Nel paese in cui è vietato morire si potrà tornare a morire
A Falciano del Massico, nel casertano, c'è proprio un'ordinanza che vieta di «andare nell'aldilà», e finora c'erano anche buone ragioni

Negli ultimi dieci anni quasi 600 abitanti di Falciano del Massico, un comune di poco più di tremila persone in provincia di Caserta, hanno violato loro malgrado un’ordinanza firmata nel 2012 dall’allora sindaco Giulio Cesare Fava. Diceva così: «Con decorrenza immediata e per quanto nelle possibilità di ciascuno, è fatto divieto ai cittadini residenti nel comune di Falciano del Massico o comunque di passaggio per il territorio comunale, di oltrepassare il confine della vita terrena per andare nell’aldilà».
In sostanza era vietato morire. Dal prossimo anno, se tutto andrà come previsto, quell’ordinanza non avrà più valore e a Falciano del Massico si potrà tornare a morire in pace, senza violare alcunché, perché sarà finita la costruzione di un nuovo cimitero.
Il divieto di morire era stato imposto dal sindaco in modo provocatorio, pur con un atto ufficiale: l’ordinanza numero 9 fu firmata il 2 marzo del 2012 e risulta tuttora in vigore. Le premesse che giustificavano il divieto infatti non sono cambiate.
Il sindaco vietò agli abitanti di morire non tanto per una questione religiosa, filosofica o peggio ancora per scherzo, ma per un problema piuttosto pratico iniziato decenni prima. Nel 1964, dopo moltissime discussioni, Falciano del Massico si separò dal comune di Carinola, di cui era sempre stato una frazione. Divenne autonomo, con un suo sindaco, un suo consiglio comunale, un suo municipio, ma non un suo cimitero, che non aveva mai avuto: da sempre le persone che muoiono a Falciano del Massico vengono tumulate nel cimitero di San Lorenzo, nella vicina frazione Casanova del comune di Carinola.
Per trent’anni, dopo la scissione, nessun sindaco si preoccupò di costruire un nuovo cimitero, fino a quando i loculi del cimitero di Casanova finirono. Già nel 2012 il sindaco era costretto a contrattare, anzi quasi a elemosinare sepolture nei comuni vicini, un disagio che continua anche oggi. «Quando muore qualcuno capita che debba muovermi in prima persona. Chiamo qualche collega per chiedere se hanno disponibilità di loculi», dice l’attuale sindaco, Erasmo Fava.
Nonostante gli abitanti chiedano da anni di trovare una soluzione, lo studio e il progetto del nuovo cimitero sono andati a rilento. Il confronto, anche politico, è durato anni. Un primo progetto fu scartato, poi furono presentati ricorsi contro una seconda versione, e solo nel 2021 con l’attuale amministrazione ne è stata presentata una nuova, definitiva.
Ci sono voluti altri quattro anni per tutto il resto, per l’approvazione del progetto preliminare, di quello definitivo e soprattutto per trovare i soldi. Lo scorso aprile è stato aggiudicato l’appalto. Manca solo la firma sul contratto necessaria per aprire il cantiere. Il comune spenderà in totale quasi due milioni e mezzo di euro.
Il sindaco Fava assicura che i lavori inizieranno dopo l’estate, probabilmente a settembre. Il cimitero verrà costruito vicino a quello di San Lorenzo. Sarà formato da quattro corti di loculi, aree per le inumazioni, cioè per tombe scavate nella terra, oltre a un edificio all’ingresso, una chiesa e un parcheggio. Saranno sistemati anche tutti gli spazi esterni con piante e zone verdi. Fava dice che questo progetto è il più importante non solo della sua amministrazione, ma di tutta la storia di tutte le amministrazioni di Falciano del Massico.



