Un’altra strage nella Striscia di Gaza durante la distribuzione di cibo
Sono stati uccisi almeno 85 palestinesi: l'esercito israeliano ha ordinato anche l'evacuazione di un'area in cui finora non era entrato

Domenica almeno 85 persone palestinesi sono state uccise dall’esercito israeliano mentre cercavano di procurarsi del cibo nella Striscia di Gaza. La maggior parte delle persone è stata uccisa vicino al varco di Zikim, al confine con Israele, uno dei punti da cui l’esercito israeliano permette l’accesso di un numero molto ridotto di camion con cibo e altri beni essenziali.
Il Programma alimentare mondiale, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dell’assistenza alimentare nel mondo, ha detto che domenica dal varco stavano passando 25 convogli umanitari: intorno si sono radunati molti civili, e alcuni sono stati uccisi con colpi d’arma da fuoco e di artiglieria.
Dei testimoni hanno detto che a sparare sono stati i soldati dell’esercito israeliano. «Improvvisamente, i carri armati ci hanno circondato e bloccato, mentre sono iniziati ad arrivare i proiettili. Siamo stati intrappolati per circa due ore», ha detto ad Associated Press un uomo che era presente. «Non ci tornerò mai più. Lasciateci morire di fame, è meglio così». Un altro uomo ha detto che i carri armati e i droni sparavano contro le persone in modo indiscriminato.
L’esercito israeliano ha sostenuto di aver sparato dei «colpi di avvertimento» contro persone ritenute delle «minacce».

Persone palestinesi all’ospedale al Shifa di Gaza, dopo la strage al varco di Zikim, il 20 luglio 2025 (AP Photo/Jehad Alshrafi)
Sempre domenica l’esercito israeliano ha emesso un ordine di evacuazione per l’area a sud-ovest di Deir al Balah, nel mezzo della Striscia di Gaza, cosa che generalmente indica l’intenzione di condurre operazioni di terra nella zona. Finora Israele ha bombardato Deir al Balah, come tutto il resto del territorio della Striscia, ma l’esercito ha detto di non essere mai intervenuto lì via terra: non è chiaro se ora sia intenzionato a farlo, o se l’ordine vada inteso come un tentativo di mettere pressione su Hamas mentre sono in corso dei nuovi, difficili negoziati per un cessate il fuoco.
A Deir al Balah ci sono molti civili che abitano in tende o altri alloggi di fortuna. L’esercito israeliano ha ordinato loro di spostarsi verso al Mawasi, una zona sulla costa meridionale che è gravemente sovraffollata, con scarsissime condizioni igieniche e assenza di beni essenziali (come ovunque nella Striscia).
In oltre 20 mesi di guerra Israele ha ordinato l’evacuazione della maggior parte del territorio della Striscia, senza dare alternative valide ai civili che devono spostarsi. In alcuni casi le informazioni sono difficilmente reperibili per i palestinesi e sono diffuse con troppo poco anticipo rispetto all’inizio degli attacchi. Inoltre gli ordini di evacuazione non hanno una scadenza: i civili lasciano le loro case o i loro rifugi, senza sapere quando potranno tornarci.
Secondo i giornali israeliani (e anche fonti israeliane, rimaste anonime, che hanno parlato con Reuters) l’esercito non ha mai attaccato via terra l’area di Deir al Balah perché crede che lì ci siano degli ostaggi. Non è chiaro se ora questa considerazione sia cambiata, e quindi l’esercito abbia ordinato ai palestinesi di andarsene perché ritiene che non ci siano più ostaggi, oppure se abbia deciso di farlo in ogni caso.



