• Mondo
  • Lunedì 28 luglio 2025

Il caso degli omicidi e stupri di massa attorno a un importante tempio induista, in India

Un uomo ha sostenuto di avere seppellito centinaia di corpi per quasi vent'anni, forzato dai suoi superiori

L'ingresso del tempio di Dharmasthala, nello stato indiano del Karnataka (Naveenmb, Wikimedia)
L'ingresso del tempio di Dharmasthala, nello stato indiano del Karnataka (Naveenmb, Wikimedia)
Caricamento player

A inizio luglio un ex addetto alle pulizie del noto tempio induista di Dharmasthala, nello stato meridionale indiano del Karnataka, ha denunciato alla polizia omicidi e stupri di massa avvenuti nell’area attorno al tempio tra il 1995 e il 2014. L’uomo, la cui identità non è stata diffusa, ha detto di avere deciso di denunciare i fatti dopo oltre dieci anni perché non riusciva più a sostenere il peso di sapere dell’esistenza di quei crimini.

L’uomo ha raccontato che fu costretto a nascondere i corpi di «centinaia» di persone, bruciandoli, seppellendoli o gettandoli nel vicino fiume Nethravathi: la maggior parte sarebbero stati di giovani ragazze e bambine che presentavano segni di violenze sessuali. Le prime riesumazioni inizieranno nei prossimi giorni.

Stando al suo racconto, l’uomo si trasferì altrove nel 2014 perché temeva per sé e per la propria famiglia. Appartiene ai “dalit”, la casta degli “intoccabili”: sebbene il sistema delle caste sia stato formalmente abolito e la loro condizione sia molto migliorata negli anni, i “dalit” sono ancora tra i membri più emarginati, vulnerabili e poveri della società indiana.

L’uomo non ha denunciato una o più persone in particolare, ma nella sua testimonianza ha detto che fu forzato dai propri superiori. Da secoli il tempio Dharmasthala e le sue proprietà sono amministrate su base ereditaria dalla stessa famiglia, i discendenti di quello che si ritiene il fondatore, Birmanna Pergade. A ricoprire il ruolo di capo è sempre il maschio più anziano. Dal 1968 è Veerendra Heggade, una persona molto influente. Heggade è anche membro della camera alta del parlamento indiano dal 2022 grazie alla nomina ricevuta dal Bharatiya Janata Party, il partito del primo ministro Narendra Modi.

In questi giorni il nome della famiglia Heggade è apparso su vari giornali e canali di informazione per il caso degli omicidi di Dharmasthala, nonostante l’uomo che ha fatto denuncia non l’abbia mai pronunciato pubblicamente. Nei giorni scorsi la famiglia si è rivolta ai tribunali, che hanno ordinato la rimozione di ogni contenuto in cui il suo nome è associato agli omicidi di Dharmasthala.

Non è comunque la prima volta che membri della famiglia Heggade vengono coinvolti in casi di violenze e omicidi. Nel 2012 Veerendra Heggade venne accusato in modo esplicito dai familiari di Soujanya, una studentessa diciassettenne trovata morta nell’area di Dharmasthala, di aver coperto i responsabili del suo stupro e omicidio. Questo è un caso molto noto in India e la denuncia dell’ex addetto alle pulizie ha portato alcune associazioni femministe indiane a chiedere che venga riaperto.

Altre richieste simili sono state fatte da familiari di persone scomparse nella regione, o morte in circostanze mai chiarite. Per gestire la pressione pubblica, la polizia dello stato del Karnataka ha creato una squadra investigativa di 19 agenti incaricati di riesaminare i casi irrisolti risalenti a più di una decina di anni fa, nel periodo a cui fa riferimento la denuncia dell’ex addetto delle pulizie.

Tag: india