Le forze di sicurezza siriane hanno cominciato a lasciare Suwayda
Dopo un accordo di cessate il fuoco tra il governo siriano e la comunità drusa, che però è spaccata in più fazioni

Il governo siriano ha annunciato che le sue forze di sicurezza hanno cominciato a lasciare la città di Suwayda, nel sud della Siria, come previsto dall’accordo di cessate il fuoco concluso con parte della comunità drusa, dopo giorni di scontri violenti tra drusi e comunità beduina e dopo che Israele aveva bombardato la capitale siriana Damasco. L’intesa è stata favorita anche dalla mediazione degli Stati Uniti.
Il presidente ad interim siriano Ahmed al Sharaa ha ringraziato il governo statunitense e ha accusato Israele di voler diffondere «caos e distruzione» in Siria. Al Sharaa, il cui governo è stato accusato di non garantire la sicurezza delle minoranze, ha aggiunto che proteggere i drusi è una sua «priorità».
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Gli scontri di Suwayda erano cominciati la settimana scorsa con una serie di attacchi e ritorsioni tra la comunità drusa e quella sunnita beduina. Le cose erano rapidamente degenerate in scontri armati. Il governo siriano aveva fatto intervenire le proprie forze di sicurezza, formalmente per placare gli scontri. In realtà, dopo alcuni attacchi da parte dei drusi, le forze siriane si erano in buona parte schierate con i beduini e contro i drusi.
A quel punto è intervenuto Israele, che ha una relazione particolarmente stretta con la comunità drusa e vuole limitare la presenza delle forze governative siriane nel sud del paese, vicino ai propri confini: prima con bombardamenti mirati a sud, e poi con una campagna massiccia che mercoledì ha coinvolto anche Damasco.

L’edificio del ministero della Difesa a Damasco danneggiato dai bombardamenti israeliani (EPA/MOHAMMED AL RIFAI)
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, una ong con sede nel Regno Unito che segue da anni quello che succede nel paese ed è ritenuta affidabile, negli scontri nel sud della Siria sono state uccise più di 350 persone. I bombardamenti israeliani a Damasco hanno invece ucciso 15 persone.
Giovedì a Suwayda la situazione è più tranquilla, anche perché Israele ha interrotto i bombardamenti. Non è del tutto chiaro però se tutte le forze di sicurezza siriane stiano lasciando Suwayda e fino a che punto il cessate il fuoco potrà reggere. Mentre buona parte della comunità drusa ha accettato l’accordo, uno dei suoi leader, lo sceicco Hikmat al Hijri, l’ha rifiutato, chiedendo ai suoi fedeli di continuare a combattere.
L’accordo raggiunto mercoledì sera prevede che le forze militari del governo siriano (quelle che dipendono dal ministero della Difesa: possiamo definirlo esercito) se ne vadano da Suwayda e lascino la gestione della sicurezza ai drusi. Prevede inoltre che rimangano in città le forze siriane non militari, che dipendono dal ministero dell’Interno. Il governo ha promesso di proteggere i civili drusi e di punire i propri militari che hanno commesso crimini contro di loro. L’accordo stabilisce anche che la provincia di Suweyda si «integri pienamente» nello stato siriano, anche se non è chiaro cosa significhi.

Un soldato siriano ferito negli scontri a Suweyda, 15 luglio 2025 (AP Photo/Omar Albam)
Questo accordo è stato accettato da buona parte della comunità drusa ma non da Hikmat al Hijri, che negli scorsi giorni era stato uno dei principali sostenitori degli scontri con le comunità beduine e le forze siriane.
Fin dall’istituzione del nuovo governo siriano dopo la caduta del dittatore Bashar al Assad lo scorso dicembre, al Hijri è sempre stato contrario al nuovo governo, e anzi ha accolto ex membri del regime nella sua organizzazione politico-militare. Al contrario la comunità drusa nel suo complesso era ostile al regime, e si era ribellata ad Assad a dicembre insieme ai gruppi dei nord, tra cui Hayat Tahrir al Sham. «Non può esserci nessun accordo con questi gruppi armati che si definiscono un governo», ha detto al Hijri in un comunicato.



