Gli influencer si stanno dando ai viaggi di gruppo
Per chi non ha un seguito esagerato c'è grande domanda di questo genere di esperienze, e i ricavi sono ottimi

Chi segue influencer grandi ma non grandissimi – tra i 20mila e i 200mila follower su Instagram, a spanne – se ne sarà accorto: negli ultimi anni succede sempre più spesso che offrano a chi li segue la possibilità di partire in viaggio con loro. Lo fanno tantissimo quelli che hanno profili dedicati ai viaggi, ovviamente. In quei casi si tratta soprattutto di itinerari da “lista di cose da fare prima di morire”, in paesi distanti, di cui si parla poco la lingua o dove sarebbe pericoloso andare da soli: il Grand Canyon in Arizona, Machu Picchu in Perù, l’aurora boreale, l’India, l’Antartide.
Anche chi non si occupa di viaggi, però, lo prende in considerazione tra i modi per guadagnare con la propria popolarità: è abbastanza facile, per esempio, trovare viaggi di gruppo a Tokyo insieme a content creator che si occupano di videogiochi, anime e manga; ma anche viaggi a tema letterario o per chi vuole fare shopping nei posti giusti.
I primi influencer di viaggi hanno cominciato a creare viaggi di gruppo per i propri follower già attorno al 2015, specie negli Stati Uniti. La formula è piuttosto semplice. Solitamente, il creator individua una destinazione in cui è già stato che sembra piacere particolarmente ai propri follower e propone loro un tour di gruppo che ricrei l’itinerario del viaggio che avevano seguito sui social network.
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In alcuni paesi – come in molte parti degli Stati Uniti – non serve avere una licenza per vendere viaggi di gruppo, e quindi capita che qualche creator li organizzi completamente da solo, senza appoggiarsi a terze parti. Molto più spesso, però, i creator si mettono d’accordo con un’agenzia di viaggi e ottengono una quota fissa per ogni persona che si iscrive al tour attraverso di loro. In Italia, per esempio, è necessario lavorare con un tour operator autorizzato, e i creator che organizzano questi viaggi guadagnano di solito attorno ai 200 euro per ogni iscritto che portano. Questo vuol dire che possono arrivare a guadagnare circa 4mila euro in una settimana, se riescono ad attirare una ventina di persone.
In quasi tutti i casi, il creator non fa anche da guida turistica, e si appoggia a guide locali. L’attrattiva di questi viaggi sta piuttosto nell’idea di poter seguire itinerari già visti e ammirati sui profili social dei vari content creator insieme a loro. «La gente vuole incontrare i propri viaggiatori preferiti e partire con loro all’avventura, ascoltare le loro storie, sentire i loro consigli e vivere davvero l’esperienza che fino a quel momento ha visto solo nelle foto e nei video online», ha spiegato Alyssa Ramos, una delle prime travel influencer a organizzare questo genere di viaggio.
«Già nei primi anni del blog c’era chi vedeva come viaggiavo e come raccontavo i miei viaggi e mi scriveva per dirmi: “perché non ne organizzi uno? Io partirei con te”», racconta la creator italiana Eleonora Sacco, che dal 2015 ha un blog dedicato alla sua esplorazione di «terre remote e luoghi di confine». Dopo aver a lungo ignorato questo spunto, nel 2019 si è messa in contatto con una piccola agenzia di viaggi di Berlino, Soviet Tours, proponendo un tour in Georgia, che ai tempi era ancora una meta poco battuta, e chiedendo in cambio un compenso per ogni iscritto. L’esperienza è andata talmente bene che nel 2023, insieme al fondatore di Soviet Tours, ha aperto anche un’agenzia italiana, Kukushka Tours, specializzata nei paesi del Caucaso, dei Balcani e dell’Asia Centrale.
Nella maggior parte dei casi, le persone che partono con lei non hanno mai partecipato prima a un viaggio di gruppo: «anzi, mi dicono che io sono l’unica persona con cui farebbero questa cosa», dice Sacco. «Sicuramente sanno che io non sono il genere di guida con la bandierina che porta un gruppo di 50 persone in piazza San Marco a Venezia».
Molti lo fanno anche perché pensano che viaggiare insieme ad altri follower dello stesso influencer sia un modo per conoscere persone affini e con cui si ha sicuramente almeno una cosa in comune. Chi partecipa ai viaggi di gruppo insieme al content creator Adrian Fartade, per esempio, sa che il suo forte è la divulgazione scientifica, e può aspettarsi che anche gli altri viaggiatori siano appassionati del tema. Quelle che partono con Sacco sanno che lei è una persona molto attenta all’attualità e alla politica internazionale, e possono immaginare che durante il viaggio si parlerà di questi temi. «Ovviamente è un’esperienza che non interesserebbe a tutti, ma al nostro pubblico sì», dice.
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Il primo viaggio di gruppo che ha organizzato Francesco Fossetti, che online si occupa di videogiochi con lo username @foxxett, è stato nel settembre del 2024, insieme all’agenzia SiVola, fondata nel 2019 da Nicolò Balini, uno dei più celebri travel influencer italiani. Oggi si appoggia invece su una piccola agenzia di viaggi di Busto Arsizio, che gli concede maggiore flessibilità per quanto riguarda l’itinerario.
«Noi proponiamo viaggi a Tokyo perché il Giappone è la meta più naturale per i nostri follower: i videogiochi arrivano da lì, come gli anime e i manga», spiega. Nel suo caso, circa il 90 per cento degli iscritti ai viaggi di gruppo sono suoi fan: gli altri, invece, si iscrivono per interesse nei confronti dell’itinerario, ma conoscono poco il suo lavoro. «Molto spesso è successo che siamo partiti come sconosciuti e abbiamo finito per essere amici: c’è chi è venuto al primo viaggio e ora si sta iscrivendo al terzo e addirittura chi poi è andato a farsi un weekend a Londra con i nuovi amici conosciuti durante il viaggio».
A suo avviso, comunque, è un’attività che attira soprattutto creator di piccola e media grandezza, perché «se sei il genere di persona che può chiedere 20mila euro per un post sponsorizzato, non ti fregherà granché di farne 5mila in una settimana di viaggio».
Balini, il fondatore di SiVola (noto a molti con il suo username da creator, @humansafari), sottolinea comunque che per i creator resta un’opportunità piuttosto ghiotta: «hai il viaggio retribuito, le spese rimborsate, tutto organizzato. La parte operativa è gestita dai nostri uffici, e intanto hai la possibilità di portare le passioni che ti hanno unito al tuo pubblico in un contesto offline, reale e tangibile». È, insomma, un modo piuttosto semplice e intuitivo per monetizzare direttamente il rapporto con il pubblico, per chi ce l’ha. La sua agenzia, SiVola, è nata proprio con questa idea in collaborazione con altri creatori di contenuti che si occupano di viaggi, e poi è cresciuta diventando una delle più grandi nel settore dei viaggi di gruppo rivolti a un pubblico giovane.
Altri influencer italiani che hanno cominciato a farlo pur non occupandosi di viaggi e appoggiandosi a delle agenzie, sono per esempio l’esperta di libri Ilenia Zodiaco (80mila follower su Instagram e 100mila su YouTube), che è stata recentemente a Tokyo e a New York proponendo itinerari in parte collegati a libri e autori di quelle città; Giada Zappa (128mila follower su Instagram), che fa viaggi a Los Angeles in cui unisce la visita dei set di alcune serie tv con tappe nei mercatini dell’usato; e Giulia Torelli (243mila follower su Instagram), che ha proposto itinerari di shopping a Seul e Parigi.
«Credo che le persone siano attratte da queste formule moderne perché sono lontane dalle classiche vacanze organizzate all’italiana», dice. «Spesso si tratta di ragazzi e ragazze che vogliono partire in compagnia ma non hanno nessuno con cui farlo o vogliono fare nuove amicizie. Molti non hanno viaggiato tanto fino a quel momento o non parlano le lingue, altri viaggiano anche per conto proprio ma in certi casi preferiscono godersi l’esperienza e lasciare l’organizzazione agli altri».
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