San Marino contro TikTok

Un tribunale ha confermato la multa da 3,5 milioni di euro al social network decisa dallo stato, per la mancata verifica dell'età minima per l'iscrizione

San Marino nel 2023 (Wikimedia)
San Marino nel 2023 (Wikimedia)
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Questa settimana il tribunale di San Marino ha respinto, in primo grado, il ricorso che aveva presentato TikTok per chiedere l’annullamento di una multa di 3,5 milioni di euro che aveva dovuto pagare a inizio anno per violazione dei regolamento sulla privacy sanmarinese. TikTok ora potrebbe ricorrere in appello, ma la conferma della sanzione è un risultato importante per l’Autorità garante per la protezione dei dati personali di San Marino, che già in passato aveva mostrato di sorvegliare con attenzione le grandi piattaforme con un provvedimento milionario nei confronti di Meta (la società che gestisce Facebook, Instagram e WhatsApp).

L’Autorità aveva sanzionato TikTok accusando il social network di non avere un sistema affidabile per la verifica dell’età dei propri utenti, come richiesto dal regolamento sulla privacy di San Marino. La legge ricalca fortemente il GDPR, il regolamento dell’Unione Europea per la protezione dei dati personali, e richiede che si possano iscrivere ai social network le persone con più di 16 anni, altrimenti è necessario il consenso da parte di chi ha la responsabilità genitoriale.

Come per altri social network, nella procedura di iscrizione a TikTok è necessario dichiarare di avere l’età consentita per iscriversi, ma non viene svolto alcun tipo di controllo. Per l’Autorità di San Marino la mancanza di una effettiva verifica viola quindi il regolamento sulla privacy e per questo a inizio anno aveva multato TikTok chiedendo 3,5 milioni di euro. La società aveva pagato la multa, ma aveva poi impugnato il provvedimento, ora confermato dal tribunale.

Secondo la sentenza, ripresa dal Resto del Carlino, nella procedura d’iscrizione: «Non viene citata nemmeno una azione che corrisponda pienamente al corretto significato dell’etimo “verifica” corrispondente all’accertamento dell’esistenza, della veridicità e dell’esattezza di qualcosa».

La verifica dell’età è un punto critico dei regolamenti come il GDPR e i suoi derivati come quello di San Marino, ma non esistono ancora sistemi di controllo efficaci soprattutto per motivi tecnici. Le procedure previste dai social network consistono in una sorta di autocertificazione, che può quindi essere aggirata facilmente dai minori. Da tempo studi e analisi hanno dimostrato che una percentuale significativa di minori mente sulla propria età per poter usare social network come TikTok e Instagram.

In Italia ci sono state varie proposte per provare ad avere controlli adeguati. Si è discusso della possibilità di introdurre un sistema di verifica basato sui documenti d’identità o di innalzare l’età minima per il consenso digitale a 15-16 anni. Si è anche parlato di una maggiore responsabilizzazione delle piattaforme, che potrebbero sviluppare sistemi più accurati di verifica, ma per ora non ci sono stati grandi progressi. L’introduzione del “Portafoglio europeo dell’identità digitale” (EUDI Wallet) il prossimo anno potrebbe portare a qualche opportunità in più di verifica, ma ci sono dubbi sull’utilizzo di questo strumento per la verifica della propria identità in contesti diversi da quelli per esempio della pubblica amministrazione.