Bad Bunny sta riempiendo Porto Rico
Con trenta concerti tra luglio e settembre porterà soldi, turisti e visibilità all'isola in cui è nato, che per il resto non se la passa benissimo

I residency show sono cicli di spettacoli organizzati in uno stesso posto per mesi o settimane, e sono piuttosto comuni nel pop statunitense. Quello del cantante Bad Bunny è cominciato venerdì 11 luglio al Coliseo de Puerto Rico, un palazzetto da circa 18.500 posti nella capitale San Juan, e andrà avanti fino al 14 settembre con un totale di trenta concerti. Si chiama “No Me Quiero Ir De Aquí” (non voglio andarmene via da qui) e promuove il suo apprezzatissimo ultimo disco Debí Tirar Más Fotos (“avrei dovuto scattare più foto”).
Se ne parla come di un evento storico per Porto Rico, inteso sia come l’isola nei Caraibi dove Bad Bunny è nato, che come l’arcipelago di cui fa parte: un “territorio non incorporato” degli Stati Uniti la cui situazione economica non è delle più floride.
Jorge Pérez, dirigente della società che gestisce il palazzetto, ha detto che i 450mila biglietti che erano stati messi in vendita a gennaio sono andati esauriti in quattro ore. Discover Puerto Rico, l’agenzia statale per la promozione del territorio, si aspetta che le persone che arriveranno nel periodo dei concerti saranno in totale 600mila, il doppio della media che arriva di solito nel periodo estivo, e quasi un quinto della popolazione. Nemmeno il festival di San Sebastián, che è la festa più grande e partecipata di Porto Rico, attira così tante persone.
Il tasso di occupazione degli alberghi per luglio e agosto è superiore del 70 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024, dice sempre l’agenzia, e le prenotazioni per settembre sono il 20 per cento in più. Secondo le stime basate sulle vendite dei pacchetti che comprendono i biglietti dei concerti e gli hotel, l’evento farà incassare circa 200 milioni di dollari: la direttrice del marketing dell’agenzia, Glorianna Yamín, ha detto a BBC Mundo che però sono stime per difetto, visto che non comprendono le prenotazioni fatte singolarmente e tutto quello che la gente spenderà sul posto.
Gustavo Rojas-Matute, analista dell’agenzia Moody’s, ha stimato che grazie all’evento i posti di lavoro nel settore dei servizi possano aumentare fino al 3 per cento, e dice che il dato sarebbe potuto essere ancora più alto, se Porto Rico non avesse già un buon livello di occupazione: al momento il tasso di disoccupazione è del 5,5 per cento, superiore al 4,1 della media statunitense ma comunque molto inferiore rispetto a quello di una decina d’anni fa. Lo stesso Bad Bunny in un’intervista a Variety aveva detto che per gli spettacoli sono state assunte oltre mille persone del posto.
Sempre secondo le stime di Moody’s i concerti di Bad Bunny faranno crescere il PIL di Porto Rico dello 0,15 per cento, e continueranno ad avere effetti positivi per qualche tempo: una buona notizia per quello che nel 2017 divenne il primo territorio degli Stati Uniti a dichiararsi insolvente. Alejandro Pabón, il promotore della residency, è convinto che l’evento possa anche cambiare la percezione di Porto Rico come centro turistico globale. Intanto Discover Puerto Rico ha investito molto nei social per convincere le persone che vengono per sentire Bad Bunny a visitare anche il resto dell’isola.

Due fan di Bad Bunny in posa per una foto fuori dal Coliseo di San Juan, prima del primo concerto della residency, 11 luglio 2025 (AP Photo/Alejandro Granadillo)
Bad Bunny, nome d’arte di Benito Antonio Martínez Ocasio, è ormai da alcuni anni il più famoso cantante della musica latina, che grazie al successo del reggaeton è in fortissima espansione in tutto il mondo per popolarità e influenza, anche fuori dalle comunità latinoamericane. Con Debí Tirar Más Fotos Bad Bunny ha fatto numeri enormi e soprattutto si è legittimato definitivamente anche agli occhi della critica occidentale, entusiasta di come ha reinterpretato e rinnovato il genere.
Questo grande successo gli ha consentito di assumersi il rischio di fare 30 date solo a Porto Rico e di non esibirsi invece negli Stati Uniti (arriverà invece in Europa nel 2026, e a Milano il prossimo luglio), dove l’amministrazione Trump sta rendendo la vita difficile ai cantanti di musica latina. Le politiche sull’immigrazione stanno ostacolando l’organizzazione di concerti e in generale il lavoro negli Stati Uniti ai cantanti che vengono da paesi che, a differenza di Porto Rico, non sono territori statunitensi e quindi hanno bisogno di un visto.
Parlando con Variety della scelta di non far concerti negli Stati Uniti, Bad Bunny ha detto solo che «non era necessario», visto che i suoi fan statunitensi avevano già avuto parecchie occasioni di vederlo. Non ci sono però molti dubbi che la scelta sia anche politica. Prima delle elezioni dello scorso novembre, Bad Bunny aveva dato il suo endorsement alla candidata Democratica Kamala Harris dopo che un comico a un comizio di Trump aveva definito Porto Rico «un’isola galleggiante di spazzatura».
Porto Rico ha 3,2 milioni di abitanti ed è sotto la giurisdizione degli Stati Uniti dal 1898. Debí Tirar Más Fotos contiene moltissimi omaggi alla musica portoricana e racconta tra le altre cose la storia e l’identità del territorio: dall’occupazione da parte degli Stati Uniti all’anticolonialismo, dalla gentrificazione al senso di sradicamento degli oltre 5 milioni di portoricani che si sono trasferiti proprio negli Stati Uniti a causa delle difficoltà economiche del territorio, dell’uragano Maria del 2017 e della crisi energetica alla base dei frequenti blackout.
L’economia di Porto Rico ha cominciato a riprendersi solo di recente dalle conseguenze del disastro naturale e da quelle della pandemia da coronavirus, ma è ancora ben lontana dalla crescita. Nel 2023 il reddito medio annuo nel territorio era di poco superiore ai 25mila dollari, meno della metà della media di quello degli Stati Uniti, e il tasso di povertà restava comunque molto elevato, del 39,6 per cento.
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