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  • Domenica 27 luglio 2025

Le consegne di cibo via terra nella Striscia di Gaza 

I camion sono stati assaltati da decine di palestinesi, dopo l'apertura dei corridoi da parte di Israele in risposta alle forti pressioni internazionali 

(AP Photo/Jehad Alshrafi)
(AP Photo/Jehad Alshrafi)
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Domenica pomeriggio sono entrati nella Striscia di Gaza i camion che Israele ha infine autorizzato a distribuire cibo alla popolazione civile, dopo mesi in cui questo tipo di operazioni è stato di fatto bloccato.

Nel giro di poche ore sono arrivate immagini di camion assaltati da decine di palestinesi che cercavano di assicurarsi una parte del cibo: per questo motivo alcuni camion si sono fermati prima di raggiungere Gaza senza riuscire a procedere oltre. Gaza è la città principale della Striscia e una delle tre zone in cui si trova la maggior parte della popolazione civile sfollata da mesi di bombardamenti israeliani (le altre due sono Deir al Balah, nel centro della Striscia, e al Mawasi, sulla costa al sud).

Il passaggio dei camion è stato permesso dall’apertura di corridoi (cioè di strade sicure) per permetterlo: Israele ha annunciato la sospensione di operazioni militari e bombardamenti per dieci ore (fra le 10 di mattina e le 8 di sera locali) nelle tre aree della Striscia più densamente popolate.

L’annuncio di Israele è una risposta alle forti pressioni internazionali per le condizioni in cui i suoi continui blocchi nelle distribuzioni di cibo hanno ridotto la popolazione palestinese della Striscia: nelle ultime settimane 127 persone sono morte per malnutrizione, tra cui 85 bambini. Israele ha bloccato ogni ingresso di cibo e beni di prima necessità per quasi tre mesi fra marzo e maggio e poi ha affidato la distribuzione del cibo alla sola Gaza Humanitarian Foundation (GHF), che lo ha fatto in modo limitato, inefficiente e molto pericoloso. La GHF è un’organizzazione creata per volontà di Israele e ha solo 4 punti di distribuzione controllati dall’esercito, che spesso spara sulla folla.

I camion sono entrati nella Striscia di Gaza dal confine con l’Egitto, quindi da sud: provengono da Egitto e Giordania e l’accordo per il loro passaggio prevede anche l’ingresso di decine di camion di cibo delle Nazioni Unite. Le consegne sono ancora in corso e non è chiaro per quanto proseguiranno e con quali modalità. Per rispondere alle esigenze di nutrizione dei palestinesi servono 62mila tonnellate di cibo ogni mese, corrispondenti a circa 120 camion al giorno: in questi mesi, quando veniva aperto il varco nel nord della Striscia, ne entravano al massimo poche decine.

Israele ha annunciato l’apertura dei corridoi umanitari dopo aver paracadutato sulla Striscia di Gaza un primo carico di cibo proveniente dalla Giordania: è stato un carico molto limitato, inferiore a quello contenuto in un camion. Nelle prime ore di domenica sono stati paracadutati su Gaza da aerei israeliani sette bancali di farina, zucchero e cibo in scatola. Considerato che si deve far fronte alle esigenze di quasi due milioni di persone, il lancio è stato interpretato come un atto simbolico, più ancora che un test.

Camion con cibo nella città di Gaza (AP Photo/Jehad Alshrafi)

In generale le Nazioni Unite e le organizzazioni non governative ancora operative ritengono questo metodo di distribuzione inefficiente, costoso e pericoloso. In passato i lanci col paracadute sono finiti in mare, hanno creato caos e provocato incidenti, anche mortali: nel 2024 cinque persone sono morte schiacciate da un carico per la mancata apertura del paracadute. In più non è chiaro come consegnare il cibo per via aerea renda meno probabile che Hamas se ne impossessi: Israele ha sempre indicato i furti di Hamas come la ragione per bloccare la distribuzione, senza portare particolari prove che questo avvenga in modo sistematico.

Domenica Israele aveva anche detto che domenica avrebbe restituito la corrente al principale impianto di desalinizzazione di acqua della Striscia, che era utilizzato da circa 900mila persone ma che non funziona da marzo. Allora Israele tagliò la distribuzione di corrente in tutta la rete della Striscia, compresa quella che alimentava l’impianto. Anche la carenza di acqua è diventata un’emergenza nelle ultime settimane. Non ci sono ancora notizie sull’effettiva restituzione della corrente all’impianto.