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  • Sabato 2 agosto 2025

Fare i Mondiali di nuoto a 12 anni

A quelli in corso a Singapore la cinese Yu Zidi è già tra le migliori al mondo, ma per molti non avrebbe dovuto essere lì

La 12enne cinese Yu Zidi durante la semifinale dei 200 metri misti ai mondiali di Singapore, 27 luglio 2025 (AP Photo/Lee Jin-man)
La 12enne cinese Yu Zidi durante la semifinale dei 200 metri misti ai Mondiali di Singapore, 27 luglio 2025 (AP Photo/Lee Jin-man)
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Ai Mondiali di nuoto di Singapore una ragazzina cinese di 12 anni è diventata la più giovane atleta di sempre a vincere una medaglia nel nuoto. In pochi giorni la nuotatrice cinese Yu Zidi è arrivata quarta nelle finali dei 200 metri farfalla e dei 200 misti e ha vinto la medaglia di bronzo nella staffetta 4×200 stile libero.

Sono risultati fuori dall’ordinario, specie per un’atleta della sua età: arrivare quarta nei 200 misti vuol dire nuotare molto bene in quattro stili diversi. Ed è fuori dall’ordinario anche il suo fisico, dato che è molto muscolosa. Una dodicenne così competitiva nel nuoto non si vedeva dal 1936, quando la danese Inge Sorensen vinse una medaglia di bronzo nei 200 metri rana, alle Olimpiadi di Berlino.

Yu Zidi, il 30 luglio a Singapore (Andy Cheung/Getty Images)

Oltre a un certo grado di stupore e ammirazione, le prestazioni di Yu – e la sua stessa presenza ai Mondiali – hanno suscitato molte perplessità. L’Équipe ha definito questa situazione una «aberrazione regolamentare e fisiologica», chiedendosi come sia possibile che una dodicenne riesca non solo a qualificarsi ai Mondiali, ma a essere anche così competitiva. Lo stesso direttore esecutivo della World Aquatics (la federazione internazionale di nuoto) sembra essere stato colto di sorpresa dai risultati di Yu ed è probabile che la federazione rivedrà le regole sull’età minima per qualificarsi.

Yu Zidi è nata nel 2012 (compirà 13 anni a ottobre) nella provincia cinese di Hebei. Ha detto di aver iniziato a nuotare a sei anni, quando fu notata da un istruttore mentre stava giocando in un parco acquatico. A nove anni cambiò città, fu inserita nella squadra provinciale e iniziò ad allenarsi insieme a Li Bingjie, campionessa olimpica e mondiale, nata nel 2002.

Molti si accorsero delle qualità di Yu lo scorso maggio, durante l’ultima edizione dei campionati nazionali cinesi (a cui peraltro partecipava già da due anni). In quell’occasione nuotò i 200 metri farfalla e i 400 misti con tempi eccezionali: se li avesse fatti alle Olimpiadi del 2024 sarebbe arrivata quarta. Furono particolarmente impressionanti i suoi 400 misti, nei quali fu 15 secondi più veloce della canadese Summer McIntosh alla sua stessa età: e non è una cosa da poco, dato che McIntosh, oggi diciannovenne, è una delle due migliori nuotatrici al mondo (oltre che vincitrice delle due gare dei Mondiali di Singapore in cui Yu è arrivata quarta).

Questi tempi eccezionali sono stati anche quelli che hanno permesso a Yu di qualificarsi ai Mondiali di nuoto di Singapore, nonostante di norma la World Aquatics vieti alle persone con meno di 14 anni di partecipare. È una regola che esiste dal 1991 e serve a tutelare atleti e atlete nelle prime fasi del loro sviluppo, ma che già prima di Yu aveva previsto diverse eccezioni. Già nel 2015, per esempio, fu ammessa ai Mondiali di nuoto la bahreinita Alzain Tareq, una bambina di 10 anni.

(Matthias Hangst/Getty Images)

Alzain Tareq ai Mondiali del 2015 (Matthias Hangst/Getty Images)

La differenza – il motivo per cui se ne sta parlando di più – è che diversamente da Tareq (che in quel Mondiale arrivò ultima) Yu è già una delle nuotatrici più forti al mondo.

Non è comunque un caso che di un’atleta così giovane si parli proprio nel nuoto. Dato che è meno impattante sulle articolazioni, è uno sport dove ci si può allenare intensamente già da bambini, mentre in altri sport (per esempio l’atletica leggera) la crescita nell’intensità di allenamento è molto più graduale, con frequenti infortuni. Questo vale soprattutto per le competizioni femminili, che non richiedono lo stesso livello di sviluppo muscolare delle gare maschili. Basta pensare alla statunitense Katie Ledecky, che oggi è una delle migliori nuotatrici al mondo e che vinse il suo primo oro olimpico a soli 15 anni, nel 2012.

Ma c’entra anche il fatto che Yu sia cinese: rispetto a molti paesi europei, in Cina è più comune che un’atleta promettente possa allenarsi e competere come se fosse una professionista, indipendentemente dall’età. Non succede solo nel nuoto e ci sono motivi culturali e politici: lì il successo sportivo è considerato uno strumento per accrescere il prestigio nazionale e lo Stato investe molto presto sugli atleti, esercitando a sua volta forti pressioni su di loro. In Cina si parla di Yu come della «ragazzina d’acciaio». È difficile pensare, insomma, che Yu sia arrivata dove è arrivata senza esagerate pressioni e allenamenti intensissimi, pericolosi a livello sia fisico che mentale.

Il nuoto, in particolare, negli ultimi anni ha avuto diversi casi di depressione o di burnout, cioè di esaurimento psicofisico ed emotivo. L’ultimo caso importante fu quello di Léon Marchand, il più forte nuotatore del mondo, che nel 2020 pensò persino di ritirarsi. Come ha detto con efficace sintesi Lilou Ressencourt, che ai Mondiali ha nuotato i 200 metri farfalla contro Yu, «non è normale avere questo tipo di pressione a 12 anni».