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  • Sabato 13 gennaio 2024

Il candidato più critico nei confronti della Cina ha vinto le elezioni di Taiwan

Ovvero Lai Ching-te del Partito Progressista Democratico di centrosinistra, che però non avrà una maggioranza in parlamento

Lai Ching-te (al centro) e la candidata vicepresidente Hsiao Bi-khim (a destra) esultano al comitato elettorale del loro partito a Taipei (Annabelle Chih/Getty Images)
Lai Ching-te (al centro) e la candidata vicepresidente Hsiao Bi-khim (a destra) esultano al comitato elettorale del loro partito a Taipei (Annabelle Chih/Getty Images)
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Lai Ching-te, del Partito Progressista Democratico (DPP), di centrosinistra e critico nei confronti delle ingerenze politiche della Cina, ha vinto le elezioni presidenziali di Taiwan. Entrambi i candidati avversari, Hou Yu-ih del Partito Nazionalista Kuomintang (KMT) e Ko Wen-je del Partito Popolare di Taiwan, hanno ammesso la sconfitta. Lai ha preso il 40 per cento dei voti, Hou il 33 per cento e Ko il 26 per cento. Lai era stato vicepresidente nell’ultimo mandato e il suo partito ha vinto le elezioni per la terza volta consecutiva. La presidente uscente, Tsai Ing-wen, non poteva candidarsi per un terzo mandato secondo la Costituzione del paese.

Oltre che per il presidente, a queste elezioni si votava anche per il parlamento taiwanese, lo Yuan. Nessun partito riuscirà a ottenere una maggioranza in parlamento, il DPP ha ottenuto 51 seggi su 113, il KMT 52 e il Partito Popolare di Taiwan 8 (due seggi sono assegnati a candidati indipendenti). Dunque gli esiti delle elezioni parlamentari e di quelle presidenziali divergono: ha vinto un candidato che non avrà una maggioranza parlamentare.

Lai Ching-te era il candidato favorito in queste elezioni, uno degli eventi di politica internazionale più importanti e attesi di quest’anno: la sua vittoria infatti potrebbe modificare l’equilibrio delicato che esiste in questo momento tra la Cina e Taiwan, e perfino provocare una crisi tra i due paesi. Altri ritengono invece che questi timori siano decisamente esagerati, e lo stesso Lai durante la campagna elettorale ha fatto di tutto per tranquillizzare i taiwanesi e la comunità internazionale. Taiwan è uno stato insulare che pur essendo di fatto autonomo viene ritienuto dalla Cina parte di sé, una provincia ribelle destinata a “riunificarsi” con il resto del paese.

Lai ha tenuto il discorso della vittoria al comitato elettorale del DPP. «Abbiamo dimostrato al mondo quanto teniamo alla nostra democrazia» ha detto Lai. «I taiwanesi hanno resistito con successo alle forze esterne che hanno tentato di influenzare l’elezione. Siamo convinti che solo la gente di Taiwan abbia il diritto di scegliersi il proprio presidente». Poi ha aggiunto di essere determinato a «salvaguardare Taiwan dalle continue minacce e intimidazioni della Cina», e di ritenere che mantenere la pace e la stabilità sullo stretto (quello che separa l’isola di Taiwan dal continente) sia un’importante responsabilità. Il suo governo userà «il dialogo al posto del conflitto» nelle relazioni con la Cina.

In merito al risultato parlamentare, Lai lo ha definito deludente e ha detto che dovrà nascere una collaborazione e un dialogo con i partiti di opposizione, di cui vuole studiare con attenzione le politiche.

Circa tre ore dopo la vittoria ufficiale di Lai, la Cina ha commentato ufficialmente l’esito delle elezioni. L’Ufficio affari di Taiwan del Consiglio di Stato cinese ha diffuso un comunicato in cui dice che la vittoria di Lai non può comunque fermare «l’inarrestabile processo che porterà alla riunificazione con la madre patria».

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