Questa fila ha riaperto il dibattito sul troppo turismo in montagna
Si è formata per prendere una funivia in Alto Adige: una delle soluzioni – molto contestata – è di aumentarne la portata

Negli ultimi giorni sono state molto condivise sui social network alcune foto e alcuni video che mostrano centinaia di persone in coda sotto il sole per prendere la funivia e salire sul Seceda, monte che fa parte delle Dolomiti e che si trova in val Gardena, in Alto Adige. Le foto e i video hanno fatto ripartire una discussione sul cosiddetto overtourism in queste zone, ossia il fenomeno per cui la presenza eccessiva di turisti danneggia gli abitanti: c’è chi chiede un aumento dei prezzi della funivia estiva, chi ne chiede invece la chiusura, mentre la società che la gestisce ha proposto di triplicarne la portata, tra molte polemiche.
Per salire in quota sul Seceda si parte da Ortisei con una cabinovia che porta alla stazione intermedia di Furnes, a 1.730 metri di altitudine. Da lì con un altro impianto si raggiunge la stazione sulla vetta del Seceda, a 2.500 metri. Proprio qui due settimane fa, lungo il sentiero panoramico, alcuni privati avevano installato un tornello con la richiesta di pagare 5 euro per l’accesso: era stato subito rimosso perché non autorizzato né nel Parco naturale Puez-Odle all’interno del quale si trova il sentiero, né dalla provincia di Bolzano, ma l’iniziativa era stata interpretata come una forma di protesta contro la quantità di turisti che affollano questi luoghi.
Secondo una ricerca sul turismo dell’Istituto Demoskopika, per il secondo anno consecutivo l’Alto Adige è con Rimini e Venezia ai primi posti delle destinazioni più esposte al sovraffollamento turistico, con conseguenze sempre maggiori sulla vivibilità dei territori, sulla densità di popolazione, sull’uso delle infrastrutture e sull’impatto ambientale che questi afflussi portano.
SALTO, sito di notizie online dell’Alto Adige, ha raccontato come il Seceda in particolare sia stato colpito da questo fenomeno: c’entra anche Apple, che circa dieci anni fa selezionò una fotografia del Seceda come sfondo ufficiale per il sistema operativo iOS 7. Poi, nel settembre del 2023, durante l’evento di lancio dell’iPhone 15, Apple mostrò nuovamente il Seceda in un breve video ufficiale: «Bastarono pochi secondi di quella scena – amplificati dagli Apple Store di tutto il mondo – per scatenare un’ondata di curiosità digitale: “Dove si trova quel posto?” divenne subito la domanda più cercata su Google», scrive su SALTO il giornalista Fabio Gobbato, che è stato il primo a raccontare la proposta di triplicare la portata della funivia e a far emergere il dibattito sui giornali locali e nazionali.
Il risultato di quella pubblicità involontaria della Apple fu comunque un’impennata immediata dei visitatori, spinti spesso dalla volontà di fare solo un po’ di foto ai panorami sul Seceda, senza necessariamente trattenersi molto tempo.
Per far fronte all’aumento del turismo la Seceda Seilbahnen, la società che gestisce l’impianto per salire in quota, ha appunto depositato in provincia una richiesta di rinnovo del secondo tratto della funivia, quella che parte da Furnes, con l’obiettivo di aumentarne la portata da 800 a 2.360 persone all’ora. Il progetto prevederebbe per la nuova funivia un «lievissimo spostamento del tracciato per migliorarne l’efficienza», con diversi interventi collaterali: una nuova stazione con biglietteria, servizi igienici e locali tecnici, la deviazione di un tratto di strada forestale e alcune modifiche su una pista da sci già esistente.
Nello studio preliminare sull’impatto ambientale dell’intervento presentato dalla società si parla di un impatto «positivo o trascurabile» e di «un’occasione di riqualificazione paesaggistica e funzionale» per l’intera area.
Il progetto in realtà è già stato informalmente bloccato, dopo le discussioni sorte sul tema: giovedì mattina infatti il presidente della provincia altoatesina, Arno Kompatscher, ha detto in un’intervista a SALTO che «è evidente che non si può fare», e che «è una cosa che non potremo mai concedere». Kompatscher ha anche suggerito come possibile soluzione al sovraffollamento turistico sul Seceda l’introduzione di un numero chiuso con ingressi contingentati, sul modello di quello già utilizzato in Alto Adige per il lago di Braies.
Il progetto della nuova funivia nel frattempo aveva già trovato molta opposizione da parte di associazioni ambientaliste e privati cittadini. Associazioni locali come la Federazione Ambientalisti Alto Adige e Lia Per Natura y Usanzes (che è proprio di Ortisei) avevano contestato soprattutto i risultati dello studio preliminare e avvertito sui rischi per il traffico sia in estate che in inverno, quando c’è molto afflusso per arrivare alle piste da sci e c’è già un gran traffico di auto. Anche la provincia comunque nel frattempo ha giudicato insufficiente il progetto presentato per la nuova funivia, dicendo che dovrà essere sottoposto a una Valutazione di Impatto Ambientale, che tenga conto degli effetti dal punto di vista paesaggistico, ma anche del traffico, del carico degli impianti e della pressione turistica in generale.
C’è anche chi ha proposto di aumentare i costi del biglietto delle funivie come deterrente (attualmente andata e ritorno per una persona adulta costa 52 euro) e chi ha chiesto invece di chiuderle durante alcune settimane estive. Carlo Zanella, presidente del Cai Alto Adige, non pensa che la soluzione sia chiudere le funivie esistenti né aumentarne la capacità, ma educare i visitatori: «Insegniamo alla gente che ci sono tante altre cose da fare. Il turista deve avere educazione e rispetto. Così rispetterebbero i prati, i boschi e darebbero meno fastidio».



