L’Unione Europea ha deciso di rinviare eventuali sanzioni a Israele per la violazione dei diritti umani a Gaza e in Cisgiordania

Kaja Kallas, Alta rappresentante dell'Unione Europea per gli Affari esteri (AP Photo/Geert Vanden Wijngaert)
Kaja Kallas, Alta rappresentante dell'Unione Europea per gli Affari esteri (AP Photo/Geert Vanden Wijngaert)

Martedì alla riunione dei ministri degli Affari esteri dell’Unione Europea era in discussione l’applicazione di possibili sanzioni allo stato di Israele per la violazione dei diritti umani nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. I rappresentanti dei paesi europei non sono però riusciti a trovare un’unanimità sulla questione e hanno deciso dunque di rimandare il voto sulle sanzioni.

Le sanzioni erano state proposte dall’Alta rappresentante degli Affari esteri dell’Unione Europea Kaja Kallas (la capa della diplomazia europea) per via del mancato rispetto da parte di Israele dei princìpi di un trattato firmato nel 1995 e in vigore dal 2000 che regola le relazioni politiche e commerciali fra gli stati membri e lo stato israeliano. Israele è accusato di non aver rispettato l’articolo 2 del trattato, sui diritti umani, con la violazione del cessate il fuoco il 18 marzo e il prolungato assedio alla popolazione della Striscia di Gaza, oltre che con gli insediamenti illegali in Cisgiordania. Le sanzioni erano sostenute soprattutto dai rappresentanti di Spagna, Irlanda e Slovenia, mentre gli altri paesi dell’Unione hanno spinto per rimandare qualsiasi decisione.