• Mondo
  • Sabato 19 luglio 2025

Trump ha denunciato il Wall Street Journal per il caso Epstein

Per diffamazione: il giornale ha descritto un volgare biglietto che Trump inviò al finanziere, in un caso che sta diventando sempre più imbarazzante

(AP Photo/Alex Brandon)
(AP Photo/Alex Brandon)
Caricamento player

Donald Trump ha denunciato per diffamazione il Wall Street Journal, due suoi giornalisti, le società che lo posseggono (la Dow Jones e la News Corp) e il loro proprietario, Rupert Murdoch. Chiede loro almeno 10 miliardi di dollari di danni perché il giorno prima il giornale aveva pubblicato un articolo in cui descriveva un vecchio e volgare biglietto di auguri che Trump scrisse a Jeffrey Epstein nel 2003, per i suoi 50 anni. Epstein era il ricco finanziere arrestato nel 2019 con l’accusa di aver sfruttato sessualmente decine di ragazze minorenni, e che alcune settimane dopo si suicidò in carcere: la sua figura e tutto il processo a suo carico sono da anni al centro di molte teorie del complotto alimentate dalla destra statunitense e, almeno fino a poco fa, anche dallo stesso Trump.

Il biglietto – che nell’articolo del Wall Street Journal è descritto ma non viene mostrato – riconferma la vicinanza e l’amicizia che c’era al tempo tra Trump e Epstein: il loro rapporto è testimoniato da numerose dichiarazioni, foto e video dell’epoca, ma dopo l’arresto di Epstein Trump ha spesso cercato di sminuirlo e negarlo. Nel biglietto c’è uno schizzo fatto a mano di una donna nuda, in cui la firma di Trump stesso, che è fitta e frastagliata, compone i peli pubici della donna. La dedica definisce Epstein un «amico» e allude a un segreto comune che i due condividerebbero.

Trump ha negato che quel biglietto fosse stato scritto da lui, dicendo tra le altre cose di non aver «mai fatto un disegno in vita mia». Quest’affermazione è stata presto smentita dai giornali statunitensi, che hanno ricordato come alcuni disegni di Trump, risalenti principalmente ai primi anni Duemila, siano anche stati venduti all’asta per migliaia di dollari.

– Leggi anche: Il volgare biglietto di auguri che Donald Trump inviò a Jeffrey Epstein

Un gruppo di attivisti ha installato una vecchia foto di Trump ed Epstein davanti all’ambasciata americana a Londra (AP Photo/Thomas Krych)

Da alcune settimane il cosiddetto “caso Epstein” sta provocando grossi problemi a Trump e sta generando molte critiche alla sua amministrazione da parte del movimento MAGA, ossia i sostenitori più stretti ed estremisti del presidente (la sigla è un acronimo di Make America Great Again, il famoso slogan di Trump).

Per anni nella destra americana sono circolate teorie secondo cui Epstein sarebbe stato l’organizzatore di un gruppo di pedofili fatto da politici importanti, attori famosi e ricchi imprenditori. I membri di questo gruppo, che sarebbero stati protetti dal proprio potere e dalla propria ricchezza, avrebbero sfruttato sessualmente moltissime ragazze. In campagna elettorale Trump aveva promesso la pubblicazione dei cosiddetti “Epstein files”, documenti riservati dei processi che secondo queste teorie dimostrerebbero tutto: una volta al governo però la sua amministrazione ha dovuto ammettere che non c’era poi granché da rivelare.

Per cercare di mettere fine alle critiche, venerdì Trump ha detto di aver autorizzato la pubblicazione di alcuni documenti legali sul caso Epstein. La richiesta dovrà però essere approvata dai giudici, e non è detto che succederà: solitamente documenti di questo tipo non vengono diffusi, per proteggere l’identità delle vittime ma anche di persone citate che vengono menzionate nelle carte ma non sono indagate.

– Leggi anche: La teoria complottista che si sta ritorcendo contro Trump