Gli elettori di Taiwan hanno respinto l’opzione di rimuovere i parlamentari filocinesi

Sostenitori del Partito Progressista Democratico attendono i risultati del voto a Taiwan (AP Photo/Chiang Ying-ying)
Sostenitori del Partito Progressista Democratico attendono i risultati del voto a Taiwan (AP Photo/Chiang Ying-ying)

Sabato a Taiwan si è votato per un referendum senza precedenti, che si proponeva di rimuovere 24 deputati appartenenti al partito Kuomintang (KMT), quello più filocinese, dai loro seggi in parlamento. Si votava nei 24 distretti elettorali che avevano eletto i parlamentari per cui era stata richiesta la rimozione e in tutti ha vinto il “no”, quindi i deputati rimarranno al loro posto.

I rapporti con la Cina sono al centro della politica di Taiwan, uno stato sovrano che la Cina considera però una provincia «destinata a riunirsi» con il resto del paese. Nelle elezioni presidenziali dello scorso anno era stato eletto il candidato più indipendentista, Lai Ching-te, del Partito Progressista Democratico (DPP) di centrosinistra. Ma in parlamento il KMT aveva guadagnato la maggioranza, grazie anche al sostegno del Partito Popolare di Taiwan.

Nell’ultimo anno il parlamento ha bloccato gran parte delle iniziative del presidente, compresi gli stanziamenti per la difesa e le nomine della Corte costituzionale. Ha invece promosso leggi che secondo i critici indeboliscono le difese militari del paese. Sostenuto da alcune organizzazioni di cittadini il DPP aveva quindi promosso la rimozione dei parlamentari del KMT, accusandoli di fare gli interessi della Cina. Il KMT ha invece definito la manovra come un tentativo “poco democratico” di recuperare la maggioranza parlamentare. Il 23 agosto ci saranno le votazioni su altri 7 parlamentari, ma il risultato di oggi dovrebbe aver bloccato l’intera operazione, che ha occupato la politica taiwanese negli ultimi mesi.

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