I conti dietro ai mezzi pubblici di Genova vanno peggio di come si pensava
Una sperimentazione sui biglietti gratuiti ha messo in crisi la società che li gestisce, e il comune deve anticipare milioni di euro per gli stipendi

A Genova c’è grande preoccupazione per la crisi della società che gestisce il trasporto pubblico locale, la AMT, che ha risentito di un grosso calo dei ricavi anche a causa di una sperimentazione che dall’anno scorso rende gratuiti i mezzi per varie categorie di persone. Fino a qualche settimana fa i conti indicavano una riduzione dei ricavi già allarmante, pari a 36 milioni di euro per il biennio tra il 2024 e il 2025. Ultimamente è emerso che i soldi necessari per arrivare alla fine dell’anno sono molti di più: mancano 86 milioni, necessari tra le altre cose per coprire anche il costo del personale.
La gravità della situazione è diventata nota nell’ultimo mese dopo una esplicita relazione dei revisori. Da giugno la sindaca della città è Silvia Salis, di centrosinistra: la sua amministrazione si è impegnata ad anticipare all’azienda il pagamento mensile del contratto di servizio, pari a 8,5 milioni di euro per agosto, che il comune pagherà già questo mese (e il prossimo anticiperà quello di settembre). Entro il 29 luglio serviranno altri 7 milioni per gli stipendi ai dipendenti, il pagamento che non può saltare se l’azienda vuole evitare il rischio di fallimento. Venerdì l’amministrazione comunale ha incontrato la dirigenza della AMT, che ha spiegato le ragioni della crisi.
Una grossa parte del problema deriva dalla riduzione dei ricavi, dovuta in generale a una riduzione della fruizione del servizio, quindi meno biglietti venduti, e all’incapacità di riscuotere gli importi delle multe. Ha però avuto un impatto pesante sui conti soprattutto la sperimentazione avviata nel 2024 dalla precedente amministrazione di centrodestra, che rende gratuita la metropolitana e gli impianti di risalita (ascensori e funicolari, che a Genova sono parecchi vista la conformazione del territorio) per tutti i residenti nella città metropolitana, e degli autobus per chi ha meno di 14 o più di 70 anni.
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Una prima sperimentazione era stata introdotta alla fine del 2021, quando il sindaco era Marco Bucci, del centrodestra, che si è dimesso alla fine del 2024 dopo essere stato eletto presidente della regione (da allora fino alle ultime elezioni di giugno era stato sostituito da Pietro Piciocchi). L’obiettivo era incentivare l’uso dei trasporti pubblici e così decongestionare il traffico, specialmente nelle ore di punta.
Grazie a questo programma gli over 70 e gli under 14 residenti nei comuni della città metropolitana di Genova possono viaggiare gratis su tutta la rete AMT, che oltre alla rete urbana genovese comprende quella provinciale, l’autobus che collega la stazione all’aeroporto, il traghetto tra il quartiere Pegli e il porto di Genova, la linea che collega Santa Margherita Ligure a Portofino e la Ferrovia Genova Casella. Per tutti gli altri sono gratis solo metropolitana, ascensori e funicolari.
Il 23 giugno il collegio sindacale di AMT aveva scritto al consiglio di amministrazione della società segnalando una «crisi aziendale» dovuta principalmente a questa politica tariffaria sperimentale. È probabile che l’azienda dovrà rivedere queste tariffe, che attualmente dovrebbero restare in vigore fino al 30 di settembre.
La prossima settimana la dirigenza presenterà al consiglio di amministrazione e ai soci un piano di rientro dai debiti, come chiesto dal collegio sindacale, che aveva posto la scadenza al 23 luglio. L’azienda dovrà anche presentare un piano per il risanamento dei conti nel medio termine, necessario per ricevere i fondi straordinari dal comune. La sindaca Salis ha detto che l’amministrazione farà «di tutto, in tutte le sedi, per salvaguardare l’azienda» e per risolvere i problemi «in parte frutto di politiche che non hanno prodotto risultati in questi anni».
Sebbene ci siano delle evidenti carenze nel modello di business della società, venerdì la presidente di AMT Ilaria Gavuglio ha comunque aggiunto che la crisi di liquidità è stata aggravata anche dal ritardo di decine di milioni di euro di fondi ministeriali, che sarebbero dovuti arrivare dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.



