La Repubblica Democratica del Congo e il gruppo paramilitare M23 hanno firmato un accordo preliminare per mettere fine alle ostilità

Quattro miliziani in primo piano
Miliziani del gruppo M23 sorvegliano una stazione di polizia conquistata a Bukavu, nella Repubblica Democratica del Congo, il 22 febbraio 2025 (Hugh Kinsella Cunningham/Getty Images)

La Repubblica Democratica del Congo e il gruppo paramilitare M23, che combatte da anni contro l’esercito regolare congolese e controlla varie zone nell’est del paese, hanno firmato una dichiarazione con cui si impegnano a interrompere le ostilità e «costruire relazioni di fiducia». Il Qatar, che ha mediato i negoziati, ha detto che l’accordo «apre la strada a negoziati diretti verso una pace integrale». Questo accordo di pace dovrebbe essere approvato entro il prossimo 18 agosto.

Alla fine di giugno la Repubblica Democratica del Congo aveva firmato a Washington, negli Stati Uniti, quello che è stato presentato come un accordo di pace con il vicino Ruanda, accusato di sostenere da anni economicamente e militarmente l’M23. Il fatto che il gruppo paramilitare non avesse firmato quell’accordo però aveva indotto molti osservatori a considerarlo debole.

Tra le misure previste dell’accordo tra Congo e M23 ci sono uno scambio di prigionieri e il ripristino delle autorità statali in tutto il paese. I termini però sono molto vaghi, e non è chiaro se questo “ripristino” implichi il disarmo e il ritiro dei ribelli dalle aree sotto il loro controllo. Uno dei leader del gruppo, Bertrand Bisimwa, ha detto che la dichiarazione «non riguarda un ritiro, ma meccanismi per rafforzare lo Stato e consentirgli di assumere le sue prerogative e i suoi obblighi». Il portavoce del governo congolese, Patrick Muyaya, ha detto invece che l’accordo include il «ritiro non negoziabile» dei ribelli e il successivo dispiegamento delle autorità e delle istituzioni governative.

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