Beppe Sala non si è dimesso e ha difeso con forza la sua amministrazione

Lo ha fatto in un discorso in consiglio comunale, il primo dopo la notizia del suo coinvolgimento nelle inchieste sull'urbanistica a Milano

L'assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, dimessosi lunedì, e Giuseppe Sala durante il consiglio comunale il 21 luglio 2025 (ANSA/MOURAD BALTI TOUATI)
L'assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, dimessosi lunedì, e Giuseppe Sala durante il consiglio comunale il 21 luglio 2025 (ANSA/MOURAD BALTI TOUATI)
Caricamento player

Lunedì pomeriggio il sindaco di Milano Beppe Sala ha tenuto un atteso discorso in consiglio comunale, dopo la nuova inchiesta della procura di Milano sulla gestione dell’urbanistica in città in cui è indagato. Sala non si è dimesso e anzi ha difeso con forza le scelte e le misure promosse dall’inizio del suo mandato (Sala governa dal 2016). Domenica si era incontrato con una delegazione del PD di Milano, che gli aveva ribadito la fiducia, confermata poi nuovamente in pubblico, durante la stessa seduta.

Nella prima parte del suo discorso, durato in totale mezz’ora, Sala si è difeso dall’accusa di aver creato e gestito un sistema di speculazione intorno ai grandi progetti urbanistici della città, come ipotizzato dall’opposizione sulla base delle informazioni emerse dalle inchieste. «Non esiste una singola azione che possa essere attribuita al mio personale vantaggio», ha detto Sala: «Le mie mani sono pulite».

Sala ha poi difeso in maniera molto netta diverse posizioni, anche piuttosto criticate, tenute dalla sua amministrazione sullo sviluppo urbanistico della città. Ha per esempio difeso la scelta di costruire edifici molto alti, fra cui grattacieli, giustificandola con l’obiettivo di liberare spazio per parchi e aree pubbliche. Parlando della nuova «verticalità» di Milano, Sala ha detto: «Penso sia sbagliato averne paura». Ha poi citato un giudizio piuttosto positivo di Legambiente Lombardia sulle decisioni della giunta in materia di consumo del suolo (che in effetti da anni è inferiore rispetto ad altre grandi città italiane).

– Leggi anche: Questo palazzo di Milano è stato costruito in mezzo a un cortile?

Verso la fine Sala ha anche allargato il discorso al suo predecessore, Giuliano Pisapia, eletto nel 2011, sostenendo che per giudicare la gestione attuale «dobbiamo guardare la traiettoria storica che ha preso Milano nelle tre legislature del centrosinistra». In sostanza, Sala vuole dire che la città sta molto meglio rispetto a quando fu governata dal centrodestra per quasi 15 anni, dal 1997 al 2011.

Nel discorso di Sala c’è stato poco spazio per l’autocritica, limitata ad alcune dichiarazioni come «non tutto ciò che abbiamo tentato ha il crisma della perfezione», oppure «si può sempre fare di meglio». Nell’ultima parte del suo discorso Sala ha fatto alcune promesse generiche come quella di «porre attenzione estrema alla cura della città in ogni suo quartiere».

Dalla seduta del consiglio comunale sono comunque emerse altre due notizie: in un passaggio del discorso Sala ha annunciato che rimanderà a settembre una decisione sulla vendita di San Siro al Milan e all’Inter, mentre dopo il suo discorso l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, il più coinvolto della giunta nelle ultime inchieste, ha annunciato le sue dimissioni.

Tancredi ha di nuovo respinto tutte le accuse nei suoi confronti e ha detto di avere scelto di dimettersi per non condizionare il resto della giunta. «La mia coscienza è pulita», ha detto verso la fine del discorso, interrompendosi per via della commozione. Dimettendosi, Tancredi potrebbe evitare i domiciliari, visto che l’arresto è una misura cautelare chiesta anche sulla base del suo ruolo: secondo la procura, da assessore Tancredi ha un accesso a documenti e informazioni che gli permetterebbe di “inquinare” le prove o di continuare a commettere i reati di cui è accusato.