza dati, fa grafiche e produce, appunto, servizi audiovisivi. Da inizio agosto è diventata anche collaboratrice della Lega Nazionale Pallacanestro (quella della Serie A2 e della Serie B) e gestirà il suo servizio di streaming, LNP Pass.

Secondo la Nuova Venezia, l’accordo quinquennale tra Deltatre e Lega Basket prevede che la prima paghi una cifra fissa di 2,4 milioni di euro per gestire e commercializzare LBATV nella prima stagione e di 2,9 milioni per le quattro successive; a questi soldi si aggiungerà, eventualmente, il 50 per cento dei ricavi derivanti dagli abbonamenti, ma solo nel caso in cui superino i 100mila (un numero molto ambizioso). Nelle scorse tre stagioni la LBA aveva ricevuto 10 milioni di euro per tre anni da Eleven Sports, che nel frattempo era stata acquisita da DAZN. Michele Spiezia di Storiesport ha detto che quest’anno le offerte erano di gran lunga minori e che DAZN si era tirata fuori dalle trattative abbastanza presto.

La LBA avrà peraltro un controllo abbastanza inedito per una lega sportiva in Italia. Già l’anno scorso produceva dei contenuti editoriali originali per DAZN o YouTube, ma dalla prossima stagione avrà un controllo diretto anche sui prezzi degli abbonamenti (che non si conoscono ancora), sulla scelta dei telecronisti, sui contenuti extra da produrre e trasmettere, sugli orari, e su molti altri aspetti del servizio. Questi aspetti saranno definiti da un comitato direttivo di tre persone, formato da due rappresentati di LBA e uno solo di Deltatre.

Secondo Umberto Gandini, il presidente uscente della Lega Basket, LBATV dovrà prendere come modello la NFL. Quest’ultima è la principale lega di football americano al mondo (quella statunitense) e da anni possiede dei propri canali: sono un po’ diversi da LBATV, perché non trasmettono tutte le partite di campionato, ma sono comunque considerati dei servizi di alta qualità. Tant’è che dalla prossima stagione saranno acquisiti da ESPN, un’importante emittente televisiva statunitense, e in cambio la NFL riceverà il dieci per cento delle quote della rete. Anche l’NBA, la prestigiosa lega di basket nordamericana, trasmette in tutto il mondo le sue partite sulla propria piattaforma (attraverso l’NBA League Pass).

Il presidente della Lega Basket Umberto Gandini, che rimarrà in carica fino al 1° ottobre, 15 febbraio 2025 (Jonathan Moscrop/Getty Images)

Insomma, la LBATV potrebbe essere un progetto molto vantaggioso e ambizioso per la Lega Basket e per le squadre che la compongono. Per chi segue il basket in Italia, invece, potrebbe essere un problema. Dato che sarà un servizio autonomo, permetterà di vedere solo la Serie A di basket e sarà quindi un costo aggiuntivo. I due campionati di basket più seguiti in Europa – l’NBA e l’Eurolega – saranno invece visibili su Amazon Prime Video (dove sarà disponibile solo una selezione di partite NBA) e su Sky, che offrirà solo un numero ridotto delle partite di Serie A, con due match per ogni giornata della stagione regolare e la maggior parte dei playoff (l’NBA come detto si può seguire anche sulla piattaforma della lega, sempre attraverso un abbonamento).

Il fatto che la Lega Basket abbia ceduto a Sky solo un numero limitato di partite non è una novità. Una strategia simile si applica anche nel calcio, dove esiste una piattaforma che trasmette tutte le partite del campionato, mentre un’altra ne acquista soltanto una selezione. Questo approccio consente di diversificare la vendita dei diritti televisivi, aumentando sia i ricavi sia la visibilità del campionato.

Tuttavia, se l’esperimento di LBATV dovesse funzionare potrebbe essere replicato anche dalla Serie A di calcio, dove l’idea di un “canale di lega” viene periodicamente discussa. Se ne era parlato, per esempio, nel 2021 e nel 2024, gli anni delle ultime (faticose) vendite dei diritti, ma non si era infine fatto nulla. Giovanni Armanini, nella sua newsletter Fubolitix, sostiene che oggi questa ipotesi sia più concreta: secondo lui DAZN, che dovrebbe trasmettere tutto il campionato fino al 2029, «difficilmente sarà sostenibile» fino ad allora.

La Serie A di calcio sarebbe tecnologicamente già pronta a questo passaggio. Spiezia ha detto che Deltatre, per esempio, già collabora con la Lega Serie A e che la sede del VAR di Lissone, in Brianza, sta diventando il nuovo centro di produzione ed elaborazione video e di trasmissione del campionato.