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  • Sabato 2 agosto 2025

La Svizzera non si capacita degli altissimi dazi di Trump

Sono del 39 per cento, tra i più alti del mondo, e sono arrivati inaspettati

La via principale di Zermatt, in Svizzera
La via principale di Zermatt, in Svizzera, nel 2024 (Getty Images/Steve Christo)
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Venerdì il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato due ordini esecutivi che contengono nuovi dazi contro decine di paesi. Tra quelli maggiormente colpiti c’è la Svizzera, a cui Trump ha annunciato che imporrà dazi del 39 per cento su molte importazioni. È una percentuale tra le più alte in assoluto (la quarta più alta globalmente, dopo Siria, Laos e Myanmar). È anche più del doppio rispetto a quella approvata per le importazioni dall’Unione Europea, di cui la Svizzera non fa parte, che è del 15 per cento.

La Svizzera ha reagito piuttosto male alla decisione. Molte associazioni di imprenditori svizzeri si sono lamentati che dazi così alti molto probabilmente avranno conseguenze pesanti sull’economia: secondo Swissmem, l’associazione che rappresenta le imprese dei settori elettrico e metalmeccanico, potrebbe causare la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro.

Soprattutto, però, per molti la decisione è stata una sorpresa. Fino a qualche settimana fa infatti Svizzera e Stati Uniti stavano negoziando per concludere un accordo commerciale che avrebbe dovuto assicurare dazi più bassi, anche se non è chiaro esattamente di quanto, e il governo svizzero sembrava piuttosto ottimista. Il 31 luglio la presidente della Confederazione svizzera Karin Keller-Sutter aveva annunciato però che Trump si era opposto all’accordo, un po’ all’ultimo momento, spiegando che la causa era l’alto deficit commerciale che gli Stati Uniti hanno con la Svizzera, cioè il fatto che gli Stati Uniti importino molte più merci dalla Svizzera di quante ve ne esportino (una circostanza normale, considerando le dimensioni dei due paesi e delle rispettive economie).

Molti politici e molte politiche svizzere hanno criticato la decisione di Trump: anche Keller-Sutter ha detto che è stata «una sorpresa» e «una delusione». I dazi dovrebbero entrare in vigore il 7 agosto: secondo alcune stime, dovrebbero avere ripercussioni negative su diversi prodotti che la Svizzera esporta negli Stati Uniti, in particolare orologi, macchinari e strumenti di precisione. Secondo il governo svizzero, almeno per ora, i dazi non riguarderebbero i prodotti farmaceutici, che sono una grossa parte delle esportazioni della Svizzera negli Stati Uniti. Nelle prossime settimane il governo svizzero cercherà di negoziare un accordo con gli Stati Uniti per ottenere dazi più bassi.