Pur di bloccare una legge, in Texas alcuni politici hanno lasciato lo stato
I Democratici stanno tentando di impedire ai Repubblicani di ridisegnare i collegi elettorali, in una storia locale dalle grandi implicazioni nazionali

Più di 50 deputati locali della Camera statale del Texas hanno lasciato lo stato per evitare l’approvazione di una legge che modificherebbe i collegi elettorali dello stato. La legge è un progetto dei Repubblicani, che hanno la maggioranza; i parlamentari che hanno lasciato lo stato sono tutti del Partito Democratico. «Lasciamo il Texas per lottare per i texani», ha detto Gene Wu, il capo dell’opposizione locale alla Camera, con una frase solo apparentemente contraddittoria.
La fuga dei Democratici è innanzitutto una forma di protesta contro una legge che ha anche il sostegno del presidente statunitense Donald Trump, e che ridisegnerebbe la mappa delle circoscrizioni in cui è diviso lo stato, quelle in cui vengono eletti i membri della Camera dei rappresentanti federale, che fa parte del Congresso della capitale Washington DC. I nuovi collegi distribuirebbero la popolazione in modo da dare ai Repubblicani la possibilità di ottenere cinque seggi in più di oggi. Il Texas esprime 38 deputati alla Camera, di cui al momento 25 sono Repubblicani.
I parlamentari che sono andati via – che sono invece membri della Camera locale del Texas, che ha giurisdizione sul disegno dei collegi – sperano anche di rallentare così l’iter della legge: perché la Camera locale possa esprimersi, serve che siano presenti almeno due terzi dei suoi membri, cioè 100 su 150. I Democratici hanno 62 deputati: non è noto il numero esatto di coloro che hanno lasciato lo stato ma sembra siano abbastanza perché non si arrivi al quorum. Se fossero rimasti in Texas, i Repubblicani avrebbero potuto provare a rintracciarli e chiedere alla polizia di portarli fisicamente in aula (successe per esempio nel 2003). Dato che hanno lasciato lo stato, la polizia non ha più competenza.
Molti parlamentari locali del Partito Democratico sono andati in Illinois, dove hanno ricevuto sostegno dal governatore J.B. Pritzker: un politico di cui si era parlato lo scorso anno come possibile vice di Kamala Harris e che secondo molti punta a candidarsi alla presidenza nel 2028. Altri sono andati nello stato di New York. La protesta è stata sostenuta anche dal Partito Democratico a livello nazionale, visto che un simile ridisegno dei collegi texani rischia di rendere molto più complicato per il partito ottenere di nuovo la maggioranza alla Camera federale.

Il governatore dell’Illinois J.B. Pritzker in conferenza stampa con Gene Wu e altri parlamentari texani, il 3 agosto (AP Photo/Mark Black)
Greg Abbott, il governatore Repubblicano del Texas, ha detto che se i parlamentari Democratici non torneranno entro lunedì considererà la protesta come una forma di rinuncia alla loro carica, e ha minacciato di rimuoverli dall’incarico. Con tutta probabilità questa decisione sarebbe contestata in tribunale. In base alle leggi texane, i membri della Camera possono ricevere multe da 500 dollari per ogni giorno di assenza non autorizzata: Abbott ha aggiunto che i parlamentari potrebbero commettere dei reati se accettassero finanziamenti esterni – per esempio dai sostenitori o dal partito – per pagare queste multe.
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Modificare le mappe elettorali è un processo noto come “redistricting”, piuttosto comune negli Stati Uniti ma anche molto discusso perché spesso viene sfruttato dai partiti di maggioranza per favorire i propri candidati (quando le modifiche vengono fatte con fini apertamente strumentali, si parla di gerrymandering). Storicamente i grandi centri urbani votano più per il Partito Democratico, e le zone rurali più per il Partito Repubblicano: modificare i confini delle circoscrizioni per includere o meno una città, per esempio, oppure spezzettare una città in cinque o sei circoscrizioni diverse, permette di influenzare i risultati.
I parlamentari Repubblicani del Texas sono interessati a modificare la mappa elettorale soprattutto per approfittare del successo che il partito sta avendo tra gli elettori latinoamericani, che in Texas costituiscono un’ampia parte della popolazione. Per decenni i latinoamericani hanno votato in maggioranza per i Democratici, ma ultimamente si stanno spostando su posizioni più conservatrici, con cui sono in sintonia soprattutto sull’economia, la sicurezza e le questioni culturali-religiose. Alle presidenziali del 2024 Trump ha ottenuto il 48 per cento tra gli elettori latinoamericani, una percentuale altissima. Quindi tante zone dello stato un tempo impossibili per i Repubblicani stanno diventando competitive.
I ritardi nel voto sulla legge per il redistricting rallenteranno tutta la sessione di voto in corso al Congresso del Texas, che prevede anche discussioni sulle leggi che dovrebbero fornire aiuti e altre misure per le alluvioni in Texas di inizio luglio, nelle quali sono morte più di 130 persone. Wu ha detto che l’assenza dei parlamentari Democratici potrebbe durare fino alla fine della sessione di voto, il 19 agosto.
Sebbene sia inusuale, non è la prima volta che dei parlamentari locali se ne vanno dal proprio stato per evitare il raggiungimento del quorum. Era successo anche in Texas nel 2021, quando più di 50 parlamentari Democratici se ne erano andati per protestare contro una modifica della legge elettorale che avrebbe sfavorito gli abitanti neri o latinoamericani. La protesta era durata 38 giorni, poi alcuni erano tornati in Texas e alla fine la legge era stata comunque approvata.
Il Texas è uno stato solidamente Repubblicano: i Democratici non vincono alle elezioni presidenziali dal 1976. Da qualche anno però la sua composizione demografica sta cambiando, principalmente perché sempre più persone decidono di trasferirsi in Texas, soprattutto dalla California. Proprio a causa dell’aumento della popolazione, secondo alcune proiezioni al prossimo censimento – nel 2030 – il Texas potrebbe ottenere 4 seggi aggiuntivi alla Camera, passando da 38 a 42. Diventerà quindi uno stato sempre più influente a livello nazionale, e anche per questo c’è molta attenzione sulle scelte che potrebbero influenzare i suoi risultati elettorali, come le mappe e i distretti.
Il governatore della California Gavin Newsom (Democratico) ha detto che, se il Texas modificherà i suoi distretti elettorali per favorire i Repubblicani, anche la California cambierà i propri per favorire i Democratici. Ma le stesse proiezioni attribuiscono alla California una perdita potenziale di 4 dei suoi seggi, dopo il censimento del 2030.
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