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  • Lunedì 4 agosto 2025

I lanci aerei di aiuti sulla Striscia servono a poco

Sono inefficienti e costosi, possono creare problemi a terra e non servono a contrastare la malnutrizione

Lanci di aiuti umanitari sulla Striscia di Gaza, 31 luglio 2025
Lanci di aiuti umanitari sulla Striscia di Gaza, 31 luglio 2025 (AP Photo/Abdel Kareem Hana)
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Il lancio di cibo e generi di prima necessità sulla Striscia di Gaza dagli aerei è un’operazione inefficiente, che non farà molto per alleviare le condizioni di malnutrizione e sofferenza dei palestinesi della Striscia. Negli ultimi giorni vari paesi europei hanno cominciato a organizzarne (inizierà presto anche l’Italia), sapendo comunque che è una misura di emergenza: il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha detto che «quantità sufficienti di aiuti possono essere fornite soltanto via terra».

L’esercito statunitense era arrivato a conclusioni simili già nel 1991, quando definì il lancio di cibo e altri beni via aerea «il meno efficace dei metodi di distribuzione». Accadde in seguito a un tentativo effettuato nella primavera di quell’anno, quando centinaia di migliaia di curdi dell’Iraq si erano rifugiati nelle zone di montagna vicine alla Turchia per sfuggire alla repressione del regime di Saddam Hussein. Gli Stati Uniti avevano quindi cominciato a lanciare aiuti per via aerea, dopo aver istituito con Gran Bretagna e Francia una zona di divieto di sorvolo per l’aviazione irachena.

I carichi paracadutati avevano però fatto grandi danni, con persone schiacciate e pacchi arrivati in zone minate. I rifugiati erano obbligati a corse per accaparrarsi i pacchi, che quindi non venivano ripartiti in modo equo. Dopo alcune settimane l’esercito interruppe i lanci e distribuì gli aiuti portandoli con gli elicotteri, prima di riuscire ad aprire una via terrestre per i camion. Da allora la distribuzione via aerea è stata di fatto accantonata per 30 anni, prima di essere nuovamente utilizzata a Gaza in questa guerra.

Questa è la seconda volta che i paesi occidentali provano a inviare aiuti su Gaza per via aerea. Successe anche nel marzo 2024, quando l’allora amministrazione statunitense di Joe Biden, esasperata dal blocco imposto da Israele alle frontiere, cominciò a inviare cibo e generi di prima necessità via aria. L’operazione fu però interrotta dopo poche settimane perché fu considerata insufficiente.

Anzitutto, lanci di questo tipo sono pericolosi per le persone a terra. Il cibo e i generi di prima necessità sono montati su grossi pallet (cioè piattaforme di legno) che vengono lanciati da centinaia di metri di altitudine, e fatti scendere con un paracadute. Un pallet che trasporta cibo può pesare fino a 500 chili, mentre un pallet che trasporta acqua quasi una tonnellata. In altre circostanze queste operazioni di aiuti umanitari vengono coordinate attentamente con chi si trova a terra, per fare in modo che il pallet atterri in un’area libera e non faccia danni. Ma questo tipo di coordinamento è impossibile a Gaza, dove non ci sono autorità sul campo e la popolazione è allo stremo.

Così gli aerei finiscono per lanciare i pallet in zone che si stimano sicure, ma spesso finiscono per fare gravi danni. Nel 2024 cinque persone furono uccise quando un paracadute non si aprì e un pallet le schiacciò. L’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari ha detto che anche in questi ultimi giorni ci sono state testimonianze di persone ferite e di tende ed edifici danneggiati dai lanci.

Un ragazzino raccoglie un sacco di cibo lanciato in mare, 29 luglio 2025

Un ragazzino raccoglie un sacco di cibo lanciato in mare, 29 luglio 2025 (AP Photo/Abdel Kareem Hana)

Il lancio di grandi carichi di cibo e generi di prima necessità sul territorio della Striscia, inoltre, fa sì che soltanto chi è fisicamente abile o più forte degli altri possa accaparrarseli.

Una donna ad al Karama, a est della città di Gaza, ha raccontato che la settimana scorsa un pallet è caduto sul tetto della sua casa, facendolo collassare. Subito dopo la caduta, un gruppo di persone armate di coltello è corso verso la casa, mentre la donna si chiudeva a chiave con i suoi figli in una stanza rimasta intatta per proteggersi. La donna e i bambini non hanno ricevuto nessun aiuto, e hanno temuto per la propria sicurezza. Le persone più deboli, gli anziani e i malati non possono davvero ricevere gli aiuti quando vengono lanciati in posti disparati e magari difficili da raggiungere del territorio.

Il cibo lanciato dagli aerei, inoltre, non è adeguato per le oltre 90 mila persone che si trovano in stato di malnutrizione. Per evitare gravi conseguenze sulla salute le persone malnutrite devono assumere alimenti fortificati (cioè con aggiunta di elementi che compensano le carenze nutrizionali). Il tipo di cibo che viene lanciato sulla Striscia (farina, zucchero, cibo in scatola) non è adatto a questo scopo.

Dai lanci aerei sono inoltre spesso escluse le medicine, che potrebbero danneggiarsi con l’impatto a terra.

Lanci aerei l'anno scorso, marzo 2024

Lanci aerei l’anno scorso, marzo 2024 (AP Photo/Tsafrir Abayov)

In generale, lanciare cibo e altri beni dagli aerei è enormemente meno efficiente che farli arrivare via terra. Un camion può percorrere tutta la Striscia (che è lunga 40 chilometri circa) in poche ore, e può arrivare capillarmente a consegnare cibo dove c’è bisogno. La capacità di carico di un singolo camion è dieci volte superiore a quella di un aereo. Un viaggio in camion inoltre è 42 volte meno costoso di un lancio aereo.

Il problema, ovviamente, è che Israele impedisce ai camion di entrare nella Striscia di Gaza, se non in piccolissime quantità. Di recente inoltre Israele ha centralizzato la distribuzione del cibo tramite la Gaza Humanitarian Foundation, e questo ha creato la condizione per continui massacri di civili, perché l’esercito israeliano spara sui civili in fila.

Nel 2024, nel corso di una campagna di lanci aerei durata settimane, gli Stati Uniti inviarono sulla Striscia di Gaza 1.000 tonnellate di cibo e altro. Corrispondono più o meno al carico di 40 camion. Per rispondere ai bisogni della popolazione di Gaza, servirebbero 500 camion di aiuti ogni singolo giorno, secondo le Nazioni Unite.

– Ascolta anche: Fare il medico a Gaza