Secondo Nordio il sovraffollamento nelle carceri ha fatto anche cose buone
In un'intervista al Corriere il ministro della Giustizia ha detto che non è connesso ai suicidi, anzi, contribuirebbe a sventarli: non è così

In un’intervista al Corriere della Sera il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha detto che il sovraffollamento non è una delle cause dei suicidi in carcere, nonostante renda impossibile e disumana la vita nelle strutture di detenzione, e nonostante le analisi e le evidenze sostengano il contrario. Questo probabilmente spiega perché il governo finora ha fatto poco o niente per ridurre il sovraffollamento e migliorare le condizioni di vita dei detenuti. Nordio ha anche detto che non ci saranno né indulti né liberazioni anticipate, che ha definito provvedimenti «inutili». Facendo riferimento a suicidi e sovraffollamento, ha detto:
Due problemi gravi, ma non connessi. Anzi, paradossalmente il sovraffollamento è una forma di controllo: alcuni tentativi di suicidio sono stati sventati proprio dai compagni di cella. È la solitudine che porta al suicidio. Ma soprattutto la mancanza di speranza e l’incertezza del domani. Molti si uccidono proprio quando è imminente la loro liberazione.
Secondo l’ultimo rapporto di Antigone, che si occupa di tutelare i diritti delle persone che si trovano in carcere, nel 2024 rispetto al 2023 i tentativi di suicidio sono cresciuti del 9,3 per cento. Nel 2024 si sono suicidate almeno 91 persone che si trovavano in carcere, il dato più alto mai registrato. Tra gennaio e maggio del 2025 sono state almeno 33. Nel rapporto si dice anche che gli istituti in cui si sono verificati più tentativi di suicidio sono quelli sovraffollati.
Tra il 2024 e il 2025 ci sono stati suicidi in 64 carceri in totale, cioè un terzo dei 189 istituti penitenziari presenti in Italia. Gli istituti dove è avvenuto il maggior numero di suicidi sono 15, vanno da Nord a Sud, e sono anche quelli dove si registra una situazione più o meno grave di sovraffollamento. In otto di questi istituti si supera ad esempio il tasso medio nazionale (il rapporto tra l’effettiva popolazione del carcere e i posti disponibili) che è del 133 per cento, comunque alto. Tra questi ci sono la Casa Circondariale di Verona (186%), Regina Coeli a Roma (184%) e Venezia (171%). Seguono la Casa Circondariale di Modena (155%), di Napoli Poggioreale (154%), Firenze Sollicciano (146%), Teramo (142%) e Terni (140%).
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